Usa, i dieci titoli più influenzati da Sandy

Di Ester Corvi

Mentre New York cerca di voltare pagina e si prepara alla celebre maratona che si correrà domenica, i danni che ha provocato l'uragano Sandy sono ancora tutti da valutare. Le stime recenti sono infatti molto ampie e indicano un range compreso fra 10 e 45 miliardi di dollari, senza tener conto dei costi legati alla perdita di produttività.

La crescita del Pil Usa nel quarto trimestre potrebbe risentirne, alcuni economisti stimano una decurtazione di mezzo punto anche se c'è molto dibattito a riguardo. Gli analisti di JPMorgan hanno confermato la precedente previsione di un Pil al 2% nell'ultimo trimestre e gli specialisti del Credit Suisse ritengono che anche nell'ipotesi peggiore (danni compresi fra 30 e 50 miliardi di dollari) le conseguenze sul Pil Usa siano trascurabili. La sensazione è che aspettino di avere cifre più esatte prima di fare nuove proiezioni.

Ma aldilà del quadro generale ci sono business più esposti di altri agli effetti dell'uragano, in positivo (come i servizi di emergenza dopo i disastri naturali e di ristrutturazione delle abitazioni) o in negativo (come le assicurazioni danni). Ecco le prime dieci società Usa più sensibili al passaggio di Sandy.

1) Clean Harbors. Il gruppo, che ha il suo quartier generale a Norwell nel Massachussets, è uno di quelli che può trarre vantaggio dall'uragano avendo una divisione specializzata nei grandi disastri, che intervenne anche dopo Katrina del 2005. A Wall Street capitalizza 3,2 miliardi di dollari e in un anno ha registrato una performance del 7%. Nell'esercizio chiuso il 30 giugno 2012 ha realizzato ricavi per 2,2 miliardi a fronte di 130 milioni di utile.

2) Generac. Fondato nel 1959, il gruppo opera in un business che può beneficiare della situazione attuale. Produce infatti generatori destinati a impieghi residenziali, commerciali e industriali, che vengono impiegati per far fronte alla mancanza di elettricità conseguente all'uragano. A Wall Street capitalizza 2,3 miliardi di dollari e nell'ultimo anno ha messo a segno una performance del 45%.

3) Home Depot. E' leader mondiale nell'arredamento per la casa e il bricolage con un giro d'affari di 70,4 miliardi di dollari e un utile di 3,9 miliardi. Molti americani potrebbero decidere di acquistare i suoi prodotti per ristrutturare le case danneggiate.

4) Lowe's companies. Opera nello stesso business di Home Depot. In borsa capitalizza 37,3 miliardi di dollari. In un anno ha realizzato un rally del 59% e solo negli ultimi tre mesi il titolo è salito a New York del 30%.

5) Allstate. E' uno dei gruppi assicurativi con la maggiore esposizione nel NordEst: i danni dell'uragano potrebbero quindi pesare negativamente sui suoi conti anche se molte perdite, come nel caso delle altre compagnie, verranno coperte dal programma statale (National Flood Insurance Program). A New York capitalizza 19 miliardi di dollari e da inizio anno il titolo è salito del 41%.

6) Chubb. Un altro gruppo assicurativo molto esposto nell'area del disastro. Capitalizza in borsa 20 miliardi di dollari e da gennaio il titolo ha guadagnato l'8,8%.

7) Travelers. Un'altra compagnia assicurativa con una forte esposizione nelle zone più colpite dall'uragano Sandy. In un anno il titolo (27 miliardi di capitalizzazione) è stato generoso con gli investitori, visto che ha messo a segno una performance del 25,5%.

8) Hartford Financial Services. La compagnia, che aveva già risentito pesantemente dell'uragano Katrina, ha rafforzato il bilancio cedendo lo scorso anno una divisione per 400 milioni di dollari. Negli ultimi tre mesi il titolo ha realizzato un vero rally, guadagnando oltre il 34%.

9) Erie Indemnity. Con sede nel Connecticut, la compagnia assicurativa rientra fra quelle a rischio. Non è stata finora apprezzata in borsa, visto che da inizio anno ha perso oltre il 18% e l'11% solo negli ultimi tre mesi.

10) Tower group. Rientra nel gruppo delle società di assicurazione più esposte nelle zone colpite dall'uragano Sandy. Sul listino Nasdaq da inizio anno il titolo ha lasciato sul terreno quasi il 13%.

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