Di Ester Corvi
Il Giappone è l'eterna promessa che non si avvera. I problemi che lo affliggono da anni (deflazione, perdita di competitività, un debito pubblico che è più del doppio del Pil) hanno impedito finora che le previsioni favorevoli sulla terza economia mondiale si avverassero. La borsa di Tokyo, che nel 2011 ha risentito anche degli effetti del terremoto, ne ha fatto le spese non riuscendo a concretizzare l'auspicato rilancio.
Ma quest'anno, dopo la nomina del primo ministro Shizo Abe che annuncerà a breve un programma da 136 miliardi di dollari per rilanciare l'economia, qualcosa potrebbe cambiare. Lo sostengono gli esperti di Ing Investment Management, che ritengono ci siano le premesse per dare slancio al listino nipponico nel 2013.
1) L'elezione di Shizo Abe. In uno scenario che è ancora vulnerabile agli shock esterni, "dopo le elezioni il sentiment politico si è rivolto al perseguimento di una politica monetaria e fiscale più espansiva e di una maggiore flessibilità nel governo del Paese, in linea con il programma di Abe, che vuole lasciarsi alle spalle un periodo caratterizzato dalla mancanza di crescita, dalla deflazione e da una valuta poco competitiva", ha sostenuto Patrick Moonen, esperto dell'investment bank olandese.
2) Un nuovo modello di crescita. L'obiettivo che ha annunciato recentemente il primo ministro, cioè quello di dare netta priorità alla crescita economica, ha dato fiducia agli investitori. E, secondo gli analisti, le chance che riesca realmente a implementare un nuovo modello sono concrete.
3) Il potenziale del Nikkei. Il potenziale per un deciso rimbalzo della borsa di Tokio è significativo, poiché le valutazioni sono molto interessanti sia storicamente sia confrontate con altri mercati sviluppati, anche se bisogna vedere in che modo Abe riuscirà a gestire la situazione politica giorno dopo giorno.
4) I bassi multipli. Circa il 70% delle 1.600 società quotate sul Topix viene scambiata attualmente al di sotto del book value (valore di libro) e centinaia di società con un basso rischio di fallimento presentano con un multiplo inferiore a 0,5. Negli ultimi dieci anni il p/e (prezzo/utile) del listino è sceso da 20 a 12, mentre il p/bv (prezzo/valore di libro) è passato da 1,2 a 0,9.
5) La crescita degli utili. Quest'anno, grazie alla discesa dello yen e alla ripresa della crescita globale, anche se moderata, il listino nipponico potrebbe registrare un progresso degli utili fra i più elevati a livello mondiale.?
6) Il test di quota 11.300. Dal punto di vista dell'analisi tecnica Michele de Michelis, responsabile degli investimenti di Frame Asset Management, ha fatto notare che "l'indice nipponico recentemente ha rotto un paio di importanti resistenze di breve ma il vero punto cruciale rimane il test degli 11.300 punti, livello dell'aprile 2010. Un superamento dello stesso con forza e volumi potrebbe indicare un ritorno massiccio degli investimenti azionari nel paese del Sol Levante, guidati dalle politiche inflazionistiche della BoJ e di conseguenza dal crollo dello yen contro le principali valute mondiali".
7) Lo yen in calo. Le misure annunciate dal primo ministro, se saranno attuate, porteranno a un'ulteriore flessione dello yen, che è un aspetto cruciale per la crescita degli utili aziendali. Le principali società giapponesi sono orientate all'export e uno yen più debole ne aumenterebbe la competitività. Inoltre le stesse aziende hanno un'elevata leva operativa e quindi anche una leggera accelerazione, guidata dalla valuta, dei ricavi ha in media un impatto rilevante sugli utili.
8) L'export in ripresa. Gli esportatori saranno i primi a beneficiare della debolezza dello yen. Gli analisti di Ing sono positivi anche sulle società del settore industriale e dei materiali, che potranno trarre vantaggio dagli investimenti in infrastrutture. E non sono da trascurare le ricadute positive nei settori più legati ai consumi interni, grazie all'aumento delle aspettative sulla crescita.
9) Il flussi dall'estero. Nello loro strategie di asset allocation gli investitori internazionali sono ancora sottopesati sul Giappone in attesa di vedere le prossime decisioni di politica economica. Ma se dovessero diventare più ottimisti, l'afflusso di denaro verso Tokyo potrebbe dare una forte spinta alle quotazioni.
10) Migliora il sentiment. I flussi sui fondi azionari giapponesi sono tornati in area positiva segnalando, a parere degli esperti, che ci sono le premesse per un cambiamento del sentiment e una ripresa del Nikkei.
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