Di Ester Corvi
Ripresa economica nei Paesi sviluppati, politiche monetarie non convenzionali e crescita degli utili aziendali. Tre previsioni positive sui mercati finanziari che gli analisti di R&CA si auspicano si concretizzino, ma che non devono far trascurare i molti elementi incertezza che ancora persistono e devono essere tenuti in considerazione nella strategia di portafoglio. Ecco i cinque punti chiave.
1) Lo scenario macro. In Giappone gli interventi del nuovo governo dovrebbero spingere il Paese a una crescita dell'1,5% mentre a livello globale le attese sono del 3,2%. Oltre agli inteventi sui tassi di rendimento dei debiti pubblici, molti governi si sono mossi per rendere più competitive le valute: in questo quadro bisogna fare maggiore attenzione agli investimenti obbligazionari in Paesi che godono di tassi insolitamente bassi rispetto all'inflazione e che hanno accumulato importanti quantità di valuta estera a protezione della propria divisa, investiti in debito pubblico estero a tassi reali negativi.
"Sarà determinante" secondo Corrado Caironi, strategist di R&CA, "verificare quanto il processo di politica monetaria espansiva possa risultare sostenibile nel medio termine contro i rischi di una possibile perdita di controllo del tasso di inflazione e degli accumuli di debito pubblico nei bilanci delle banche centrali. In questo scenario, che tenderà a prolungarsi nel tempo, l'investitore dovrà monitorare più da vicino i dati macro e rivedere i rischi in modo atipico, dato che i modelli di allocazione efficienti in passato potrebbero non rappresentare un valido riferimento nelle attuali dinamiche di mercato". L'aumento del differenziale di crescita spiega l'interesse per i Paesi emergenti, con attenzione alle attività delle banche centrali che saranno di riferimento per la rotazione degli asset finanziari e l'utilizzo di strumenti a gestione attiva.
2) Le borse. Nel portafoglio azionario è meglio sovrappesare i listini di Eurolandia, che presentano valutazioni interessanti, i Paesi emergenti, in una prospettiva di investimento di lungo termine, e il Giappone, che ha i presupposti per avviare una fase rialzista. Prudenza invece a Wall Street. Nella selezione delle società le preferite sono quelle ad alto rendimento della cedola (dividend yield).
3) I settori. I settori meno indebitati, ovvero il tecnologico e il farmaceutico, sono i più interessanti. La prossima rotazione settoriale potrebbe coinvolgere il petrolifero, i materiali di base e i titoli industriali. Il comparto immobiliare va mantenuto in portafoglio perchè rappresenta uno strumento anti-inflazione.
4) I bond. Nel portafoglio obbligazionario vanno sottopesate le scadenze brevi ed è opportuno diversificazione con corporate bond e in particolare con le emissioni bancarie europee, che potranno dare sorprese positive nei prossimi mesi. Da non tracurare anche i bond inflation-linked.
5) Il cash. La liquidità va al momento sottopesata in portafoglio. Nel 2013 gli esperti si aspettano un aumento della volatilità conseguente alla variabilità dei flussi di investimento. Il segnale per una presa di beneficio verrà offerto dagli indici macro e dalle indicazioni delle banche centrali. La stabilizzazione dei rating di credito dei debiti sovrani periferici ha tuttavia avviato una fase di recupero sui listini europei che erano stati più penalizzati nel 2012.
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