Di Luca Gualtieri
Ubi Banca torna all'utile e difende la cedola. La popolare lombarda guidata da Victor Massiah ha chiuso il 2012 con un utile netto d'esercizio a 82,7 milioni dopo la contabilizzazione di 101,9 milioni di oneri netti per incentivi all'esodo riferiti a un accordo sindacale. Il risultato si confronta con la perdita di 1,8 miliardi a seguito della contabilizzazione di rettifiche su avviamenti e altre attività intangibili. Con un core tier 1 al 10,29% e un total capital ratio al 16,01%, Ubi potrà pertanto pagare agli azionisti un dividendo invariato di 0,05 euro per azione.
Tutti i margini della gestione economica mostrano un andamento favorevolo: proventi operativi a 3,526 miliardi (+2,6% anno su anno), oneri operativi a 2,266 miliardi (-5,1% o -6,2% al netto delle componenti non ricorrenti), risultato della gestione operativa a 1,259 miliardi (+20,1%) e un utile dell'operatività corrente al lordo delle imposte a 323,1 milioni (+14,6%). La debolezza della domanda, l'alleggerimento nel comparto del large corporate e l'uscita dai settori a maggior rischio e dai business non-captive hanno comportato invece un contrazione degli impieghi a 92,9 miliardi (-6,8% anno su anno).
Cresce comunque la quota di impieghi di pertinenza della clientela core al 75% nel 2012 dal 74% nel 2011 (era il 70,5% nel 2010). Sempre tra gli aggregati patrimoniali, la raccolta diretta da clientela ordinaria si è attestata a 80,3 miliardi (+1% anno su anno).
Per quanto riguarda la qualità del credito, le sofferenze nette sono cresciute a 2,95 miliardi dai 2,48 del 2011, con un'incidenza sul totale crediti netti del 3,18% rispetto a un dato di sistema per il settore privato pari al 3,35%. Complessivamente lo stock di crediti deteriorati netti (sofferenze, incagli, ristrutturati escaduti/sconfinanti) si è attestato a 8,1 miliardi, in crescita rispetto ai 6,3 miliardi del 2011, con un'incidenza dell'8,73% sul totale crediti netti "per effetto del deterioramento del contesto economico e anche a seguito della riorganizzazione del comparto credito al consumoe del leasing", spiega una nota.
"Il contesto di riferimento italiano", indica Ubi banca in merito alla prevedibile evoluzione della gestione, "è previsto essere ancora caratterizzato da un'assenza di crescita, con conseguente impatto negativo sul complesso dei fattori economici di riferimento. Si ritiene pertanto di confermare le linee guida gestionali finora adottate dal gruppo, che consentono di attraversare la crisi con ragionevole prudenza".
Nel pomeriggio intanto sarà presentata la lista di maggioranza in vista dell'assemblea dei soci del 20 aprile che dovrà rinnovare i consigli di Ubi. (riproduzione riservata)
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