Dexia, 5 motivi per investire in azioni

Written By Unknown on Kamis, 11 Juli 2013 | 15.11

Di Roberta Castellarin

Nonostante i deboli risultati economici, nella prima parte del 2013 i mercati azionari sono stati euforici. In questo periodo gli attivi rischiosi, quali l'azionario, le obbligazioni high yield e convertibili, hanno registrato ottimi rendimenti, anche se alla fine di maggio sono state soggette ad una decisa correzione. Secondo Dexia ci sono cinque indicatori che dimostrano che i mercati azionari possono crescere ancora.

1 Il contesto economico. Nella prima metà dell'anno l'andamento dei mercati azionari è stato ampiamente determinato dallo slancio economico che ha visto gli Stati Uniti prevalere sulla zona euro anche in termini di rendimenti azionari. Secondo Dexia l'evoluzione della borsa sarà allineata agli sviluppi economici anche nel medio-lungo termine. "Guardando attentamente ai principali indicatori economici Pmi della zona euro si osserva un andamento positivo persino nei Paesi periferici e ciò supporta la nostra visione del raggiungimento del punto di minimo e di successiva ripresa dei risultati economici verso la fine del secondo semestre",  afferma Koen Maes, head of asset allocation strategy & funds.

2 Le materie prime. Secondo Dexia la debolezza dei mercati delle materie prime non corrisponde a una debolezza dei mercati azionari. Non c'è più la stessa correlazione che si è vista in passato. Nei prossimi anni, infatti, vi sarà un'eccedenza nell'offerta di diverse materie prime, soprattutto di metalli industriali come rame e nichel. Inoltre, la revisione al ribasso delle prospettive della crescita cinese ha avuto un forte impatto sull'aumento previsto della domanda. La correzione nei mercati delle materie prime ha quindi un effetto limitato sull'evoluzione dei mercati azionari e non riuscirà a compromettere lo scenario di crescita globale.

3 I risultati ottenuti dalle banche centrali. La rivalutazione dei mercati azionari è dovuta in gran parte anche alle politiche monetarie espansive adottate dalle banche centrali. Sussiste infatti una significativa correlazione fra il bilancio della Fed e l'andamento dell'indice S&P 500, "Questa politica accomodante verrà mantenuta anche nei prossimi trimestri", dichiara Nadège Dufosse, asset allocation strategist, "qualsiasi mossa di innalzamento dei tassi di interessi è ancora prematura stante l'elevato livello di disoccupazione e l'inflazione relativamente contenuta." Dufosse ritiene infatti che la Fed manterrà un atteggiamento prudente e pragmatico nello sviluppo delle sue decisioni. Allo stesso tempo, la banca centrale giapponese dovrà muoversi attentamente per conservare la credibilità guadagnata dopo il lancio, avvenuto con successo, dei provvedimenti generalizzati di allentamento. Inoltre, vi è ancora la possibilità che la Bce adotti una politica monetaria più aggressiva, se le circostanze del mercato lo richiedessero. In sintesi, mercati azionari possono quindi ancora beneficiare del supporto delle Banche Centrali.

4 Rotazioni previste. In un contesto caratterizzato da bassi tassi di interesse, la ricerca di rendimento continua a privilegiare l'azionario (e alcuni segmenti obbligazionari). "Tuttavia, il contesto economico è ancora troppo debole per attuare una rotazione effettiva dalle obbligazioni alle azioni", sottolinea Maes, "nell'immediato non prevediamo quindi una grande rotazione fra le diverse asset class". In aggiunta, non si sta manifestando un'effettiva e sostenibile rotazione duratura fra i diversi segmenti azionari e gli investitori continuano a preferire la selezione dei singoli titoli azionari. Infatti, l'assenza di una rotazione accentuata a vantaggio di settori più ciclici rispetto ai difensivi ben si adatta all'attuale contesto di crescita economica lenta e di elevata liquidità.

5 Valutazione attraenti. Spesso si effettua un confronto fra la solidità dell'economia e quella aziendale, anche se oggi non sono paragonabili. Infatti il livello globale del debito corporate si è ridotto sensibilmente e il margine operativo delle società statunitensi non è mai stato così elevato. In aggiunta, in questo contesto la valutazione di moltissime aziende risulta attraente, così come i rapporti prezzo/utile di aziende sia statunitensi che europee, con un'alta probabilità di un prossimo apprezzamento. Una normalizzazione del contesto economico e un ritorno ai livelli di valutazione del 2003-2007 dimostrano che esiste ancora un potenziale di crescita considerevole per i mercati azionari. Inoltre, il rendimento previsto dei mercati azionari continua a essere notevolmente superiore rispetto al rendimento delle obbligazioni corporate.



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