La Carlo Tassara ha sottoscritto gli accordi di modifica della moratoria sul debito (siglata con le banche nel 2008) e ha finalmente approvato il bilancio 2012, chiuso con un rosso di circa 600 milioni, prevalentemente a causa delle rettifiche sui titoli in portafoglio. L'assemblea della holding bresciana, che ha anche preso atto della situazione patrimoniale al 30 settembre 2013 e approvato il piano industriale e finanziario 2013-2016, ha provveduto a modificare lo statuto della società per adeguare la governance a quanto previsto dalla nuova intesa con le banche.
Nel dettaglio il nuovo statuto prevede quorum differenti per le deliberazioni che il consiglio di amministrazione prenderà in merito alle cessioni degli asset in portafoglio. Per le partecipazioni finanziarie il cda, che è stato allargato a 9 amministratori, di cui 6 indipendenti, potrà deliberare a maggioranza semplice. Per quanto riguarda invece le partecipazioni industriali legate al territorio di riferimento della Tassara, come ad esempio Metalcam, il board dovrà deliberare con una maggioranza qualificata. L'assemblea della Carlo Tassara ha inoltre nominato il nuovo consiglio di amministrazione con Pietro Modiano, confermato presidente, Mario Cocchi, Salvatore Spiniello, Maria Anna Tassara, Stefania Chiaruttini, Marina Do, Franco Carlo Papa, Fabio Cassi e Paolo Baessato.
Deliberata inoltre l'emissioni degli strumenti finanziari partecipativi che saranno sottoscritti, in proporzione ai rispettivi crediti non garantiti dalle banche, a cominciare da Intesa Sanpaolo. L'accordo sottoscritto settembre prevede che gli istituti sottoscrivano subito una prima tranche di questi strumenti per circa 650 milioni. L'intesa prevede inoltre che in caso di ulteriori perdite derivanti dalla gestione finanziaria della società, le banche si impegnino a sottoscrivere altre tranche di questi strumenti partecipativi fino a un importo massimo di 1 miliardo.
La quota maggiore di strumenti partecipativi sarà sottoscritta dalla Ca' de Sass, si farà carico di circa 445 milioni sui 650 milioni complessivi. Altri 70 milioni saranno invece sottoscritti da Unicredit, mentre la quota rimanente dagli altri istituti esposti in misura minore con la società tuttora controllata dalla famiglia di Romain Zaleski.
Il piano industriale e finanziario 2013-2016, redatto con la consulenza di Pricewaterhouse Coopers, è stato predisposto in base all'articolo 67, terzo comma, lettera d), della legge fallimentare, ed è stato sottoposto all'attestazione dell'esperto Angelo Provasoli. L'assemblea ha inoltre deliberato la riduzione del capitale sociale e l'annullamento del valore nominale delle azioni. (riproduzione riservata)
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