Il Monte dei Paschi alza l'importo dell'aumento di capitale, che diventa così una delle operazioni più importanti della storia bancaria italiana. Oggi il consiglio di amministrazione della banca senese, che si è tenuto a Milano, ha deliberato di alzare l'asticella della ricapitalizzazione da 3 a 5 miliardi. La decisione è stata presa all'unanimità, sgombrando così il campo dalle indiscrezioni su possibili mal di pancia della Fondazione.
L'incremento della ricapitalizzazione, si legge nel comunicato, «ha lo scopo di dotare la banca di un buffer di capitale funzionale all'assorbimento di eventuali impatti negativi derivanti dal comprehensive assessment e continuare a far fronte agli impegni assunti nel piano. Inoltre, la maggior dimensione dell'aumento di capitale potrà consentire a Mps di accelerare la realizzazione del piano industriale 2013-2017, cogliendo al meglio le opportunità derivanti da una possibile ripresa delle condizioni macro-economiche e dell'attività bancaria e accelerare potenzialmente, in funzione degli esiti del comprehensive assessment, il rimborso integrale dei nuovi strumenti finanziari rispetto ai tempi concordati con la Commissione Europea», conclude la nota.
«Pensiamo di avviare l'operazione a metà giugno e di completarla a metà luglio senza ritardi sulla tabella di marcia», ha spiegato l'amministratore delegato Fabrizio Viola dopo la riunione del consiglio, aggiungendo: la banca potrà «confermare l'impegno di rimborsare nel 2014 tre miliardi dei cosiddetti Monti bond». L'aumento permetterà inoltre di garantire che la banca «non sarà nazionalizzata», ha concluso il banchiere.
Non è la prima volta che l'aumento di Mps viene corretto al rialzo. Nel giro di pochi mesi si è passati dal miliardo previsto inizialmente nel piano di rilancio ai 2,5 miliardi del settembre 2013, ai 3 miliardi di novembre fino all'ennesimo incremento varato oggi. Di certo però l'orientamento dei vertici della banca sembra del tutto ragionevole alla luce delle attuali condizioni di mercato. La discesa dello spread e l'effetto Renzi hanno infatti aumentato l'interesse dei fondi esteri per le aziende italiane, soprattutto per le banche. Lo dimostra, ad esempio, la facilità con cui la Fondazione è riuscita a piazzare in poche settimane larga parte della propria partecipazione. Proprio Palazzo Sansedoni dovrebbe essere comunque uno dei protagonisti del maxi-aumento in arrivo, seguendo l'operazione pro quota con un investimento di circa 125 milioni. (riproduzione riservata)
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Mps, il cda vara l'aumento da 5 miliardi
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