Da inizio anno i listini europei sono cresciuti del 4,1% contro il 7,6% degli Usa (indice Msci in euro), ma le occasioni con un potenziale di rialzo a doppia cifra non mancano. Ecco secondo gli analisti di Societe Generale sette titoli che meritano il rating buy (comprare) perché hanno un margine di crescita superiore al 15%, che in alcuni casi arriva al 30%.
1) Akzo Nobel. Al gruppo chimico olandese, che capitalizza 13,6 miliardi di euro, è stato assegnato il target price di 65 euro. Il potenziale di rialzo dalle quotazioni recenti è del 20,3%, mentre il dividend yield è stimato 2,8% nell'esercizio 2014 e 3,1% nel 2015. Secondo gli analisti la reazione del mercato ai risultati del primo trimestre è stata eccessiva, visto che la compagnia si sta concentrando sulla qualità degli utili, supportata dalla ristrutturazione nei mercati occidentali e dal ritorno degli investimenti realizzati nei Paesi emergenti. In un anno il titolo, che tratta 16,5 volte gli utili 2014 e 13,4 quelli 2015, ha realizzato una performance del 23%.
2) Pirelli. Il gruppo italiano, che capitalizza 5,8 miliardi di euro, merita un prezzo obiettivo di 13,8 euro, che implica un margine di crescita del 17%. Il dividend yield è invece 3% nel 2014 e 3,5% nel 2015. Il buon avvio dell'anno ha rafforzato la view positiva degli analisti, con le vendite che sono al top delle attese in Europa, oltre che in Usa e Cina, e i margini reddituali in progresso in Europa e negli Stati Uniti, tali da controbilancia le debolezze in Sud America. In titolo, che viene scambiato 13,1 volte gli utili 2014 e 11,6 quelli del 2015, ha guadagnato a Piazza Affari il 35,4% negli ultimi 12 mesi e il 10% negli ultimi tre.
3) Petrofac. L'upside stimato per il gruppo inglese, specializzato nel settore delle infrastrutture per l'industria petrolifera e del gas, è 32,4% in vista di un target price di 1.600 pence, a cui si somma un rendimento della cedola del 3,2%. Il punto di forza è il ricco portafoglio ordini (20 miliardi di dollari), mentre quello di debolezza è l'elevato indebitamento (debito/capitale del 41% nel 2014), un problema che la compagnia sta cercando di risolvere. Sul listino di Londra il titolo, che capitalizza 4,2 miliardi di sterline, è sceso dell'11,5% negli ultimi tre mesi. Il p/e (prezzo/utile) scende da 11,9 nel 2014 a 9,8 nel 2015.
4) Alrosa. Alla compagnia mineraria russa è stato attribuito il target price di 55 rubli, che implica un potenziale di rialzo dalle quotazioni attuali del 31%. Il rendimento della cedola è invece intorno al 5%. I risultati del primo trimestre sono stati convincenti e quelli del secondo dovrebbero essere anche meglio. Sul listino di Mosca il titolo, che tratta 7,2 volte gli utili 2014 e 6,8 quelli del 2015, è salito del 23,7% negli ultimi 12 mesi e il 20,6% negli ultimi tre.
5) Cgg. Il gruppo francese, che capitalizza 1,9 miliardi di euro, merita un target price di 14 euro che lascia un margine di crescita superiore al 30%, mentre il dividend yield è nullo. Il rating buy è motivato dai progressi attesi dei fondamentali e dalle basse valutazioni borsistiche rispetto ai concorrenti, ma è rischioso. In un anno il titolo, che viene scambiato con un p/e 2015 di 12,3, ha lasciato sul terreno il 39,5%.
6) Standard Chartered. Il colosso bancario inglese, che capitalizza 29,6 miliardi di sterline, è sottovalutato del 21,6%, in vista di un target price di 1.450 pence. Il sentiment del mercato è ancora negativo, ma gli analisti hanno confermato il rating buy tenendo conto delle potenzialità di crescita degli utili e della qualità della rete di agenzie, a fronte di valutazioni borsistiche sacrificate. Il rendimento della cedola è stimato 4,2% nell'esercizio 2014 e 4,6% nel 2015. Il titolo tratta 10,2 volte gli utili stimati nel 2014 e 8,8 quelli del 2015.
7) M6. Al gruppo dei media francese è stato assegnato il target price di 19 euro, superiore del 27,5% alle quotazioni attuali, perché il rapporto rischio/rendimento è ancora favorevole nonostante la revisione al ribasso delle stime sulla pubblicità. Il titolo, che capitalizza 1,9 miliardi di euro, viene scambiato 17 volte gli utili stimati nel 2014 e 14,4 quelli del 2015, a fronte di un rapporto ev/ebit (valore d'impresa/reddito operativo netto) che scende da 8,95 nel 2014 a 8,45 nel 2015. Il dividend yield è invece intorno al 5,5% in entrambi gli esercizi.
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