A piazza Affari, dove il Ftse Mib guadagna lo 0,46% a 20.475 punti con lo spread Btp/Bund in lieve calo a 154 punti (rendimento del decennale italiano al 2,68%), fa da traino Unicredit (+1,60% a 6,015 euro), in attesa dei conti del secondo trimestre. La controllata Bank Pekao ha chiuso il secondo trimestre con un calo del 7,6% anno su anno dell'utile netto (+8% trimestre su trimestre), in linea con le attese, a 685 milioni di zloty rispetto ai 662 milioni circa attesi dal consenso. Questo si traduce, a detta degli analisti di Kepler Cheuvreux (hold e target price a 6,5 euro su Unicredit), in un contributo di 82 milioni di euro all'utile netto di unicredit che gli esperti si aspettano a 447 milioni (+24% anno su anno) grazie ai più bassi accantonamenti.
Il consenso per Unicredit indica un utile nel secondo trimestre a 332 milioni, in leggero calo dai 362 milioni dello stesso periodo 2013, e un risultato netto di gestione a 1,042 miliardi di euro con un margine di intermediazione a 5,728 miliardi di euro. "Ci aspettiamo che Unicredit chiuda il secondo trimestre con un utile netto in flessione dell'1,9% anno su anno a 355 milioni di euro in quanto dovrà registrare 300 milioni di imposte una tantum derivanti dal nuovo sistema fiscale italiano sulla rivalutazione di Banca d'Italia e l'Irap. Questo porterà il tax rate al 56% rispetto al 31,6% di un anno fa", prevedono gli analisti di Banca Akros.
Tuttavia, l'utile ante imposte è visto salire del 30% anno su anno a 1,15 miliardi di euro in quanto gli accantonamenti sui prestiti dovrebbero scendere di un terzo a 1,04 miliardi (1,132 miliardi la stima del consenso) dopo la pulizia di bilancio attuata nel quarto trimestre 2013. Invece i ricavi totali per gli analisti di Banca Akros dovrebbero calare del 7,8% anno su anno e risultare flat trimestre su trimestre a 5,6 miliardi (5,728 miliardi l'attesa del consenso), con il trading income atteso debole a 300 milioni di euro contro i 472 milioni del primo trimestre di quest'anno e i circa 900 milioni di un anno fa.
Comunque i ricavi core sono attesi in miglioramento con il margine di interesse che dovrebbe mostrare un modesto aumento dello 0,9% anno su anno a 3,1 miliardi (3,124 miliardi l'attesa del consenso), grazie alla riduzione dei costi di finanziamento, e con le commissioni nette in crescita del 4,7% a 1,9 miliardi, in linea con la stima del consenso, grazie al risparmio gestito. La riduzione dei costi operativi è destinata a continuare senza sosta con un decremento dell'1,1% anno su anno e dell'1,8% trimestre su trimestre a 3,45 miliardi di euro (3,45 miliardi la stima del consenso), portando a un utile operativo lordo di 2,18 miliardi, -16,5% anno su anno con un rapporto cost/income del 61,3%.
Infine, Unicredit dovrebbe registrare 100 milioni di euro di plusvalenza derivante dalla vendita di una quota di SIA. La posizione patrimoniale è adeguata con un fully-loaded CET ratio del 9,5% prima dell'Ipo di Fineco che dovrebbe aggiungere 10bps. "Le voci una tantum deprimeranno le redditività netta di Unicredit ma il trend sottostante sta migliorando. La banca dovrebbe anche registrare uno dei più visibili cali degli accantonamenti sui prestiti tra i competitor italiani e quindi ribadiamo il rating accumulate sul titolo con un target price a 7euro", concludono gli analisti di Banca Akros.
Il mercato si aspetta novità da Unicredit anche sul capitolo cessioni. Dopo l'Ipo di Fineco e la vendita a Bnp Paribas della banca online Dab Bank, ieri sono arrivate le offerte vincolanti per Uccmb, la società controllata da Unicredit leader nel settore della gestione dei crediti non performanti.Sul tavolo di Piazza Cordusio sarebbero arrivate quattro offerte rispetto alle cinque previste. Nel primo giro di offerte, erano infatti arrivate le proposte di Apollo, Lone Star, della cordata formata da Goldman Sachs, Deutsche Bank e Tpg, del consorzio costituito da Fortress e Prelios e, con un'offerta circoscritta alla sola piattaforma dei servizi, la cordata formata da Jupiter, Cvc e Cerberus.
Ora Unicredit punterebbe a selezionare una o due controparti con cui trattare in esclusiva, per chiudere l'operazione all'inizio dell'autunno. La vendita di Uccmb dovrebbe avvenire a un prezzo vicino ai 300 milioni di euro e portare anche alla cessione di 4,4 miliardi di crediti dubbi per un valore di altri 600 milioni di euro.
L'altro dossier è quello della controllata Pioneer. Dopo aver ricevuto diverse manifestazioni di interesse (da Santander, Cvc e Advent Capital) per il 50% della società di risparmio gestito, il management avrebbe deciso di affidare un mandato esplorativo a Morgan Stanley per valutare possibili strade di valorizzazione della controllata in un ottica di partnership. La valorizzazione di Pioneer potrebbe essere pari a 2-2,5 miliardi per il 100%.
Comunque all'ordine del giorno del cda di oggi sui dati semestrali non figura né la cessione di Uccmb né il riassetto di Pioneer. "Ci aspettiamo che Unicredit possa raggiungere un Core Tier 1 ratio del 10% nel primo semestre per incrementarlo nel secondo grazie alla cessioni", prevede un analista di una sim milanese, confermando la raccomandazione outperforms ul titolo.
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