Intesa Sp sfida Amazon

Written By Unknown on Sabtu, 13 Desember 2014 | 15.11

Il nome è particolare: Created in Italia. Si tratta dell'ampio progetto di e-commerce allo studio di Intesa Sanpaolo . La piattaforma porterà la Ca' de Sass a competere sul terreno di giganti delle vendite online come Amazon ed eBay. Il portale, che si rivolge tanto ai consumatori quanto agli operatori professionali, verrà presentato a gennaio e lanciato a marzo e nasce allo scopo di aiutare le piccole e grandi aziende italiane del cibo, della moda, del turismo e del design a vendere prodotti e servizi online tanto sul mercato domestico quanto su quellieuropei e asiatici (anche in vista di Expo). Il fenomeno verrà ampiamente affrontato nel corso del convegno «Dall'e-commerce all'e-business: prospettive, possibilità e piattaforme delle nuove frontiere nel business», organizzato da Class Editori  martedì 16 dicembre 2014 all'Auditorium Tesori del Palazzo Lombardia di Milano (piazza Città di Lombardia, dalle 9.30 alle 17). Stefano Barrese, direttore sales and marketing di Intesa Sanpaolo , spiega in questa intervista come sta cambiando l'approccio al cliente e quali saranno le prossime mosse della banca in merito alla multicanalità e al lancio di Banca 5, la divisione della Banca dei Territori, appena riorganizzata, cui fanno capo i bisogni essenziali della clientela retail (dalle carte ai mutui e ai prestiti in genere).

D. Dottor Barres, perché una banca si mette a fare e-commerce?
R. Dal nostro punto di vista l'e-commerce è una via per attrarre nuovi clienti, ma soprattutto un modo per servire in modo più completo le imprese già clienti di Intesa Sanpaolo  offrendo loro nuovi servizi e nuovi prodotti in una logica di cross-selling. Dal punto di vista delle aziende, invece, il portale rappresenta un motore propulsivo per incrementare i ricavi: in Italia soltanto il 10% delle pmi vende online, quota decisamente troppo bassa. Inoltre la quota di fatturato delle nostre imprese derivante dalle vendite in rete è appena del 6%, mentre in Europa la media si attesta al 15%.

D. Quali sono gli obiettivi di Created in Italia in termini numrici e a quanti clienti si rivolge?
R. Contiamo circa 1 milione di aziende clienti (comprese quelle dello small business), 120 mila gruppi soltanto nella Banca dei Territori (quelli cioè con un fatturato fino a 350 milioni, ndr). Sono convinto che una buona fetta di questi clienti aderirà al portale. I consumatori potranno ottenere informazioni sulle imprese in vetrina e acquistarne prodotti e servizi. Un'opportunità di visibilità diretta dell'azienda e non solo della sua offerta.

D. A quali partner vi appoggerete?
R. Ci troviamo ancora in fase di selezione e di coinvolgimento.

D. Vi occuperete soltanto della vetrina oppure anche della consegna?
R. Di entrambe. Stiamo mettendo a punto anche un sistema di consegna del cibo fresco, operazione delicata per temi connessi a logistica e alla rapidità di distribuzione. Amazon, per esempio, sta tentando solto oggi di entrare in questo segmento.

D. Sta dicendo che Amazon sarà un vostro concorrente?
R. No, però dobbiamo cercare di prendere spunto da big della tecnologia, come Google e Amazon, perché sono stati in grado di mettere a punto un ottimo sistema di servizio alla clientela e un'invidiabile user experience. La principale preoccupazione di una banca oggi dev'essere la relazione con la clientela e quindi dobbiamo ispirarci a chi ha fatto della relazione un'arma vincente. Detto questo, c'è differenza tra una banca e un supermercato.

D. Pare dobbiate guardarvi le spalle da numerosi nuovi concorrenti: uno su tutti Apple.
R. Dice? Io credo che sia molto più semplice per una banca fare e-commerce che per un colosso tecnologico fare banca, visto che il mercato bancario è estremamente regolamentato. Detto questo, è vero che prenderemo numerosi spunti dagli esperti del mestiere, ma non diventeremo mai un supermercato.

D. Quali servizi bancari offrirete alle aziende che sbarcano sul vostro portale e-commerce?
R. Utilizzeranno, per esempio, i nostri sistemi di pagamento.

D.  Non è la prima volta che allargate il raggio di azione a nuovi settori e nuovi business. Quali i prossimi passi?
R. Siamo entrati con forza nel mondo dell'auto (si veda l'accordo recentemente siglato con Fca, ndr), del turismo e del tempo libero e ora pensiamo anche alla moda. L'ultimo progetto realizzato è la virata all'interno del mercato immobiliare. Per completare il ciclo dei bisogni dei clienti relativi alla casa abbiamo creato una società che gestirà direttamente attrraverso nelle filiali le compravendite di immobili.

D. A che punto siete della tabella di marcia delineata nel piano d'impresa 2014-2017?
R. Sul fronte commerciale abbiamo completato il piano per la multicanalità integrando le piattaforme mobile e di internet banking con quelle delle filiali. A gennaio partirà il nuovo modello di servizio, che prevede 3.700 filiali (erano 5.500 mila nel 2007, ndr) organizzate per aree: retail, personal e imprese. Lo sportello è sempre di più «esteso»: possiamo incontrare i clienti a casa loro, rendendo più comodo il servizio.

D. Si può dire completata la riorganizzazione della Banca dei Territori?
R. Abbiamo nominato i direttori regionali, poi i direttori commerciali e nelle prossime settimane verranno nominati i direttori di area.


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