Morgan Stanley, focus su sette minerari

Written By Unknown on Kamis, 15 Januari 2015 | 15.11

I prezzi dei metalli di base sono sotto pressione (indice Lmein calo del 10% dal 14 novembre), a causa della debole domanda globale, del rafforzamento del dollaro e del crollo della quotazione del petrolio. In controtendenza l'oro, a causa delle speculazioni legate alla pur improbabile uscita della Grecia da Eurolandia, con una stima di 1.180 dollari l'oncia nel 2015. Le performance del gruppi minerari hanno risentito di questa situazione. Ecco secondo gli analisti dell'investment bank Usa come approfittare delle basse valutazioni, alla luce di rendimenti delle cedole molto attraenti.

1) Rio Tinto. Il colosso anglo-australiano, che a Londra capitalizza 82 miliardi di dollari, merita un prezzo obiettivo di 3.580 pence che corrisponde a un upside del 22% dal prezzo attuale. Il ritorno ai principi degli anni Ottanta e Novanta portano alla migliore combinazione fra attenzione ai dividendi e reinvestimenti per la crescita. Anche lo stato patrimoniale resta forte. Inoltre Rt ha la possibilità di fondere o cedere altri asset, garantendo la flessibilità del capitale. Il rendimento della cedola è stimato 5,3% nel 2015 e 5,6% nel 2016.

2) Norilsk Nickel. Prezzo obiettivo di 20 dollari, che implica un margine di rialzo del 29%, per la società mineraria, che ha un rendimento della cedola a doppia cifra (12,5% nel 2015 e 13,3% nel 2016), sostenuto dalla generosa creazione di free cash flow (fcf). La capacità di generare utili è sottostimata dal mercato, così come l'impatto del taglio dei costi. Il rapporto rischio/rendimento di questo titolo, che capitalizza 24,6 miliardi di dollari, è quindi attraente.

3) Fresnillo. Rating positivo (overweight) anche per il gruppo (9,2 miliardi di dollari di capitalizzazione), che controlla miniere di argento e oro in Messico, con prezzo obiettivo 860 pence (+4%). Nonostante lo scenario debole del prezzo dell'argento, ha la possibilità di migliorare il free cash flow nei prossimi mesi, essendo un produttore a basso costo, senza influenzare i target di lungo termine e la crescita degli utili. Il rendimento della cedola è trascurabile.

4) Lundin Mining. Le prospettive della compagnia mineraria svedese sono migliorate dopo l'acquisizione di Candelaria. La valutazione del titolo è adeguata e il gearing di bilancio non è eccessivo. Inoltre è esposta alle commodoties favorite dagli analisti (rame, zinco e nickel). Il target price del titolo, che capitalizza 3,1 miliardi di dollari, è 42 corone svedesi è del 20% superiore alle quotazioni attuali, mentre il dividend yield è inferiore all'1%.

5) Bhp Billiton. Il colosso minerario guidato da Andrew Mackenzie, che sul listino di Londra capitalizza 109 miliardi di dollari, merita un target price di 1.750 pence, del 30% superiore ai livelli attuali, perché sconta la debolezza del prezzo del ferro, del carbone e del petrolio. Il gruppo è però in grado di superare le difficoltà legate al ciclo economico e sarà più attivo nei reinvestimenti per proteggere le cedole. Il dividend yield è 6,3% nel 2015 e 6,6% nel 2016. Il rating è overweight.

6) Boliden. Rating neutrale e prezzo obiettivo 125 corone, contro una quotazione recente di 131, per il gruppo svedese specializzato nei segmenti rame e zinco, che è sopravvalutato del 5%. Dopo aver registrato una performance superiore a quella dei concorrenti, gli spazi di crescita del titolo (che capitalizza 4,4 miliardi di dollari) sono molto risicati, a mano di un'ulteriore svalutazione della corona. Il rendimento della cedola è 4,2% nel 2015 e 4,9% nel 2016.

7) Vedanta Resources. Rating underweight (sottopesare) per il gruppo minerario specializzato in rame, alluminio e zinco, con attività in India e Australia. Il titolo, che capitalizza sul listino di Londra 2 miliardi di dollari, è molto volatile a causa dell'alta leva finanziaria, che è superiore ai competitor, mentre i problemi in Zambia continueranno a persistere. La debolezza delle quotazioni del petrolio riduce inoltre la redditività in una delle aree chiave di crescita (Caim India). Attraente però il dividend yield (8,4% nel 2015 e 8,6% nel 2016).


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