In un mondo a tassi zero, il rendimento delle azioni esercita un grande appeal. Per un investitore cassettista è importante però valutare non solo il dividendo, ma anche la sua sostenibilità nel tempo. Ecco, secondo le stime degli analisti di Morgan Stanley, dieci titoli europei con cedole stimate in crescita negli esercizi 2015-2016 e dividend yield che arrivano fino al 6%.
1) Telenor. L'operatore di tlc norvegese ha un rendimento della cedola in crescita dal 5,6% dell'esercizio 2015 al 6,3% del 2016, a fronte di un dividendo pari rispettivamente a 9 e 10 corone. Merita un target price di 170 corone (+6% dalle quotazioni recenti), che nello scenario ottimista sale a 192 (+20%). Il titolo, che capitalizza 243 miliardi di corone contro un valore d'impresa (capitalizzazione più debito netto o meno liquidità) di 293, tratta 14,5 volte l'utile 2015 e 12,4 quello 2016. Il ratio p/b (prezzo/valore di libro) scende invece da 2,9 a 2,7. In miglioramento la redditività, con il roe (ritorno sul captale) stimato 20,8% quest'anno e 22,8% nel prossimo. Negli ultimi 12 mesi il total return (performance+dividend yield) è 34,5%.
2) Sse. Alla utility inglese guidata da Alistair Davies, che genera e distribuisce energia elettrica nel Regno Unito e in Irlanda, è stato assegnato il prezzo obiettivo di 1.710 pence (+17%). Nell'ipotesi bullish arriva a 2.030 (+38%), mentre il dividend yield è 6,1% nell'esercizio 2015 e 6,2% nel 2016, a fronte di una cedola in crescita da 88,89 a 91,12 pence. Il titolo, che capitalizza 14,2 miliardi di sterline (valore d'impresa di 22,3 miliardi), viene scambiato sul listino londinese 11,8 volte l'utile 2015 e 12,4 quello 2016. Il ratio p/bv è invece elevato (2,7). Il roe scende pur restando superiore al 20% (dal 23 a 21,5%). Negli ultimi 12 mesi ha reso (total return) il 9,3%.
3) Natixis. Dividendo in crescita da 0,28 euro nell'esercizio 2015 a 0,32, che ai prezzi attuali corrisponde a un rendimento rispettivamente del 4,2 e 4,8%per la società finanziaria guidata da Laurent Mignon. Il target price del titolo, che capitalizza 20,8 miliardi di euro (valore d'impresa di 23,1 miliardi), è stato incrementato il 23 febbraio da 6,50 a 96,80 euro (+2,8%) ma nello scenario ottimista sale a 8,66 (+31%). Il p/e è 15,4 nel 2015 e 14 nel 2016, mentre il ratio p/b è intorno all'unità. La redditività è in miglioramento, con il roe che passa dal 7,3 all'8,2%. Negli ultimi 12 mesi ha registrato sul listino di Parigi un total return del 42%.
4) Tui. Dividend yield del 3,4% nell'esercizio 2015 e 4,2% nel 2016 per gruppo internazionale del settore turismo, a fronte di una cedola rispettivamente di 0,56 e 0,68 sterline. II target price di 1.250 pence del titolo, che capitalizza 6,7 miliardi di sterline, è del 5% superiore alle quotazioni attuali. Nello scenario ottimista può arrivare a 1.720 (+43%). Guardando ai multipli borsistici, il p/e scende da 17,5 nel 2015 e 14,8 nel 2016, mentre il ratio p/b è intorno a 3. Il roe cresce leggermente dal 20,3 al 22,3%.
5) Pearson. Al gruppo editoriale Uk (Financial Times) guidato da John Fallon è stato assegnato un target price di 1.500 pence, in linea con le quotazioni attuali, che nell'ipotesi bullish arriva a 1.775 (+20%). Il titolo, che capitalizza 11,8 miliardi di sterline (contro un valore d'impresa di 10,4 miliardi), tratta 17,8 volte l'utile 2015 e 16,6 quello del 2016. Il ratio p/b è intorno a tre, mentre il rendimento della cedola è 3,7% nel 2015 e 3,9% nel 2016, a fronte di un dividendo in aumento nei due esercizi da 53,50 a 56,50 pence. Il total return a 12 mesi è superiore al 54%.
6) Sanofi . Dividendo atteso in crescita da 3,02 a 3,41 euro, che corrisponde a un rendimento in aumento dal 3,4 al 3,8%, per il colosso farmaceutico francese, che capitalizza 119 miliardi di euro rispetto a un valore d'impresa superiore a 125. Il titolo tratta 16 volte l'utile 2015, mentre il ratio p/bv è due. In leggero miglioramento la redditività, con il roe che sale dal 12,4 al 13%. Il prezzo obiettivo di 87 euro è inferiore alla quotazione attuale, ma nello scenario ottimista sale a 110 (+20%). Negli ultimi 12 mesi sul listino di Parigi ha reso quasi il 34%.
7) Deutsche Post. Alla gruppo tedesco guidato da Frank Appel è stato assegnato un prezzo obiettivo di 35 euro (19%), che nell'ipotesi bullish arriva a 53 (+80%). Il titolo, che capitalizza 36,7 miliardi di euro contro un valore d'impresa di 38,6 miliardi, tratta 16 volte l'utile 2015 e 14 quello del 2016, mentre il dividend yield sale dal 3,4 al 3,8% (cedola in aumento da 1 a 1,10 euro). Elevata la redditività (roe intorno al 30%). Infine il total return a un anno è 20,5%.
8) Stage coach. La small cap inglese, che opera nel settore dei trasporti, ha un rendimento della cedola (pari rispettivamente a 10,56 e 11,62 pence) in aumento dal 3,1% al 3,4%. Secondo gli analisti merita un prezzo obiettivo 450 pence (+30%), che può salire fino a 510 (+48%). La capitalizzazione di 2 miliardi di sterline si confronta con un valore l'impresa di 2,5 miliardi. Il p/e scende da 13 nel 2015 a 10,4 nel 2016. La redditività è elevatissima, ma in calo (roe del 113% nell'esercizio corrente e 72,6% nel prossimo). Negli ultimi 12 mesi sul listino della City ha registrato un total return negativo (-10,6%).
9) Ericsson. Target price di 110 corone, inferiore alle quotazioni attuali, per la società svedese che capitalizza 355 miliardi di corone. Nello scenario ottimista l'obiettivo è invece 125 corone (+13%). La cedola è stimata in aumento da 3,40 a 3,80 corone, con il dividend yield che sale dal 3 al 3,5%. Il titolo tratta 18 volte l'utile 2015 e 14,6 volte quello del 2016, mentre il p/ è 2,2. Il roe migliora dal 13,2 al 15,6%. Il total return a un anno è del 42%.
10) Mark & Spencer. La catene di distribuzione Uk, che vanta un giro d'affari annuo superiore a 10 miliardi di sterline, ha un rendimento della cedola in leggera crescita dal 3,5 al 3,6% a fronte di un dividendo previsto rispettivamente a 17,50 e 17,52 pence. Nello scenario ottimista il target price è 575 pence (+15%). Il titolo, che capitalizza 8 miliardi di sterline contro un valore d'impresa (capitalizzazione più debito netto o meno liquidità) di 10,5, tratta 15 volte l'utile 2015 e 14 quello del 2016. Il ratio p/b è intorno a 2,5. Stabile (intorno al 19%) la redditività. Negli ultimi 12 mesi ha reso il 14%.
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