Più semplice, più efficace, minori costi e minori rischi, un dividendo in costante crescita con payout fino al 65% e grande accelerazione sulle rinnovabili all'estero. Sono queste le linee guida del nuovo piano strategico 2015-19 di Enel 
, illustrato oggi alla comunità finanziaria a Londra. Il gruppo guidato da Francesco Starace prevede una radicale trasformazione del gruppo in quattro punti.
Ovvero: riduzione dell'8% del cash cost (costi operativi e investimenti per la manutenzione), crescita dell'ebitda di 2,4 miliardi di euro entro il 2019 con un aumento degli investimenti di 6 miliardi e focus sulle rinnovabili (+50% la capacità aggiuntiva prevista per Enel Green Power), gestione attiva del portafoglio in grado di produrre una crescita dell'utile netto di 200 milioni di euro entro il 2019 al netto delle dismissioni e payout al 50% nel 2015, che sale del 5% su base annua fino al 65% nel 2018. Finora il payout è stato pari al 40% dell'utile netto ordinario. Per il 2015 è prevista una cedola di minimo 0,16 euro e per il 2016 di minimo 0,18 euro.
"La strategia del gruppo", spiega Francesco Starace nel documento, "si basa su una posizione consolidata sui mercati emergenti, una chiara leadership tecnologica e reti di distribuzione digitalizzate nei mercati più maturi".
Questi punti di forza, prosegue poi il manager, "ci consentiranno di far leva sia sulla crescita della domanda in Africa e America Latina, spinta dall'evoluzione demografica e dal favorevole ciclo economico, sia su dinamiche in rapida evoluzione nei mercati energetici, come la digitalizzazione nelle economie mature".
Tali fattori, insieme ad una nuova struttura semplificata, sosterranno, spiega Starace, la riduzione dei costi, promuoveranno lo sviluppo industriale "e la crescita dei rendimenti con un profilo di rischio più contenuto, garantendo un ebitda stabile e l'aumento di flussi di cassa".
Il piano strategico prevede una riduzione dell'8% in termini nominali del cash cost (rappresentati dalla somma dei costi operativi e degli investimenti per la manutenzione degli asset). Il gruppo intende ottimizzare la tecnologia con risparmi stimati in 1,5 miliardi di euro per la manutenzione degli asset. Il che dovrebbe produrre una contrazione dei costi operativi che dovrebbero scendere del 7% fra il 2014 e il 2019.
Il piano strategico di Enel prevede una crescita dell'ebitda nell'ordine di 2,4 miliardi di euro entro il 2019, ovvero ulteriori 6,7 miliardi di euro di ebitda cumulato nell'arco di piano. La crescita è il risultato di un piano di investimenti che presenta due differenze fondamentali rispetto al precedente: gli investimenti lordi lungo l'arco di piano ammontano a 34 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 29,7 miliardi di euro del precedente piano, registrando un aumento del 14% e un incremento degli investimenti finalizzati alla crescita nell'ordine di circa 6 miliardi di euro, il 49% in più rispetto al precedente piano.
Il piano prevede inoltre un aumento del 50% della capacità aggiuntiva complessiva di Enel Green Power (pari a 7,1 gigawatt) rispetto al precedente, da realizzare soprattutto in America Latina, Nord America e Africa. La metà degli investimenti di Egp sarà destinato a Cile, Messico e Brasile, Paesi dove la società sta già realizzando il 30% di capacità aggiuntiva.
Enel stima cessioni tra il 2015 e il 2019 pari a 3 miliardi di asset mentre sono già in corso di realizzazione vendite per circa 2 miliardi di euro. In questo modo il gruppo prevede di liberare fino a 5 miliardi di euro, da impiegare per la riorganizzazione delle attività in America Latina e per cogliere ulteriori opportunità di crescita.
Il gruppo prevede che sotto tale aspetto il piano non abbia effetti sull'indebitamento e possa promuovere l'aumento dell'utile netto di circa 200 milioni di euro entro il 2019, al netto delle dismissioni.
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Minori costi, minori rischi, payout al 65%: ecco il piano 2015-19 di Enel
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