Di Ilaria Ammendola
Chiusura negativa a Piazza Affari |
Le borse europee hanno archiviato l'ultima seduta della settimana in territorio negativo. Milano è la peggiore piazza europea e ha chiuso in calo del 2,02% a 14.855 punti, seguita da Madrid in calo dell'1,39% a 7.588 punti. Pioggia di segni meno anche su Parigi (-1,21% a 3.341 punti), Londra (-1,27% a 5.605 punti) e Francoforte (-1,32% a 6.950 punti). Lo spread tra Btp Bund non ha perso il controllo e si è attestato in chiusura a 353 punti base.
Grecia e Spagna continuano a tenere banco sui mercati. Si avvicina, infatti, l'Eurogruppo del 20 novembre considerato l'ultima spiaggia per Atene, ma il governo tedesco non vede alcun rischio che il Fondo monetario internazionale si tiri indietro rispetto agli sforzi internazionali per aiutare la Grecia. Stamani però il numero uno del Fmi, Lagarde, è tornato a incalzare l'Europa: deve trovare un accordo per inserire il debito sui binari della sostenibilità.
Quanto alla Spagna, l'esponente francese della Bce, Christian Noyer, ha ribadito per l'ennesima volta che è il governo a dover chiedere aiuti e ha assicurato che l'Omt non rischia di far accelerare l'inflazione nell'Eurozona. Anzi, a suo avviso, rafforzerà la stabilità dei prezzi, aiutando l'area euro a evitare rischi di deflazione. "Se ci fosse deflazione in parti dell'area euro, allora non staremmo centrando il nostro obiettivo", ha ricordato Noyer. Per il banchiere centrale, infatti, i Paesi che si trovano di fronte ad alti costi di finanziamento potrebbero cadere in una spirale deflativa.
Oltre alle preoccupazioni per la crisi del debito in Europa ha pesato sul sentiment il dato sulla produzione industriale Usa a ottobre, scesa a sorpresa dello 0,4% rispetto a settembre (consenso: +0,2% mese su mese) in scia agli effetti dell'uragano Sandy. Alta la tensione anche per le violenze in Medio Oriente e per il fiscal cliff mentre sono in corso le negoziazioni tra i funzionari dell'amministrazione Obama e i parlamentari con l'obiettivo di trovare un compromesso sui tagli alla spesa e sugli aumenti delle tasse che potrebbero scattare nel 2013.
A Piazza Affari tra i peggiori titoli Telecom (-4,68% a 0,682 euro) penalizzata dai rumors su un possibile stop allo scorporo della rete. Con essa i titoli bancari, malgrado l'andamento non così negativo dello spread: Bpm(-5,21% a 0,3657 euro), Mediobanca (-3,64% a 4,234 euro), Unicredit (-3,29% a 3,354 euro), Ubi banca (-3,3% a 2,694 euro), Intesa Sanpaolo (-3,19% a 1,185 euro).
In forte calo anche Exor (-3,9% a 18,71 euro), su cui Goldman Sachs ha tagliato il rating da buy a neutral togliendo il titolo dalla sua Buy List, dopo la recente forte performance. Nel resto del listino, male DeLonghi dopo che Soparfi, la holding della famiglia De Longhi, ha completato la cessione dell'8% del capitale di DeLonghi tramite un accelerated bookbuilding, a un prezzo di 9,5 euro per azione.
Ma anche Maire (-22,42% a 0,343 euro) dopo che ieri la società ha annunciato un aumento di capitale e su cui Kepler ha ridotto il target price da 0,50 a 0,26 euro, confermando la raccomandazione reduce. Non solo, il broker ha ridotto anche le stime sul risultato netto del 69% per il 2013 e del 33% per il 2014. Gli analisti credono che l'aumento di capitale possa essere di 200 milioni di euro, a fronte di una capitalizzazione di mercato attuale di 150 milioni di euro e ritengono che la diluizione per gli azionisti sarebbe significativa in quanto l'emissione di nuove azioni sarebbe finalizzata principalmente a ridurre il debito.
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