Di Ester Corvi
Le obbligazioni dei mercati emergenti hanno messo a segno un'ottima performance nel corso del 2012. L'indice JP Morgan Global Composite, che sintetizza l'andamento di questi strumenti, evidenzia infatti un aumento del 13% in valuta locale e oltre il 16% in dollari Usa.
Questa dinamica è stata trainata dal generose iniezioni di liquidità da parte della principali banche centrali, così come dalla mancanza di alternative di investimento sicure e attraenti sui mercati obbligazionari dei Paesi sviluppati. Anche nel 2013, secondo gli specialisti di Bank Sarasin, gli emerging market attrarranno alti flussi di investimento. Ecco tre buone ragioni per puntare sulle obbligazioni emergenti, selezionando le emissioni in valuta locale o in dollari Usa.
1) La caccia al rendimento rimarrà uno dei dominanti sul mercato dei bond nel 2013. Con rendimenti inferiori all'uno per cento nel segmento 5 anni, gli investitori dalle economie più sviluppate sono costretti a cercare occasioni altrove. E i bond degli emerging market sono una valida alternativa.
Investire in obbligazioni dei mercati emergenti non è tanto un disperato tentativo di ottenere rendimenti senza valutarne i rischi, quanto una conseguenza della trasformazione dei mercati mondiali. Se infatti nel 2008 il mercato obbligazionario europeo offriva strumenti con rating investment grad a rendimenti interessanti, adesso la situazione è completamente diversa. I bond con rating tripla A di quei mercati riescono infatti a malapena a generare un rendimento e le obbligazioni dei mercati emergenti possono colmare il vuoto.
2) Gli alti tassi di crescita delle economie emergenti promettono di generare rendimenti relativamente elevati in futuro. A differenza dei mercati periferici di Eurolandia, secondo gli specialisti della banca elvetica, le obbligazioni ad alto rendimento degli emerging market vantano anche fondamentali molto solidi.
Per fortuna il temuto hard landing dell'economia cinese, che molti economisti prevedevano a metà del 2012 non si è concretizzato. Si è invece verificato un rallentamento che non esaurisce le possibilità di ripresa dell'economia asiatica, che permetterà di tenere sotto controllo l'inflazione. In questo scenario gli esperti si aspettano che le principali banche centrali dei mercati emergenti mantengano stabili i tassi di riferimento, contribuendo a sostenere i loro mercati obbligazionari.
3) Gli investitori sono diventati molto sensibili al rischio. Il terzo tema importante, a parte la caccia al rendimento e i fondamentali economici, è l'ipersensibilità degli investitori al rischio. Dal crollo di Lehman Brothers, gli investitori temono che lo scenario peggiore si nasconda dietro ogni angolo.
Tuttavia l'inizio del 2013 dovrebbe dare pochi motivi di preoccupazione. Secondo le previsioni di Sarasin, l'economia globale registrerà una performance positiva nel primo trimestre e le preoccupazioni sul crollo di Eurolandia passeranno decisamente in secondo piano. Verso la metà dell'anno la situazione potrebbe invece complicarsi, poichè le paure di recessione e la crisi del debito in euro torneranno alla ribalta. In queste circostanze, gli investitori potranno andare alla ricerca di valide alternative nei mercati obbligazionari asiatici, che sono caratterizzati da bassa volatilità e che quindi offrono il miglior profilo rischio/rendimento.
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