Credit Suisse, cinque motivi per essere ottimisti sui mercati azionari

Written By Unknown on Sabtu, 16 Maret 2013 | 15.11

Di Ester Corvi

Le buone notizie che arrivano dagli Usa inducono gli esperti a guardare con maggiore ottimismo alle potenzialità di Wall Street, che dopo lo slancio recente potrebbe salire entro fino anno a quota 1.640, con un potenziale del 5,5%. E' la proiezione degli analisti del Credit Suisse, che hanno rivisto al rialzo le loro stime anche per gli altri listini, con l'Eurostoxx 50 che può arrivare a 2.800 (+3,5%), il Ftse100 a 7.000 (+8%), il Nikkei 225 a 13.000 (+6,2%) e l'Msci World a 410 (+5,9%). Ecco cinque motivi che sosteranno la ripresa delle borse mondiali.

1) La crescita del Pil globale. Il settore privato negli Usa sembra abbastanza forte da compensare l'inasprimento fiscale fino al 2,5% del Pil 2013, mentre in Eurolandia la possibilità di attivare l'Omt ha consentito la discesa del rendimenti dei titoli spagnoli a tre anni al 2,5%. Anche dal Giappone arrivano segnali positivi, con i politici che sembrano determinati a mettere fine alla fase di deflazione tramite l'attivismo della Bank of Japan e la politica fiscale. In sintesi il Pil mondiale dovrebbe evidenziare la prima crescita in undici trimestri.

2) L'attivismo delle banche centrali. Da dicembre i bilanci delle banche centrali hanno accusato il maggiore calo dal 2009. Ma questa situazione, secondo gli specialisti dell'investment bank elvetica, è destinata a cambiare. A loro parere sia la Bank of Japan sia la Bank of England diventeranno più aggressive, mentre nel frattempo il bilancio della  Bce si è contratto del 14% dai massimi. L'espansione attesa dei bilanci degli istituti centrali avrà la conseguenza di incrementare le aspettative di inflazione e aumentare la liquidità in eccesso. Due effetti che migliorano l'appeal delle azioni rispetto ad altri strumenti finanziari. Il quadro ideale per i mercati azionari è caratterizzato da una fase senza inflazione attuale e aspettative inflazionistiche per il futuro: lo scenario che proseguirà fino al 2015.

3) Il buon avvio del 2013. Dal 1970, quando i mercati azionari sono saliti di almeno il 6% fra gennaio e febbraio, le borse sono cresciute nella restante parte dell'anno in media dell'11% statisticamente nel 90% dei casi. La sola eccezione è il 1987, ma perfino in quell'anno le azioni riuscirono a mettere a segno una performance del 18% fra la fine di febbraio e la metà di agosto prima di crollare del 20% durante il Lunedì nero (Black monday).

4) Le valutazioni sono interessanti. Il risk premium del mercato Usa è intorno al 6%. Un dato che indica una sottovalutazione delle azioni rispetto ai bond in base al modello elaborato dagli analisti del Credit Suisse, centrato sull'ipotesi di un rendimento medio dei dividendi 2013 del 2,2% che sale al 3% se si assume un rapporto di payout del 45%.  

5) Gli spostamenti nell'asset allocation. Le quotazioni delle azioni sono più che raddoppiate dal marzo del 2009 nonostante deflussi per 120 miliardi di dollari dai fondi azionari globali. Di recente il quadro è cambiato e ci sono stati flussi in entrata sia nei fondi retail sia in quelli istituzionali. Un segnale incoraggiante che è rafforzato dal sondaggio recente svolto dalla banca d'affari elvetica, che indica come l'80% degli interpellati si aspetti che le azioni siano l'asset che evidenzierà la migliore performance nei prossimi cinque anni, contro lo 0,3% che punta sui bond. Nei prossimi mesi le aspettative sono quindi di un deciso spostamento dell'asset allocation dei grandi investitori verso le azioni.



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