Di Francesca Gerosa
Il circolo vizioso del contesto congiunturale sfavorevole e delle condizioni di credito difficili prosegue e continua a mettere in pericolo la redditività delle banche italiane, secondo gli analisti di Banca Akros che, in vista dei conti del primo trimestre degli istituti di crediti, dicono di aspettarsi risultati complessivamente deboli a livello di generazione di ricavi con alti impairrment sui prestiti
Le condizioni cicliche avverse, la doppia recessione in Italia e il rallentamento della crescita globale stanno minando le condizioni finanziarie delle imprese e i loro tassi di default sono peggiorati ulteriormente, raggiungendo nuovi massimi dal lancio dell'euro. Nel dicembre 2012 le sofferenze lorde sono state superiori al 7% (al 3,5% al netto degli accantonamenti).
Per l'aggregato dei crediti problematici (sofferenze, incagli, esposizioni ristrutturate ed esposizioni scadute), il ratio Npl si è attestato al 13,4% (all'8,7% al netto degli accantonamenti). Dati i crescenti crediti in sofferenza, la Banca d'Italia ha agito prima della pubblicazione dei risultati 2012 e ha chiesto di verificare l'adeguatezza dei rapporti di copertura. Di conseguenza, la copertura di tutti i crediti in sofferenza ha raggiunto il 38,8% a dicembre, circa 2 p.p. in più rispetto al mese di settembre, mentre la copertura delle sofferenze il 54,6%.
La Banca d'Italia ha inoltre ricalcolato questi rapporti con metodi in linea con quelli adottate da molte banche estere, cioè escludendo i prestiti interamente coperti da collateral e garanzie. In questo modo i crediti in sofferenza delle banche italiane sarebbero inferiori del 32% di quanto dichiarato, con un rapporto del 8,5% per i crediti dubbi a giugno 2012 (rispetto al 12,4% dichiarato) e un rapporto di copertura del 54,9% (contro il 37,4% dichiarato), superiore al 51,1% della media europea.
Il deterioramento della qualità del credito va in parallelo con la persistente frammentazione dei mercati del funding wholesale e la trasmissione della politica monetaria nella zona euro. Di conseguenza, le banche italiane hanno significativamente variato il prezzo dei loro prestiti. Queste azioni di repricing hanno avuto un devastante effetto sulla domanda di credito, sia per i prestiti alle imprese sia per i mutui residenziali.
Di conseguenza, i prestiti al settore privato non finanziario hanno continuato a contrarsi. La crescita dei depositi, al contrario, non è un problema per le banche italiane, diversamente da altri Paesi periferici della zona euro, anche se la situazione si sta normalizzando in alcuni di essi.
Per concludere, Banca Akros si aspetta un margine di interesse debole nel primo trimestre 2013 dalle banche italiane, in media in calo del 10% anno su anno e nel migliore dei casi (Credem) piatto e nel peggiore dei casi (Mps) in flessione del 40%. Le commissioni nette, al contrario, sono visti in crescita grazie al flusso positivo dell'asset management.
Dato l'inizio d'anno molto debole, gli esperti di Banca Akros hanno abbassato le stime di eps di Ubi Banca e tagliato il target price da 3,75 a 3,5 euro (hold ribadito). Hanno invece confermato la loro preferenza per Intesa Sanpaolo (accumulate) e Mediobanca (accumulate) data la loro efficienza superiore efficienza e i migliori coefficienti patrimoniali.
Visti i fondamenti molto deboli, i titoli bancari italiani hanno sottoperformato i titoli governativi italiani a marzo, a seguito dei risultati2012 inferiori alle attese, mentre la correlazione tra le due classi di asset si è ripresa nel mese di aprile. "Ora temiamo che i cattivi risultati del primo trimestre possano rappresentare un'altra possibilità di prendere profitto sulle banche italiane", avvertono gli analisti di Banca Akros.
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