Di Francesca Gerosa
Saipem pesa sui conti di Eni. Il colosso oil ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 1,82 miliardi di euro (-51%) e un utile netto adjusted pari a 1,96 miliardi (-46%), inclusa la perdita di Saipem contabilizzata nel secondo trimestre. Sulla base di questi risultati, il cda ha proposto un acconto di dividendo di 0,55 euro per azione da mettere in pagamento a partire dal 26 settembre con stacco cedola il 23 settembre.
"I risultati del semestre di Eni hanno risentito di un contesto economico difficile in Italia e in Europa, di interruzioni di produzione in Libia e Nigeria e della caduta dei risultati di Saipem", ha commentato l'ad di Eni, Paolo Scaroni, comunque soddisfatto dei progressi operativi ottenuti nel semestre: 6 avvii di produzione sugli 8 previsti in tutto il 2013, e delle rinegoziazioni dei contratti gas con Sonatrach e Gazprom. "Grazie a questi successi prevediamo un significativo miglioramento dei risultati nel prossimo semestre".
In particolare, l'outlook 2013 è caratterizzato dai rischi e dalle incertezze che gravano sulla ripresa economica mondiale a causa della prolungata fase recessiva dell'eurozona. Il prezzo del petrolio è sostenuto dai rischi geopolitici in un quadro di leggero indebolimento dei fondamentali a causa di un surplus globale di offerta. Il management di Eni prevede il perdurare di condizioni negative nei settori europei del gas, della raffinazione e marketing di carburanti e della chimica.
La domanda di commodity energetiche è in contrazione a causa della stagnazione economica; i margini unitari sono esposti alla pressione competitiva in un quadro di estrema volatilità. In tale scenario il recupero di redditività nei settori Gas & Power, Refining & Marketing e da Versalis dipenderà principalmente dalle azioni del management di miglioramento della posizione di costo e di efficienza.
Solo nel secondo trimestre l'utile netto adjusted di Eni è stato pari a 0,58 miliardi (-55%), sotto le stime del consenso a 0,65 miliardi di euro, e l'utile netto di 0,28 miliardi (+76%). La contrazione dell'utile netto adjusted nel secondo trimestre ha riflesso anche il peggioramento della performance operativa e un tax rate consolidato del 91,2%, in aumento di quasi trenta punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2012. I risultati hanno evidenziato, inoltre, un utile operativo adjusted di 1,95 miliardi di euro nel trimestre (-51%), anche in questo caso sotto le attede del consenso a 2,08 miliardi, e 5,66 miliardi nel semestre (-43%).
Al 30 giugno l'indebitamento finanziario netto è salito a 16.492 milioni, 981 milioni in più rispetto al 31 dicembre 2012, per la minore fattorizzazione di crediti commerciali. Rispetto al 31 marzo 2013 l'indebitamento finanziario netto è invece aumentato di 507 milioni. Il leverage pari allo 0,27 al 30 giugno 2013 è aumentato rispetto allo 0,25 del 31 dicembre 2012.
Il cash flow è stato pari a 1,95 miliardi nel trimestre e 4,75 miliardi nel semestre a fronte di investimenti tecnici, pari a 2,81 miliardi di euro nel secondo trimestre (5,93 miliardi nel semestre), che hanno riguardato principalmente lo sviluppo di giacimenti di idrocarburi. Nel semestre sono, invece, stati sostenuti 0,18 miliardi di investimenti finanziari.
Quanto alla produzione di idrocarburi nel secondo trimestre è stata di 1,648 milioni di boe/giorno (1,624 milioni di boe/giorno nel semestre 2013), sostanzialmente invariata rispetto al secondo trimestre 2012, -0,5% (-2,7% rispetto al semestre 2012). Il livello di produzione è stato penalizzato da eventi di forza maggiore in Nigeria, particolarmente rilevanti, e in Libia, e dai disinvestimenti del 2012 (cessione del 10% del giacimento Karachaganak e disinvestimento di Galp), mentre ha beneficiato solo parzialmente dell'operatività della piattaforma Elgin/Franklin nel Regno Unito non in produzione nel 2012 a causa di un incidente. Per cui la società ha rivisto al ribasso le stime sulla produzione 2013 da crescita a un andamento piatto.
"I risultati di Eni sono senza grandi sorprese, si è trattato di numeri deboli come nelle previsioni. L'aspetto più negativo è il calo della produzione e il taglio delle previsioni future. Ci aspettiamo un avvio debole del titolo in borsa e confermiamo il giudizio neutral", ha commentato a caldo un analista di una sim milanese.
Eni ha anche comunicato di aver effettuato un'importante scoperta di olio e gas nell'offshore del Congo nel prospetto esplorativo Nenè Marine, situato nel Blocco Marine XII a circa 17 chilometri dalla costa. La società del Cane a sei zampe stima volumi, provati con i due pozzi sinora perforati, per circa 600 milioni di barili di olio e 20 miliardi di metri cubi di gas, ma ritiene altresì che la struttura abbia un considerevole potenziale aggiuntivo che verrà valutato con altri pozzi di delineazione.
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