Di Francesca Gerosa
Il settore tlc europeo (+2,47% allo Stoxx) è stuzzicato stamani dall'operazione Verizon-Vodafone e ora si guarda a Telecom italia (+5,29% a 0,5575 euro a Piazza Affari), prossima a essere coinvolta nel consolidamento del settore. "Noi continuiamo a credere che nel mercato europeo delle tlc succederà qualcosa a causa della frammentazione attuale non più sostenibile su una base mondiale", suggeriscono gli analisti di Mediobanca Securities.
Chiaramente, "l'interesse per il mercato italiano sta aumentando come conseguenza di una guerra insostenibile dei prezzi nel business mobile, che probabilmente terminerà dopo un'estate estremamente calda, e dei primi segni tangibili di ripresa economica del Paese", aggiungono alla banca d'affari.
Svariate le ipotesi che circolano sul mercato: un'acquisizione da parte di Vodafone, che però potrebbe anche puntare alla sola Fastweb, o di America Moviles. I due colossi potrebbero essere interessati agli asset italiani di TI o anche al solo a quelli brasiliani.
Ma non è escluso che il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, che ha recentemente escluso un aumento di capitale e la vendita di Tim Brasil, possa ritentare la carta dell'aumento di capitale riservato a un socio industriale, come nel caso dei falliti tentativi di coinvolgere Sawiris e Hutchison. Il tutto per rafforzare la struttura patrimoniale della società ed evitare il downgrade da parte di Moody's. In alternativa, potrebbe tornare in gioco anche una fusione Telefonica/Telecom Italia.
D'altra parte come ben hanno sintetizzato oggi gli analisti di Bernstein (rating outperform e target price a 1 euro) per Telecom Italia sono cambiate quattro cose: la holding di controllo Telco (principale azionista di TI con una quota del 22,4%) probabilmente si scioglierà, il rischio di un aumento di capitale o di uno stop del governo a eventuali deal è diminuito, l'acquisto di una semplice quota di Telco per ottenere il controllo del gruppo probabilmente verrebbe stoppato da Telefonica e il deal Vodafone/Verizon Wireless accelererà la globalizzazione del settore.
In effetti, anche per gli analisti di Intermonte (rating neutral confermato) le basse valutazioni di Telecom Italia, la necessità di evitare il downgrade da parte delle agenzie di rating e la volontà di disimpegno di parte degli azionisti italiani in Telco sono tutti fattori che rendono ipotizzabili tentativi di aggregazione per Telecom Italia.
Quindi per Telecom Italia tale attesa speculativa sarà ulteriormente sostenuta se, come atteso, nel corrente mese i soci di Telco approfitteranno della finestra per disdire il patto sociale, spiegano gli analisti di Equita. Negli ultimi mesi sia Mediobanca sia Generali hanno espresso la loro volontà di uscire dal patto.
Inoltre il 15 settembre dovrebbe tenersi un cda strategico del gruppo italiano. "Immaginiamo che quest'ultimo aggiorni anche sul piano di scissione della rete mentre dovrebbero essere premature comunicazioni più "sensitive", come negoziati con nuovi possibili soci o disponibilità a considerare la cessione di Tim Brazil, mirate a scongiurare un possibile downgrade da parte di Moody's prima della fine dell'anno", aggiungono gli analisti di Equita.
Comunque nel complesso gli analisti di questa sim vedono il titolo TI giustamente sostenuto da elementi speculativi di breve periodo ma con upside relativamente contenuto vista l'incertezza sulla struttura finanziaria e la possibile azione delle agenzie di rating. Per questo ribadiscono il rating hold e il target price a 0,6 euro.
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