Di Luisa Leone
Ok di Finmeccanica all'ingresso del Fondo Strategico di Cdp in Ansaldo Energia, e strada spianata anche per cessione delle controllate nel settore ferroviario. Il board del gruppo della difesa ha sancito la vendita del 99,55% della controllata attiva nella produzione di turbine a Fsi, che metterà sul piatto 777 milioni per rilevare il 40% in mano a Finmeccanica e il 45% di First Reserve, accollandosi in più il debito di circa 300 milioni di Ansaldo Energia.
L'operazione però si articolerà in due fasi: la prima, il cui closing è previsto entro fine anno, vedrà passare al fondo di Cdp l'84,55% di Ansaldo, con Finmeccanica che manterrà il 15%, ottenendo subito 273 milioni e potendo deconsolidare circa 220 milioni di debiti, con un effetto complessivo di circa 500 milioni sui conti. Nel secondo semestre del 2017 Fsi dovrebbe poi acquistare il rimanente 15% a un prezzo di circa 117 milioni.
In più è previsto un possibile aggiustamento di prezzo, per gli anni tra il 2014 e il 2016, fino a un incasso massimo di 130 milioni per Finmeccanica. Si tratta certamente di un primo punto importante per Finmeccanica, che solo qualche settimana fa ha subito il declassamento a junk anche da Moody's, proprio per la lentezza delle cessioni. Ora il gruppo «Potrà sviluppare tecnologie e prodotti tanto civili quanto militari, che ne rappresentano l'attività caratteristica, creando valore per gli azionisti e contribuendo alla crescita del patrimonio tecnologico del sistema industriale italiano», si legge in una nota.
E per Finmeccanica ora la strada sembra in discesa, visto che l'ad Alessandro Pansa e il presidente Giovanni De Gennaro sembrano aver trovato la giusta sintonia con il governo Letta per quanto riguarda gli asset civili. Non è certo un caso, infatti, che il dossier Ansaldo Energia si sia sbloccato dopo l'incontro a Palazzo Chigi tra i vertici di Finmeccanica e l'ad di Cdp Giovanni Gorno Tempini.
In un secondo momento potrebbe poi rientrare nella partita anche la Doosan, superata da Fsi all'ultimo momento. Finmeccanica e Fsi infatti ieri hanno anche firmato un memorandum, non vincolante, che indica Doosan come «interlocutore prioritario» in caso si decida di aprire l'azionariato della società a un partner industriale.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza Fsi sarebbe è già in trattative per cedere la maggioranza del capitale. Ci sono stati contatti con sei soggetti industriali e al momento in pole position ci sarebbero un gruppo dell'estremo oriente, probabilmente Doosan, e uno americano. Non solo, questo accordo prevede anche che saranno valutate «opportunità relative a operazioni strategiche nell'ambito del comparto ferroviario, anche attraverso il coinvolgimento di importanti operatori internazionali».
Su questo fronte, però, è difficile che si possa arrivare a una soluzione entro fine anno, perché per permettere l'intervento di del braccio armato di Cdp servirà prima creare una bad company in cui far confluire gli asset problematici di AnsaldoBreda, come i contratti con la Danimarca e quelli con le ferrovie belghe-olandesi.
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