Di Francesca Gerosa
Le borse europee partono di slancio in scia a Wall Street e a Tokyo. Stanotte il numero uno della Fed, Ben Bernanke, ha ribadito l'importanza di impedire un eccessivo raffreddamento dei prezzi al consumo. Sul tasso annuo la Banca centrale americana ha un obiettivo del 2%. Rivendicando l'operato finora positivo dell'Istituto centrale, riuscito a far ripartire la locomotiva Usa, il banchiere si è augurato che il tasso di disoccupazione possa presto scendere al 5% dall'attuale 7%.
In agenda oggi l'intervento alla Commissione Bancaria del Senato del prossimo governatore della Fed, Janet Yellen, per cercare di capirne le linee d'azione. "La Fed andrà avanti con le misure straordinarie messe in campo per sostenere l'economia americana", questo il succo dell'intervento che terrà davanti ai senatori che dovranno dare il via libera alla sua nomina (il testo è stato anticipato alla stampa).
La Yellen, dunque, assicurerà continuità alla politica del suo predecessore perché resta ancora "molto da fare per aiutare l'economia e il mercato del lavoro". Gli ultimi dati indicano che la disoccupazione, nonostante una costante crescita dei nuovi posti di lavoro, resta sopra il 7%, ancora troppo alta. Dopo queste indicazioni il dollaro è tornato a scendere e stamattina è scambiato a 1,3465 contro l'euro.
Lo spread è sostanzialmente stabile in avvio di giornata. Il differenziale tra i Btp e i Bund decennali si porta a 237 punti rispetto ai 239 della chiusura di ieri, con il rendimento del titolo italiano al 4,10%. A Piazza Affari, dove il Ftse Mib sale dello 0,67% a 18.858 punti, Telecom Italia reagisce con un +0,52% a 0,6765 euro alla vendita a Fintech dell'intera quota (22,72%) di Telecom Argentina per un importo complessivo di 960 milioni di dollari.
Separatamente il presidente di Telefonica, Cesar Alierta, ha detto in un'intervista che il gruppo spagnolo non salirà oltre il 15% di Telecom Italia e ha ribadito che il suo obiettivo è far tornare a crescere TI tramite investimenti sulle reti di nuova generazione. In merito alla possibile uscita dalla holding di controllo, Telco, da parte di Mediobanca e Generali a giugno, il numero uno di Telefonica ha puntualizza che la società spagnola non lo farà e "penso che anche gli altri, Mediobanca compresa, resteranno in Telco fino al termine di febbraio 2015".
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