«Purtroppo bisognerebbe vivere in un mondo dei sogni per credere in una soluzione che ricomponga lo scontro prima dell'assemblea». Così un banker addentro alle recenti vicende della finanza senese commenta il braccio di ferro in atto tra il Monte dei Paschi e il suo azionista di maggioranza, la Fondazione Mps. Giovedì 12 il consiglio di amministrazione di Rocca Salimbeni ha rispedito al mittente le richieste della Fondazione, ribadendo con forza la tempistica dell'aumento di capitale da tre miliardi.
La posizione di Palazzo Sansedoni, ha spiegato il board in un documento, «non appare pienamente condivisibile», visto che «la principale priorità per la banca è rappresentata dal raggiungimento dell'obiettivo di ricapitalizzazione». A questo punto soltanto una soluzione di emergenza potrebbe evitare la conta in assemblea, anche se questa ipotesi viene descritta dal banker come «da mondo dei sogni». Da un lato infatti le undici banche creditrici dell'ente non sembrano disponibili a rimettere in discussione senza garanzie l'accordo di ristrutturazione trovato nel 2012.
D'altra parte la vendita del pacchetto Mps appare improbabile, visto che un compratore speculativo troverebbe senza dubbio più conveniente acquistare direttamente le nuove azioni sotto aumento di capitale che non comprare dalla Fondazione. Senza contare che l'ipotesi di una cessione della quota alle banche creditrici, ventilata nei giorni scorsi, è del tutto impraticabile.
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Inviato il: 13/12/2013 23.59
Da: delaware
Inviato il: 13/12/2013 23.11
Da: ElvisAaronPresley
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