Di Francesca Gerosa
Le borse europee sono contrastate in avvio di seduta con gli investitori che attendono la tornata di dati macro americani in agenda questa settimana che potrebbero dare maggiore visibilità alle prospettive legate al pacchetto di stimoli della Fed. Sotto la lente il Pmi manifatturiero a novembre negli Stati Uniti e l'Ism manifatturiero a novembre atteso a 55,5 da 56,4.
Nel caso dell'Italia l'indagine Pmi relativa allo stato di salute del settore manifatturiero a novembre dovrebbe indicare una risalita di due decimi di punto da ottobre a 50,9. Da ricordare che i numeri Istat sulla fiducia delle imprese manifatturiere pubblicati giovedì scorso hanno superato il consenso, mostrando un incremento a novembre al nuovo record da agosto 2011.
Nelle prime contrattazioni lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi è stabile a 234 punti. Il rendimento è al 4,05%. Mentre il differenziale Bonos/Bund segna 242 punti per un tasso del 4,13%. Si apre una nuova settimana importante e potenzialmente ancora in salita per l'esecutivo di Enrico Letta. Oggi il premier salirà al Colle per discutere con Giorgio Napolitano le modalità del nuovo voto di fiducia.
Sul listino milanese il Ftse Mib scende dello 0,28% a quota 19.137 punti. Tra i singoli titoli, Telecom Italia apre a quota 0,7155 euro (-0,35%) dopo aver smentito che siano in corso contatti con potenziali acquirenti per Tim Brasil, che se ne persegua la dismissione o la combinazione con altri operatori, che siano pervenute offerte d'acquisto sia pure unsolicited".
Insomma il colosso tlc ha ribadito la strategicità della partecipazione in Tim Brasil e del mercato brasiliano, chiarendo che i rumor di presunti progetti di deconsolidamento e/o valorizzazione totale o parziale dell'asset brasiliano descritti e ripresi da giornalisti, commentatori e analisti "sono illazioni destituite di fondamento".
Invece Unicredit (+0,47% a 5,36 euro), Intesa Sanpaolo (+0,56% a 1,79 euro), Mps (+0,21% a 0,1872 euro) e Bnl hanno sottoscritto con Fondo Strategico Italiano, F2i Sgr e Orizzonte Sgr un accordo per la cessione del 59,3% del capitale di Sia, di cui il 28,9% detenuto da Intesa Sanpaolo, il 20,1% da Unicredit, il 5,8% Monte dei Paschi di Siena e il 4,5% da Bnl. Il prezzo è stato determinato sulla base di una valutazione del 100% del capitale di Sia pari a 765 milioni. Al termine dell'operazione, i tre acquirenti deterranno le seguenti partecipazioni: Fondo Strategico Italiano il 42,3%, F2i Sgr il 10,3%, Orizzonte Sgr il 6,7%.
Intesa Sanpaolo e Unicredit manterranno ciascuno il 4% del capitale di Sia, mentre Mps e Bnl usciranno dalla compagine sociale e gli altri attuali azionisti di Sia conserveranno nell'insieme una quota del 32,7%. Unicredit, al perfezionamento della cessione del 20,1% del capitale di Sia, prevista entro il primo semestre 2014, registrerà un beneficio netto pari a circa 140 milioni di euro sull'utile netto consolidato e a circa 3 centesimi di punto sul Core Tier 1 (Basilea 2.5) e sul Common Equity Tier 1 ratio (Basilea 3).
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