Il 2014 dei mercati finanziari secondo Societe Generale

Written By Unknown on Kamis, 05 Desember 2013 | 15.11

Di Ester Corvi

Da un'impostazione prudente a una più aggressiva. Gli specialisti di Societe Generale, delineando le strategie di investimento per il 2014, hanno incrementato la quota in azioni, in funzione dello spazio di rialzo dei listini internazionali, e ridotto quella in liquidità. Sui mercati obbligazionari il consiglio è invece underweight (sottopesare), così come per le commodity. Ecco le loro previsioni in dieci punti.

1)Usa. Negli Stati Uniti si rafforzerà la crescita economica, con il pil che è stimato in aumento del 2,9% nel 2014 (dall'1,7% nel 2013) e del 3,3% nel 2015. Il tapering dovrebbe cominciare a marzo, ma la Fed farà di tutto per mantenere i tassi comunque bassi. Secondo le previsioni degli esperti della banca d'affari francese, l'indice S&P 500 salirà a quota 1950 a fine 2014, per scendere nel 2015 (1.900) e nel 2016 (1.850).

2)Eurolandia. Nel 2014 l'Eurozona uscirà dalla recessione, grazie anche alla politica espansiva della Bce. Il pil è previsto in aumento dello 0,6% nel 2014 (da -0,45 del 2013) e dell'1,2% nel 2015. L'unico Paese che crescerà più della media nei prossimi 12 mesi sarà la Germania (+1,4%), con un impatto positivo sul mercato azionario , visto che il Dax 30 è atteso a quota 10.200 a fine 2014, per poi scendere a 9.900 nel 2015.

3)Italia. La situazione economica migliorerà gradualmente: il pil passerà infatti dal -1,9% del 2013, al +0,3% del 2014 e +1% del 2015. Grazie alla maggiore fiducia degli investitori, Piazza Affari potrà continuare a salire, anche se non si possono escludere fasi di forte volatilità legate alla situazione politica, con l'indice Ftse Mib che è stimato a quota 22.500 a fine 2014 e 27.000 nel 2015.

4)Settore petrolifero. I titoli petroliferi hanno registrato nel 2013 una performance inferiore alla media nel 2013, soprattutto nel periodo gennaio-luglio, trainati al ribasso da Shell. Da agosto il settore si è mosso in linea con il mercato, grazie al recupero dei big come Total e BP, ma alle quotazioni attuali è decisamente sottovalutato se confrontato con un prezzo del Brent intorno a 110 dollari/barile.

5)Oro. Il prezzo del metallo giallo è destinato a scendere ancora, a causa della crescita negli Usa e del rafforzamento del dollaro e dell'aumento dei rendimenti reali. Nel quarto trimestre 2014 dovrebbe toccare 1.050 dollari l'oncia, per tornare a una media di 1.100 dollari nel 2015.

6)Commodity. Per le materie prime il 2014 non sarà un anno molto favorevole, con qualche eccezione. Il prezzo del Brent è stimato 108 dollari al barile nel quarto trimestre del 2014, per salire a 110 nel 2015. Per il rame su entrambe le scadenze la proiezione è 6.500 dollari/tonnellata, inferiore alle quotazioni attuali, mentre nel caso dello zinco sale rispettivamente a 2.075 e 2.150 dollari/tonnellata. In forte rialzo l'alluminio (1.950 dollari/tonnellata a fine 2014), così come il nickel (15.000 dollari/tonnellata).

7)Mercati emergenti. Gli emerging market saranno più vulnerabili a causa della minore liquidità globale e dell'aumento dei rendimenti negli Stati Uniti. Gli analisti consigliano quindi di dare la preferenza alle valute emergenti più difensive rispetto a quelle rischiose. Nel primo gruppo rientrano il nuovo dollaro di Taiwan, la corona ceca e il dollaro di Singapore, mentre è meglio evitare la rupia indiana, il real brasiliano, il rand sudafricano e il fiorino ungherese, perché a causa dei deboli fondamentali saranno sotto pressione.

8)Regno Unito. La ripresa sta prendendo forma nel Regno Unito e la Bank of England, che è adesso concentrata sui problemi del mercato immobiliare, sarà la prima ad adottare una politica più restrittiva, mentre la Bce manterrà un orientamento accomodante per supportare la ripresa di Eurolandia ed evitare l'inflazione. La sterlina è destinata quindi a rafforzarsi nei confronti dell'euro. Guardando al listino, l'indice Ftse 100 è previsto a quota 7.000 nel quarto trimestre 2014 e in calo a 6.700 nel 2015.

9)Mercati obbligazionari. Con l'incremento dei rendimenti a lungo termine negli Usa, le strategie di investimento degli ultimi due anni cominceranno ad essere vulnerabili. Il consiglio degli analisti di Societe Generale è di sottopesare i bond corporate dei mercati emergenti e quelli statunitensi, spostando il focus sull'Europa.

10)Giappone. La politica monetaria della Bank of Japan continuerà ad essere espansiva e le società nipponiche beneficeranno della svalutazione dello yen (il target a fine 2014 dollaro/yen è 108), del calo dell'imposizione fiscale sulle imprese e della speranza di mettere fine alla deflazione, con la conseguenza di ridurre il risk premium delle azioni. L'indice Nikkei 225 è previsto a quota 18mila a fine 2014 e 20mila nel 2015.

 



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