Di Francesca Gerosa
Borse europee con il segno meno davanti in avvio di seduta sulla scia dell'andamento negativo di Wall Street e delle borse asiatiche. I buoni dati macro statunitensi alimentano i timori che la Federal Reserve possa ridurre le misure di sostegno all'economia prima del previsto.
Il settore manifatturiero Usa ha infatti toccato il massimo degli ultimi due anni e mezzo a novembre, mentre le spese per le costruzioni sono salite. Si teme quindi che la Fed possa iniziare a ridurre l'acquisto di bond già da gennaio invece che a partire da marzo. Alcuni econbomisti ritengono addirittura che l'istituto centrale possa agire già questo mese.
Lo spread Btp/Bund decennale riparte da quota 237 punti base (235 ieri) per un rendimento del Btp al 4,11% senza subire per ora l'impatto delle dichiarazioni severe rilasciate dal commissario Ue per gli Affari economici e finanziari, Olli Rehn, il quale in un'intervista ha osservato che per quanto riguarda il deficit l'Italia è in linea con gli obiettivi del 3%, anche se di poco, ma che il rientro del debito procede invece troppo lentamente.
"L'Italia deve rispettare un certo ritmo di riduzione del debito e non lo sta rispettando. Per farlo, lo sforzo strutturale avrebbe dovuto essere pari a mezzo punto e del pil e invece è solo dello 0,1%". Quindi "l'Italia non ha margini di manovra e non potrà invocare la clausola di flessibilità per gli investimenti", ha detto Rehn.
Le previsioni di febbraio della Commissione Ue saranno dunque un appuntamento molto importante per l'Italia. "Se il governo per quella data ci fornirà risultati concreti e soddisfacenti, ne terremo conto per calcolare i possibili effetti sui margini di manovra a disposizione del Paese", ha aggiunto il commissario.
Sul listino milanese, dove il Ftse Mib sale ma solo dello 0,15% a 18.759 punti, reggono le banche. Oggi Nomura in uno studio sul settore bancario italiano ha alzato il target price di Ubi Bnaca (+0,37% a 4,93 euro) da 4 a 5,8 euro, confermando il rating buy. Mantiene il rating neutral su Bpm (+0,09% a 0,4385 euro) di cui però ha rivisto il prezzo obiettivo da 0,46 a 0,50 euro, reduce sul Banco Popolare (+0,44% a 1,378 euro) e su Unicredit (sulla parità a quota 5,28 euro) anche se ha ritoccato sempre al rialzo i target price, da 1,28 a 1,60 e da 4 a 4,50 euro, rispettivamente. Invece, nel caso di Intesa Sanpaolo (+0,57% a 1,776 euro) il rating passa da neutral a buy e il target price da 1,70 a 2,10 euro.
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Rehn non ferma il Ftse Mib, Nomura punta tutto su Intesa
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