Citi, tre titoli assicurativi da comprare e tre da vendere

Written By Unknown on Minggu, 19 Januari 2014 | 15.12

Lo scenario e le valutazioni del settore assicurativo europeo sono ancora attraenti, ma dopo due anni di performance superiore al benchmack è il momento di fare una scelta attenta dei titoli su cui puntare. Ecco secondo gli analisti della banca d'affari americana tre titoli da comprare e altrettanti da vendere.

I titoli più interessanti:

1) Aviva. La compagnia inglese, che capitalizza 16,5 miliardi di euro, merita un prezzo obiettivo di 525 pence, che implica un potenziale di rialzo del 9,6%. Sommato al rendimento della cedola (dividend yield), porta a un total return del 12,9%. La società ha recuperato fortemente nel 2013 dopo il taglio dei dividendi e il nuovo management ha già fatto rapidi progressi per controllare la leva finanziaria, ricostruire la situazione patrimoniale e migliorare la capacità di gestire il cash. Il titolo viene scambiato con un p/e 2014 intorno a nove, che è in linea con i concorrenti (ramo vita e danni). Tuttavia il gruppo ha spazi per ulteriori progressi, conseguenti alla ristrutturazione nel 2014/15, che sarà focalizzata sui precedenti obiettivi. Gli analisti si aspettano che nel lungo termine sia dato maggiore peso al migliorando l'efficienza operativa (compresi nuovi tagli dei costi ) e all'investimento del capitale in aree di crescita.

2) AXA. Il gigante francese (48,8 miliardi di euro di capitalizzazione) è uno dei più attraenti del settore, grazie al margine di rialzo del 20% circa (rispetto al target price di 24 euro) a cui si aggiunge un dividend yield del 4,3%. Sebbene abbia realizzato una buona performance nel 2013, gli esperti ritengono che il titolo sia ancora poco caro, visto che tratta otto volte gli utili attesi a fine anno. Nel 2014/15 la compagnia potrebbe inoltre sorprendere positivamente gli investitori, grazie a) al taglio costi e al miglioramento della redditività, con risultati più rapidi di quanto il mercato si aspetti, b) alla leva gestionale positiva nel business vita, in conseguenza dell'aumento della raccolta, del controllo delle spese e della ripresa degli Stati Uniti, c) ai segnali di crescita nei nuovi business.

3) Delta Lloyd. Il driver principale del titolo fa riferimento alla capacità della compagnia (3,6 miliardi di euro di capitalizzazione) di raggiungere il suo IGD solvency target del 200% prima della fine dell'anno, supportando il pagamento cash dei dividendi. Una prospettiva che dovrebbe avverarsi prima di quanto gli investitori si aspettino, soprattutto con la vendita della banca belga, che potrebbe aumentare il rapporto IGD (che era 183% nell'ottobre 2013) da 5-15 punti percentuali, a seconda del prezzo raggiunto. Rispetto alla quotazione attuale, il potenziale di rialzo è del 10,5% (target price 21 euro), a cui si aggiunge un rendimento della cedola del 5,8%.

I titoli da evitare:

1) Admiral. Il gruppo inglese, che capitalizza 4,4 miliardi di euro, è correttamente valutato secondo gli analisti a 1256 pence,  inferiore alla quotazione attuale (1.404 pence). Il titolo offre un alto dividend yield (7,2%) ma i rischi di ulteriore ribasso del prezzo sono elevati. Admiral viene infatti scambiato con un p/e di 14, oltre la media dei concorrenti del ramo danni (p/e intorno a 11), sebbene registri un aumento degli utili inferiore (4% nel 2012-2015). La compagnia soffre del fatto di essere una grande ed efficiente player nel mercato britannico dell'rca. E' infatti difficile ipotizzare un significativo potenziale di crescita nel Regno Unito, anche quando le condizioni miglioreranno. Infine il payout del 95% implica una bassa flessibilità ad assorbire ogni delusione sul fronte degli utili.

2) Generali. Il Leone di Trieste, che capitalizza 27,1 miliardi di euro, merita un prezzo di 15,3 euro contro una quotazione recente intorno a 17. Il gruppo sta attraversando un'importante trasformazione strategica grazie al nuovo management, che mira a ricostruire il capitale, migliorare il flusso di cassa, ridurre significativamente i costi e far crescere gli utili. Tuttavia, gli esperti ritengono che il titolo sia semplicemente troppo costoso rispetto ai concorrenti, visto che in termini di p/e è sopravvalutato del 20%, a fronte di una valutazione rischio-rendimento poco attraente . Generali potrà raggiungere i suoi obiettivi di redditività, capitale e cash flow, ma questi progressi sono già riflessi nelle stime di consensus.

3) Standard Life. Il target price del gruppo inglese, che capitalizza 10,6 miliardi di euro, è 360 pence, inferiore alle quotazioni recenti (384,5 pence). Il titolo tratta infatti con un p/e di 14, che è superiore ai concorrenti del ramo vita nel Regno Unito e al  settore assicurativo nel suo complesso. Il premio sarebbe giustificato se i tassi di crescita nell'asset management e nel platform business si mantenessero elevati come nel passato, ma secondo gli esperti ci sono rischi di ribasso, a causa della crescente competizione nel Regno Unito. Infine Standard Life offre un rendimento del free cash flow relativamente poco attraente (4% nel 2014).


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