Apertura interlocutoria delle borse europee in vista delle decisioni della Federal Reserve. Gli economisti si aspettano che la Banca centrale americana tagli ulteriormente il proprio programma di acquisti di titoli, riducendo la liquidità fornita al sistema. Alcuni non escludono che il presidente, Janet Yellen, abbandoni la strategia di definire obiettivi quantitativi precisi in termini di disoccupazione in favore di un atteggiamento più flessibile.
In pratica, l'istituto centrale americano dovrebbe eliminare dalla forward guidance il riferimento al 6,5% del tasso di disoccupazione quale soglia in corrispondenza della quale potrebbe prendere in considerazione un rialzo dei tassi d'interesse, limitandosi a ribadire il messaggio che il costo del denaro rimarrà vicino a zero fino a quando il complesso dell'economia non restituirà segnali univoci di un consolidamento della ripresa. Attesa anche un'ulteriore riduzione da 10 miliardi del programma di quantitative easing.
Lo spread tra Btp e Bund apre stabile a 179 punti, in linea con la chiusura di ieri. Il rendimento del titolo decennale italiano è al 3,37%. Protagoniste oggi sul primario Berlino e Lisbona. La prima metterà sul piatto 4 miliardi di Bund decennali, la seconda, reduce dal deludente buyback di ieri, che complica l'uscita dal programma di assistenza finanziaria, mette sul piatto 1-1,25 miliardi di titoli 6 e 12 mesi.
A Piazza Affari, dove il Ftse Mib sale ma solo dello 0,18% a 21.075 punti, Mps balza dell'1,59% a quota 0,2499 euro dopo che ieri la Fondazione Mps, con un'operazione anticipata dall'agenzia MF-DowJones e da milanofinanza.it, ha venduto 1,4 miliardi di azioni della banca pari all'11,98% del capitale. L'ente ha precisato che "considerando anche le vendite effettuate sul mercato telematico azionario, oggi e nei giorni precedenti, la quota detenuta dalla Fondazione Mps nella banca è ora pari al 15,07%.
Il ricavato delle vendite è prioritariamente destinato alla totale estinzione del debito residuo nei confronti dei creditori finanziatori. L'operazione è avvenuta a un valore pari a 0,24 euro per azione, a sconto del 3% sul prezzo di chiusura di ieri, per un incasso di circa 335 milioni. Già le vendite sul mercato compiute tra gennaio e marzo erano valse a Palazzo Sansedoni circa 85 milioni, riducendo l'indebitamento complessivo a circa 255 milioni. Con la cessione di ieri, l'esposizione si è azzerata e oggi la situazione finanziaria di Palazzo Sansedoni risulta completamente sotto controllo.
Così questa mattina Equita ha alzato il giudizio su Mps da hold a buy con un target price a 0,31 euro. Invece Banca Akros ha ribadito il rating reduce e il target price a 0,19 euro anche se si aspetta che il taglio della quota in mano alla Fondazione Mps venga ben accolto dal mercato che il rogo ha tagliato per essere accolti dal management della banca che ha elogiato il modello public company. Ora naturalmente "la quota dell'ente sarà ulteriormente diluita con l'aumento di capitale da 3 miliardi di euro, ancora superiore alla capitalizzazione di mercato della banca. Per cui ribadiamo il rating reduce sul titolo", affermano gli analisti di Banca Akros.
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