Enel ha chiuso il 2013 con un utile netto ordinario di 3,11 miliardi euro (+10,3%, rispetto al 2012). Il consiglio di amministrazione ha proposto un dividendo di 0,13 euro per azione, che dal 2015 dovrebbe salire. Il debito è sceso a 39,8 miliardi contro i 42,9 del 31 dicembre 2012.
Nella nota sul Piano industriale 2014-2018, il gruppo prevede per il 2014 un utile netto ordinario di 3 miliardi di euro e un ebitda di 15,5 miliardi oltre a un miglioramento della politica dei dividendi a partire dai risultati del 2015, con un payout pari di almeno il 50% dell'utile netto ordinario rispetto all'attuale 40%. Il gruppo intende inoltre proseguire nel processo di dismissioni per 4,4 miliardi entro il 2014. Enel punta poi ad una riduzione dell'indebitamento finanziario netto per il 2014 che dovrebbe calare a 37 miliardi di euro, salire a 39 miliardi nel 2016 per ridursi poi a 36 nel 2018.
I risultati conseguiti dall'Enel nel corso del 2013 "confermano l'efficacia della strategia di diversificazione geografica e tecnologica", ha commentato l'ad Fulvio Conti, che prevede una migliore "politica dei dividendi a partire dai risultati 2015". I risultati sono stati ottenuti grazie ad un piano di razionalizzazione dei costi e all'ottimizzazione degli investimenti che, spiega Conti, "hanno permesso di conseguire gli obiettivi economico-finanziari e di superare l'obiettivo di riduzione dell'indebitamento finanziario netto".
Questi risultati, prosegue l'ad, sono stati raggiunti nonostante il lungo ciclo economico negativo in Italia e in Spagna e i provvedimenti regolatori fortemente penalizzanti adottati dal governo spagnolo, nel 2012 e 2013. Nonostante ciò il gruppo continua a produrre flussi di cassa netti positivi. Nei prossimi cinque anni, Conti sottolinea che il gruppo proseguirà "la strategia di riduzione dell'indebitamento e della generazione di cassa. Si proseguirà inoltre nel percorso di semplificazione della struttura societaria e di riorganizzazione del gruppo".
Guardando al risultato netto di gruppo, che nel 2012 precipitò a 238 milioni di euro soprattutto a causa delle pesanti svalutazioni delle attività di Endesa Iberia, nel 2013 è risalito a 3,2 miliardi. "Il significativo incremento", spiega la società, "è sostanzialmente dovuto alla plusvalenza connessa alla cessione di Arctic Russia, agli effetti derivanti dalle svalutazioni sugli avviamenti rilevate nei due esercizi a confronto, alla rettifica effettuata in fase di prima applicazione del nuovo IAS 19 (pari a 627 milioni di euro al netto degli effetti fiscali e delle quote di interessenza dei soci minoritari) e al miglioramento della gestione finanziaria".
I ricavi nel 2013 sono stati di 80,5 miliardi di euro (-5,2%), soprattutto a causa della riduzione dei ricavi da vendita di energia elettrica, legata alle minori quantità vendute, solo parzialmente compensata dai maggiori ricavi da trasporto di energia elettrica e dalla vendita di combustibili. L'ebitda è stato di 17 miliardi di euro, in aumento del 7,6% rispetto al 2012. L'ebit, invece, è stato di di 9,9 miliardi (+46,1%), tenuto conto di minori ammortamenti e perdite di valore per 1,9 miliardi e della rettifica effettuata in fase di prima applicazione del nuovo principio contabile ias 19.
L'energia elettrica venduta è calata del 6,7% soprattutto a causa delle minori quantità vendute sia nel mercato domestico (-10,1 TWh) che all'estero (-11,2 TWh), soprattutto per le attività svolte nella Penisola Iberica (-6,6 TWh) e in Francia (-5,0 TWh).
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Enel, +10,3% lâutile netto del 2013. Dividendo di 0,13 euro ad azione
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