Fine di un'epoca, anzi di un'era in Valtellina. Al termine dell'assemblea che si è tenuta al Pentagono di Bormio, davanti a oltre 3mila soci, Piero Melazzini, il decano dei banchieri italiani, ha annunciato la decsione di lasciare la presidenza e gli incarichi operativi nella sua Banca popolare di Sondrio. Sua perché Melazzini, classe 1930, è stato l'artefice indiscusso dello sviluppo e della crescita dell'istituto che lo aveva assunto nel 1951 e all'interno del quale ha svolto tutta la sua carriera, scandita dalla nomina a direttore generale nel 1969 (carica conservata fino a fine 1994), a consigliere delegato (da metà 1993 al 2009 dopo l'ingresso in consiglio nel 1987) e infine alla presidenza (dall'inizio del 2005).
Una storia d'amore durata dunque 63 anni e non ancora conclusa dal momento che Melazzini resterà presidente onorario del gruppo. La storia di un banchiere galantuomo, profondamente appassionato al suo lavoro e soprattutto legato da un affetto sincero e incondizionato per la sua banca e per il territorio su cui la banca ha da sempre insistito pur allargando i suoi orizzonti nel resto dell'Italia settentrionale e nell'Italia centrale con oltre 300 sportelli, in ufficio fin dall'alba col suo faldone di giornali sotto braccio e convinto difensore, fiero assertore dell'indipendenza della PopSo che nel suo sviluppo si è sempre affidata alla crescita interna senza correre dietro ad acquisizioni che per altri istituti si sono rivelate deleterie.
Melazzini, che ha condotto l'assise dei soci con la consueta forza e serietà parlando per oltre due ore e mezzo senza soluzione di continuità, lascia una banca solida (53 milioni di profitti nel 2013) e ora più forte dal punto di vista patrimoniale dato che gli azionisti hanno dato l'ok all'aumento di capitale che mette al riparo la banca da qualsiasi problema legato all'asset quality review e che migliorerà dal 7,89% al 9,45% il Tier 1 capital ratio del gruppo e dal 10,53% al 13,60% il Total capital ratio.
Nel corso del suo intervento, il presidente ha tenuto a sottolineare come nel decennio 2003-2013 la raccolta diretta dalla clientela della Popso sia triplicata, passando da 8.184 a 24.059 milioni di euro, mentre quella indiretta è raddoppiata passando da 12.690 a 25.609 milioni di euro. Anche il patrimonio netto (escluso l'utile d'esercizio) è praticamente triplicato, passando da 774 a 1.725 milioni di euro. Di più, dal 1871 la PopSo non ha mai mancato di riconoscere i dividendi ai soci (0,05 euro sull'esercizio 2013)
L'assemblea ha riconfermato, per il triennio 2014-2016, in qualità dì amministratori, Piero Melazzini, Mario Alberto Pedranzini, Lino Enrico Stoppani, Paolo Biglioli e ha eletto l'imprenditrice Annalisa Rainoldi che è amministratore e legale rappresentante dell'azienda di famiglia Rainoldi Mac. Pedranzini, attuale consigliere delegato, è il delfino di Melazzini; sarà lui a prendere in mano le redini della banca che già gestisce da anni
Anda sedang membaca artikel tentang
Fine di un'era, Melazzini lascia la presidenza della Popolare di Sondrio
Dengan url
http://milanofinanza.blogspot.com/2014/04/fine-di-unera-melazzini-lascia-la_27.html
Anda boleh menyebar luaskannya atau mengcopy paste-nya
Fine di un'era, Melazzini lascia la presidenza della Popolare di Sondrio
namun jangan lupa untuk meletakkan link
Fine di un'era, Melazzini lascia la presidenza della Popolare di Sondrio
sebagai sumbernya
0 komentar:
Posting Komentar