Citi suona la sveglia su Enel, bilancio fragile e target non realistici

Written By Unknown on Kamis, 29 Mei 2014 | 15.11

L'utile per azione di Enel cresce? Davvero? E' quanto si domandano con un'ironia amara gli analisti di Citigroup in un report di oggi in cui hanno tagliato il rating sul titolo (-1,94% a 4,148 euro in borsa) da neutral a sell e il target price da 3,80 a 3,50 euro. Vendere quindi Enel la cui equity story si è sempre basata sulla crescita dell'utile per azione e del dividendo, una crescita proveniente da un moderato aumento dell'ebitda, dal calo del debito e dal buy-out delle quote di minoranza.

Ma gli analisti di Citigroup credono che questa storia sarà ostacolata dal calo dei margini di approvvigionamento in Italia e Spagna e dalla pressione normativa che limiterà il calo del debito e renderà sfidante acquisire le quote di minoranza. Tanto che gli esperti della banca d'affari si aspettano che l'ebitda di Enel diminuisca gradualmente dai livelli di quest'anno: -0,9% il cagr per il periodo 2014-2018, ovvero dai 15,608 miliardi di euro stimati per quest'anno ai 14,785 miliardi del 2015 fino ai 14,622 miliardi del 2016.

Tutto questo porterà a un calo dell'utile per azione (-2,9% l'anno nel periodo 2014-2018): dai 0,35 euro per azione previsti per quest'anno ai 0,29 euro per azione del 2015 fino ai 0,28 euro per azione del 2016, mentre il rapporto debito netto/ebitda dovrebbe rimanere invariato intorno a 2,9, rendendo il programma di cessioni del gruppo più una necessità che un'opportunità.

Inoltre, anche ipotizzando un aumento del payout, il dividend yield (3,3% quest'anno, 3,5% il prossimo e 3,3% nel 2016) resterà contenuto e la valutazione di Enel tirata. Gli analisti di Citigroup si aspettano per quest'anno un dividendo solo leggermente più alto di quello del 2013: da 0,13 a 0,14 euro per azione. L'anno prossimo dovrebbe salire ancora a 0,15 euro per azione, per poi scendere a 0,14 euro nel 2016.

Per cui Citi avverte: nel 2015 bisogna tornare alla realtà! Il 2014 dovrebbe essere un buon anno per Enel, grazie a margini di approvvigionamento sopra la media in Spagna e in Italia e alla buona produzione del business idro, soprattutto in Italia. Tuttavia, le vendite nel 2015 dovranno passare attraverso un calo dei prezzi dell'energia, portando a una riduzione dei margini. La normalizzazione del business idro e il calo degli asset regolamentati porteranno a una riduzione del 5,3% dell'ebitda (0,8 miliardi di euro) e del 16% dell'eps del prossimo anno.


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