Marchionne punta in alto, ma il mercato è diffidente

Written By Unknown on Rabu, 07 Mei 2014 | 15.11

I target del piano quinquennale industriale presentato da Fiat Chrysler a Detroit punta troppo in alto e il mercato prende profitto sul titolo Fiat (-7,56% a 7,83 euro dopo una sospensione per eccesso di ribasso con un minimo a 7,765 euro). Un target di vendite al 2018 per 7 milioni circa di unità, un ebit in crescita di quasi tre volte a 9 miliardi, un utile netto previsto a 5 miliardi e un debito netto industriale atteso tra 0,5 e 1,08 miliardi rispetto a un target tra 9,8 e 10,3 miliardi quest'anno e i 9,7 miliardi del 2013.

Il tutto a fronte di spese per ricerca e sviluppo e investimenti nel periodo 2014-2018 pari a 55 miliardi di euro con la fetta più consistente che verrà spesa nel 2018: 10,7 miliardi rispetto ai 9,4 miliardi di quest'anno. Obiettivi che il mercato giudica troppo ambiziosi anche perché veranno portati avanti senza procedere con un aumento di capitale ma per l'ad di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, "il piano che abbiamo presentato non potrebbe essere più reale".

Nelle sue conclusioni alla maratona dell'Investor Day sul nuovo piano industriale, Marchionne ha ribadito l'impegno per trasformare Alfa Romeo in un vero brand premium e l'impegno per Maserati, mentre "vogliamo mantenere la nostra presenza sui segmenti tradizionali e Fiat continuerà a sviluppare la famiglia 500. Non guarderemo a occasioni non redditizie. Jeep è una priorità. Crediamo nel suo potenziale e vogliamo che diventi un brand leader al mondo".

Il top manager italo canadese è anche convinto che Fiat Chrysler abbia le risorse per raggiungere il target di 7 milioni di unità al 2018 anche senza alleanze con altri partner. "Entro il 2018 supereremo il milione di unità per ognuna delle nostre piattaforme principali e saremo liberi dal debito e in linea con i nostri competitor in posizione più favorevole".

Marchionne ha poi assicurato che Alfa Romeo sarà "un brand concepito in modo tale da competere con i rivali tedeschi" e che Pomigliano sarà uno stabilimento completamente utilizzato. "Abbiamo di fatto trasformato gli stabilimenti italiani in un hub per l'export", ha aggiunto, precisando che ci vuole "molto per creare un brand e poco per distruggerlo".

Insieme ai target al 2018 molto ambiziosi sono stati diffusi ieri anche i dati del primo trimestre 2014 risultati sotto le attese, tali da mettere in dubbio il raggiungimento degli obiettivi dell'anno in corso. "In più la società non ha fornito precisi dettagli finanziari, si è limitata a ribadire che non ci sarà un aumento di capitale e non è prevista la distribuzione del dividendo, mentre resta aperta la possibilità del lancio di un bond convertibile. Inoltre la Ferrari non sarà venduta", hanno notato stamani gli analisti di una sim milanese.

Anche se i dati del primo trimestre sono stati deboli, "pensiamo che i target 2014 saranno raggiunti. Lasciamo invariate le nostre stime per quanto riguarda quest'anno, allineate alle indicazioni della società. Per quanto riguarda gli anni a venire, manteniamo un atteggiamento di cautela e teniamo le nostre stime sotto i target presentati ieri, siamo in attesa di chiarimenti sul percorso per arrivare a centrarli", aggiungono gli esperti della sim la cui raccomandazione su Fiat resta neutral.


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