Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha accusato i Paesi europei che sostengono le autorità di Kiev di ignorare l'avvento del "fascismo" in Ucraina, e ha sollecitato indagini approfondite sul massacro del 2 maggio scorso a Odessa, dove al culmine di scontri tra unionisti e filo-russi fu incendiata la locale sede dei sindacati: morirono tra le fiamme almeno 42 persone, in massima parte militanti separatisti.
"Per molti anni", ha denunciato Lavrov, "l'Europa ha chiuso un occhio su come il fascismo stesse acquisendo nuovi sostenitori, e su come i suoi promotori stessero reclutando nuovi proseliti. Quello che è successo il 2 maggio a Odessa", ha sottolineato, "è fascismo puro. Noi però non permetteremo che i fatti siano nascosti sotto al tappeto", ha ammonito il capo della diplomazia russa, "come la coalizione al potere sta invece tentando adesso di fare". Il premier ucraino ad interim, Arseniy Yatsenyuk, a sua volta ha imputato a Mosca la pianificazione dei disordini, sfociati poi nel letale incendio.
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Ucraina, Lavrov, Europa ha chiuso gli occhi su ascesa fascismo
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