L'opv riguarderà quindi la nuova Endesa Iberia, che ai prezzi attuali quoterebbe circa 22 miliardi, con il 17% che dovrebbe andare sul mercato, circa 3,7 miliardi di euro sulla base dell'attuale prezzo di mercato rettificato per il dividendo. Una cifra che da sola è pari a quasi tutte le cessioni annunciate dal gruppo a cui aggiungere poi i proventi di Slovenske Elektrarne e degli asset rumeni per altri 4 miliardi di euro.
Un valore, osservano gli analisti di Banca Akros (hold e target price a 4,45 euro su Enel), che comunque è soloun'indicazione considerando i potenziali effettidel processo di riorganizzazionediEndesae dell'impatto del dividendo straordinariosulprezzo di mercato."La notizia è quindi positiva perEnelin quanto la società ridurrà ulteriormenteil debito e ci aspettiamo cheil mercatoreagiscapositivamente a questo.Crediamo che questo siail modo più veloceper Eneldi raggiungerequesto obiettivo,anchein considerazionedel prezzo favorevolediEndesa".
E poi per Banca Imi l'operazione sarà sostanzialmente neutrale o leggermente diluitiva sull'utile per azione di Enel. "Stimiamo per un massimo del 3% sulla base dell'attuale capitalizzazione di mercato di Endesa. Tuttavia, questa mossa dovrebbe essere parte di una più ampia fase di ristrutturazione, che dovrebbe essere accrescitiva in termini di eps nel lungo periodo. Manteniamo il rating hold e il target price a 3,80 euro sul titolo Enel", affermano stamani gli analisti di Banca Imi.
Anche gli analisti di Equita (buy e target price a 4,4 euro) ritengono positivo il processo di gestione di Endesa intrapreso dall'ad Starace, concentrando gli asset dell'America latina in Enel e trasformando Endesa in un veicolo spagnolo con elevato yield e interessato al consolidamento del mercato iberico.
Mentre alla borsa di Madrid il titolo Endesa sale dello 0,78% a 28,41 euro, Enel a Milano spunta un +2,30% a 4,094 euro, complice anche il fatto che il premier, Matteo Renzi, ha dichiarato che le privatizzazioni si faranno, ma di non essere convinto che si debba partire da Eni ed Enel. Renzi non vede dunque prioritaria la riduzione delle quote in Eni ed Enel nel breve, in quanto le due società hanno grande potenzialità, grazie ai nuovi indirizzi strategici, non pienamente riflesse nei prezzi correnti. Nelle scorse settimane si erano intensificate le indiscrezioni su un possibile collocamento di un altro 5% di Eni ed Enel entro fine anno, tenuto conto del rallentamento nel processo di quotazione di Poste.
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