Parmalat fa shopping in Brasile a un prezzo equo

Written By Unknown on Kamis, 04 September 2014 | 15.11

Parmalat ha sottoscritto oggi un accordo vincolante con BRF per l'acquisto di 11 stabilimenti della divisione dairy della società, che opera nel settore food, presenti nel territorio brasiliano e dei relativi asset e marchi. Il fatturato proforma di questa divisione di BRF, che produce latte e latticini, nel 2013 è stato pari a circa 2,6 miliardi di reais, circa 880 milioni di euro.

BRF ha concesso a Parmalat un diritto di esclusiva, finalizzato alla definizione di tutti gli accordi contrattuali. L'operazione, soggetta al verificarsi di alcune condizioni sospensive e all'approvazione delle autorità competenti, avverrà al prezzo, soggetto a taluni aggiustamenti, di 1,8 miliardi di reais, circa 610 milioni di euro, debt and cash free.

In pratica l'acquisizione è avvenuta a un multiplo pari a 0,7 volte l'enterprise value/vendite, in linea con quello di Parmalat. L'acquisizione sarà interamente finanziata con mezzi propri. Dopo la notizia a Piazza affari il titolo Parmalat sale dello 0,16% a quota 2,53 euro. In mancanza di altri dettagli, gli analisti di Equita ritengono l'operazione "strategicamente opportuna" perché permette un concreto rafforzamento sull'importante mercato brasiliano dove Parmalat aveva una presenza diretta marginale.

Inoltre l'operazione è "finanziariamente fair", anche se gli analisti della sim non intravedono spazio per una creazione di valore, sulla base di una marginalità degli asset acquisiti che appare inferiore a quella di Parmalat, almeno secondo gli ultimi dati di RBF: ebit margin della divisione dairy del 3,7% nel secondo trimestre 2014 rispetto al 5,8% di Parmalat. "Ci riserviamo però di verificare opportunità di sinergie e di crescita dei volumi con la società", precisano gli analisti di Equita, ribadendo il rating hold e il target price a 2,61 euro sul titolo Parmalat.

Anche per gli analisti di Kepler Cheuvreux il prezzo di acquisto è giusto ed è linea con il multiplo ev/vendite di Parmalat. "Manteniamo quindi il nostro prezzo obiettivo di 2,6 euro su Parmalat che non comprende il valore attuale netto delle sinergie, stimate a 150 milioni di euro o 0,08 euro per azione", indicano gli analisti di Kepler Cheuvreux, ipotizzando un costo base di 800 milioni di euro e 2,5% di risparmi potenziali. "Confermiamo il rating hold sul titolo in quanto, nonostante i risultati positivi del secondo trimestre, il trend delle materie prime è ancora volatile, rendendo difficile qualsiasi proiezione".

Per gli analisti di Banca Imi (hold e target price a 2,52 euro) l'ingresso in Brasile è una mossa strategica importante, date le dimensioni del mercato locale e alla luce del fatto che la mossa permette a Parmalat di diversificare ulteriormente il suo mix geografico. In aggiunta a ciò, l'operazione dovrebbe contribuire a migliorare l'allocazione della significativa cassa di Parmalat (975 milioni di euro a fine giugno) in quanto l'acquisizione sarà pagata in contanti.

Finanziariamente parlando, senza indicazioni precise sulla redditività del business, "è difficile giudicare se il prezzo proposto sia giusto o no. Tuttavia, guardando i conti del business alimentare brasiliano, sembra che la redditività della divisione di BRF sia in linea con l'ebit margin di Parmalat al 4% circa, il che equivale a un multiplo implicito ev/ebit compreso tra 15 e 17 volte, quindi sopra il multiplo 2014 di Parmalat stimato da Banca Imi a 12 volte. In ogni caso, il potenziale accordo sarebbe accrescitivo in termini di utile per azione (eps) del 10%.


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