Piazza Affari ritraccia con le banche, Enel si difende

Written By Unknown on Senin, 22 September 2014 | 15.11

Le borse europee scendono in avvio di seduta in scia al calo dei mercati asiatici. I ministri delle Finanze e i banchieri centrali del gruppo dei Venti, riuniti in Australia, hanno detto di essere sulla strada giusta per aumentare la crescita globale del 2% entro il 2018. I responsabili delle Finanze e della politica monetaria hanno sottolineato, tuttavia, come la prolungata stagnazione in Europa rimanga un ostacolo rilevante.

Il segretario al Tesoro Usa ha espresso la preoccupazione che se il Vecchio continente dovesse attendere troppo prima di sostenere la domanda, le difficoltà europee potrebbero trascinare verso il basso anche l'economia americana. Quest'argomentazione non ha convinto il ministro delle Finanze tedesco che ha sottolineato la necessità di una politica di bilancio rigorosa e delle riforme strutturali. Parlando dall'Australia, il ministro dell'Economia italiano, Padoan, ha smentito che il governo pensi a un aumento dell'Iva o della tassa di successione.

Dopo che venerdì sera, a mercati chiusi, Moody's ha confermato l'outlook negativo e il rating Aa1 sul debito della Francia, confermando anche il giudizio Aa1 e le prospettive stabili per la Gran Bretagna, lo spread Btp/Bund oggi riparte da 133 punti base e dal 2,35% il tasso del decennale italiano. La giornata vedrà attive dal lato dell'offerta la Francia con i titoli a breve termine e il Belgio mentre, a mercati chiusi, saranno resi noti i quantitativi di Ctz e Btpei che andranno in asta giovedì 25 settembre.

Ulteriori spunti di politica monetaria dopo la prima operazione di Tltro della scorsa settimana, chiusasi con un'assegnazione decisamente inferiore alle attese , potrebbero giungere dall'intervento di Draghi a Bruxelles e da quello di Praet a Berlino. A Piazza Affari l'indice Ftse Mib inizia la settimana con un -0,87% a 20.790 punti, penalizzato soprattutto da Eni (-2,47% a 18,53 euro) e STM (-0,74% a 6,04 euro) che staccano oggi l'acconto sui dividendi.

Da monitorare ancora Telecom Italia (-0,39% a 0,8905 euro). Il primo passo del risiko brasiliano delle telecomunicazioni è stato fatto con l'accordo tra Telefonica e Vivendi su Gvt, ma l'esito del complicato puzzle sarà composto il prossimo anno e potrebbe riservare sorprese. Il gruppo Oi si sta muovendo per fare un'offerta sulla controllata di Telecom Italia, Tim Participacoes (Tim Brasil), probabilmente con la collaborazione di America Movil, che controlla Claro, mossa che potrebbe alla fine incidere anche sull'accordo tra spagnoli e francesi.

Tra le banche, ritracciano Unicredit (-0,71% a 6,25 euro), Mps (-0,85% a 1,049 euro) e Intesa Sanpaolo (-0,66% a 2,40 euro). L'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, fondazione azionista della banca con una quota di 3,378%, prevede per Ca' de Sass una buona semestrale insieme a un buon giudizio sui coefficienti di bilancio da parte della Bce. In calo anche le popolari: il Banco Popolare (-0,96%), Bpm (-0,95%) e Bper (-0,96%).

Tra le utility, invece Snam scambia a quota 4,37 euro (-0,05%). La Cassa depositi e prestiti (Cdp) ha sottoscritto l''accordo per la cessione alla società  della quota detenuta nel gasdotto Tag. Il valore dell'operazione, che riguarda l'84,47% del capitale sociale di Tag, corrispondente all'89,22% dei diritti economici, è pari a 505 milioni di euro. Anche Enel si difende con un +0,10% a 4,174 euro.

In una nota di oggi intitolata "il denaro cresce sugli alberi" gli analisti di Banca Akros si soffermano sull'ipotesi che Endesa possa distribuire un ulteriore dividendo straordinario, oltre a quello relativo al deal Enersis. Oltre agli 8,2 miliardi di euro di dividendo che la controllata di Enel distribuirà in relazione alla vendita di Enersis, la società spagnola distribuirà, secondo le ultime indiscrezioni, un altro dividendo straordinario per 4/6 miliardi di euro.

Infatti, al fine di ripristinare un maggiore equilibrio finanziario in vista dell'opv (il collocamento in borsa di una tranche del 17-22% del capitale), Endesa deve aumentare il suo debito. Più nel dettaglio, una volta che Enersis sarà direttamente sotto Enel, Endesa dovrà deconsolidare 3,4 miliardi di euro circa e quindi il suo ebitda "iberico" sarà di circa 3,2 miliardi di euro (dati 2013).

Considerando una posizione finanziaria netta di 1,6 miliardi, in modo da avere un rapporto debito/ebitda di circa 2/2,5 volte, Endesa potrebbe distribuire un secondo dividendo straordinario da 5-6 miliardi di euro, prima che Enel avvii il collocamento in borsa di una tranche del 17-22% del capitale. Invece El Confidencial quantifica l'ulteriore dividendo straordinario a 7,5 miliardi di euro per poi collocare in borsa una quota del22% di Endesa. Gli stessi analisti di Mediobanca Securities (neutral e target price a 4,20 euro su Enel) avevano fatto una simulazione, ipotizzando un secondo dividendo straordinario da Endesa da 7,5 miliardi di euro.

Indipendentememente dalla cifra, "questa è una notizia positiva per Endesa e anche per Enel, nonostante l'impatto negativo in termini di debito. Infatti, la distribuzione dei dividendi porterà ulteriori debiti per circa 380/510 milioni di euro (500 milioni di euro la stima degli analisti di Banca Imi, ndr), l'8% dell'importo distribuito, per la società italiana. Il punto chiave è che la distribuzione favorisce il collocamento di un ulteriore 17/22% del capitale di Endesa, con un potenziale cash-in per Enel di circa 3,6 miliardi di euro", calcolano gli analisti di Banca Akros. Il piazzamento del 20% di Endesa consentirebbe al colosso elettrico di portare il debito a 37 miliardi già a fine anno senza aspettare le cessioni di Slovenske e della Romania.

Anche gli analisti di Equita (buy e target price a 4,4 euro) ritengono la scelta di un secondo dividendo extra un'ottima opzione prima di un eventuale opv per le seguenti motivazioni: Endesa post pagamento del primo dividendo straordinario avrebbe un multiplo prezzo/utile di oltre 20 volte, quindi eccessivamente cara per un piazzamento sul mercato senza forte sconto o ritracciamento del titolo. Il pagamento di un ulteriore dividendo (6 miliardi) prima dell'operazione riporterebbe il titolo a 15 volte il p/e, consentendo a Enel di massimizzare il ritorno sull'intera operazione. Inoltre, si può così stabilizzare la struttura del capitale di Endesa, oggi senza debito e quindi inefficiente, aumentandone l'appeal/valutazione per i nuovi investitori sottoscriventi l'eventuale collocamento.

"Ci aspettiamo, quindi, che Enel possa beneficiare di questo processo di riorganizzazione e riteniamo che il mercato stia apprezzando queste iniziative straordinarie. Tuttavia ribadiamo i nostri rating hold su base fondamentale su Enel ed Endesa con target price rispettivamente a 4,45 e a 29,4 euro", concludono gli esperti di Banca Akros. Anche gli analisti di Banca Imi ritengono che l'incremento del debito non dovrebbe mettere gli indici di indebitamento di Enel sotto pressione data la riorganizzazione del gruppo e le cessioni in corso. "La notizia è positiva per Enel in quanto potrebbe rendere più attraente l'opv di Endesa", ribadiscono a Banca Imi (hold e target price a 3,80 euro su Enel).

Mentre l'Egitto ha siglato alcuni accordi per l'esplorazione di gas e greggio del valore complessivo di 187 milioni di dollari con diverse società europee, tra cui Edison (-1,23% a 0,8975 euro) e una tunisina. Fuori dal listino milanese attenzione ad Aeroporto di Firenze (-21,4% a 13,7 euro) perché l'Ente Carifirenze ha detto che considera strategica la partecipazione nella società che gestisce lo scalo aeroportuale fiorentino ma non ha escluso di uscire dal capitale quando il valore del titolo potrà soddisfare le aspettative dell'investimento, ragionevolmente dopo la realizzazione della nuova pista.

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