Le borse europee tentano di rimbalzare in apertura dopo essere stati delusi dai toni del presidente della Bce, Mario Draghi, e dalla mancanza di aperture su un eventuale programma futuro di quantitative easing sui titoli di Stato. Il focus odierno è sui dati economici: in mattinata i Pmi servizi europei di settembre poi, nel primo pomeriggio, i numeri dal mercato del lavoro Usa, dati questi ultimi in grado di muovere le attese degli operatori sui tempi del prossimo rialzo dei tassi da parte della Fed.
Per quel che riguarda le indagini congiunturali europee, le stime indicano per l'Italia un Pmi servizi ancora in area di contrazione (a 49,6 punti dai 49,8 di agosto) mentre, per la zona euro, dovrebbe esserci una conferma delle stime flash della settimana scorsa (52,8 punti per il Pmi servizi e 52,3 per il composito). Invece per gli occupati non agricoli negli Stati Uniti a settembre le attese sono +215.000 unità (precedente: +142.000 unità) con un tasso di disoccupazione al 6,1%, in linea con il dato precedente.
In avvio il rendimento del Btp decennale scende al 2,32% e lo spread con il Bund a quota 139 punti. La delusione dei mercati emersa ieri non dovrebbe continuare, a detta dei fixed-income strategist di Unicredit. "Il fatto che l'Eurotower acquisterà Abs e Covered Bond per due anni dovrebbe favorire un recupero", affermano gli esperti, che si aspettano un aumento a 230.000 unità dei non farm payroll. "I Treasury dovrebbero quindi registrare qualche pressione verso un rialzo dei rendimenti, mentre i titoli europei dovrebbero rimanere immuni sulla parte breve, subendo solo ricadute minori su quella lunga dei Paesi core".
A Piazza Affari l'indice Ftse Mib rimbalza dello 0,99% a 20.092 punti. Recuperano le banche con Unicredit che sale dell'1,17% a 6,07 euro. L'istituto, tramite la controllata Bank Austria, ha ceduto il 16% della società immobiliare austriaca Ca Immo a O1 Group, società privata di partecipazioni con sede a Cipro, per 295 milioni di euro. La plusvalenza per Unicredit è pari a 10 milioni di euro e l'impatto positivo sul Core tier 1 ratio è di 1 punto.
Ben impostate anche Intesa Sanpaolo (+1,41% a 2,29 euro), Mps (+1,99% a 1 euro) e le popolari: Bpm (+1,05% a 0,6255 euro), il Banco Popolare (+1,90% a 11,28 euro), il cui ad Pier Francesco Saviotti ieri si è dichiarato sicuro del buon esito degli stress test e ha escluso un aumento di capitale.
"Crediamo che gli ad delle banche italiane siamo fiduciosi sui risultati positivi del comprehensive assessment grazie agli elevati punti di partenza a livello di coefficienti patrimoniali: a fine giugno, infatti, i CE ratio fully loaded erano pari all'11,4% per il Banco Popolare, all'11,7% per Ubi e all'11,2% per Bpm, piuttosto che perché sanno qualcosa in anticipo", commentano gli analisti di Kepler Cheuvreux.
Due le domande che questi esperti si pongono: come scenderanno i ratio anche assumendo che tutte le banche passino i test e saranno sufficienti a consentire la crescita del business, senza fretta considerando l'ancora debole economia italiana con il pil in calo dello 0,3% quest'anno e in ripresa solo dello 0,6% nel 2015, secondo le stime del governo italiano, e una corretta remunerazione degli azionisti.
Positive anche Bper (+1,35% a 6,015 euro) e Ubi Banca (+1,59% a 6,37 euro) il cui ad, Victor Massiah, ieri ha detto che il gruppo è tra le banche che, grazie alla propria solidità patrimoniale, è nelle condizioni di potere svolgere un ruolo aggregante in caso di un consolidamento del settore dopo i test della Bce.
In molti guardano a una possibile integrazione con Bpm e Banca Carige (+1,80% a 0,1073 euro). Restando in tema di M&A ieri l'ad del Banco Popolare, Saviotti, ha menzionato proprio Bpm come partner ideale per un'eventuale fusione, ma allo stesso tempo ha dichiarato impossibile l'operazione visto che la popolare milanese, alla luce della posizione di forza in termini di capitale e coperture, non necessita di trovare un partner.
Pur ritenendo che alcune banche popolari possano decidere di unire le forze, per gli analisti di Kepler Cheuvreux i problemi di governance potrebbero rendere il processo lento e in ogni caso non sono possibili offerte ostili, al contempo l'attuazione di sinergie è complicata/costosa a causa di un sistema pensionistico rigido.
"Ci spettiamo che il Banco Popolare sia tra la banche maggiormente impattate dall'asset quality review attraverso la richiesta di accantonamenti aggiuntivi. Tra gli elementi di incertezza c'è il basso livello di coperture e la scarsa visibilità sulla cessione di Release", aggiunge un analista di una sim milanese, al quale per ora sembra lontana l'ipotesi che il Banco Popolare possa agire da polo aggregante dopo gli stress test. "Confermiamo, quindi, la raccomandazione neutral sul titolo".
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