Per le società che operano nel business delle carte di credito il 2015 sarà un anno favorevole, perché sono supportate dai solidi fondamentali e dalle ragionevoli valutazioni borsistiche. La ripresa dei consumi Usa dovrebbe inoltre rafforzarsi, grazie anche al calo del prezzo del petrolio. Ecco cinque titoli che secondo gli analisti dell'investment bank Usa meritano il rating buy (comprare).
1)American Express. Il gruppo guidato da Ken Chenault ha deluso gli investitori quest'anno con una performance inferiore ai concorrenti, ma nel 2015 ha spazi di recupero visto che è molto sensibile alla domanda finale. Il titolo, che capitalizza 91,3 miliardi di dollari, ha un prezzo obiettivo di 98 dollari, che implica un upside del 10%, cui si aggiunge un rendimento della cedola dell'1,2%. L'utile per azione è stimato 5,53 dollari nell'esercizio 2014, 6,12 nel 2015 e 6,97 nel 2016. Il roe (ritorno sul capitale) 2015 è previsto intorno al 27%. Negli ultimi 12 mesi ha garantito un total return (performance + rendimento della cedola) del 7%.
2)Capital One Financial. Target price di 96 dollari, del 22% superiore alle quotazioni attuali, e un dividend yield dell'1,5% per il gruppo bancario diversificato in un'ampia gamma di servizi e presieduto da Richard Fairbank, che si distingue per un rapporto rischio/rendimento molto interessante. Il titolo, che capitalizza 43,6 miliardi di dollari, tratta a 10,5 volte l'utile 2015, posizionandosi al di sotto della media di settore, mentre il prezzo/valore di libro (p/bv) è 0,9. L'utile per azione è stimato 7,60 dollari nel 2014 e 2015 per salire a 8,10 nel 2016. Nell'ultimo anno ha realizzato un ritorno totale del 10,8%.
3)Discover Financial Services. Nonostante la notevole performance già messa a segno negli ultimi anni, il titolo resta attraente, con prezzo obiettivo 72 dollari (che corrisponde a un p/e 2016 di 12), contro quotazioni recenti intorno a 61, mentre il rendimento della cedola è dell'1,6%. I punti di forza sono i solidi fondamentali (con un roe del 21,8%), l'esposizione alla crescita dei prestiti e la bassa valutazione (p/e 2015 intorno a 11 e p/bv pari a 2,2). L'utile per azione è atteso in lieve progresso da 5,08 dollari nel 2014 a 5,58 nel 2015 e 5,93 nel 2016. Il total return negli ultimi 12 mesi è stato del 16,6%.
4)MasterCard. Il gigante guidato da Walt Macnee, che capitalizza 96,3 miliardi di dollari, merita secondo gli analisti un target price di 98 dollari, del 18% superiore alle quotazioni attuali, perché beneficia dello spostamento delle abitudini dei consumatori che privilegiano sempre di più i pagamenti elettronici, dei notevoli ritorni sul capitale (roe) e della capacità di gestire i rischi. Negli ultimi dodici mesi ha garantito un total return del 4,3%. L'utile per azione è stimato 3,07 dollari nel 2014, 3,60 nel 2015 e 4,26 nel 2016. I segnali sulla crescita economica in Europa sono ancora deboli, ma grazie al miglioramento della quota di mercato anche da quest'area MasterCard dovrebbe trarre vantaggio.
5)Visa. Il leader mondiale guidato da Charles Scharf, che con il concorrente più piccolo MasterCard controlla l'87% delle transazioni mondiali tramite carte di debito e di credito, sta molto puntando sulle nuove tecnologie, per rendere disponibili i pagamenti su vari supporti mobili. Il prezzo obiettivo di 295 dollari implica un margine di rialzo del 15% perché nonostante le incertezze nello scenario globale il titolo resta attraente. Il p/e 2015 è 23,6, sui livelli di MasterCard, ma è giustificato dalle alte potenzialità. L'utile per azione è previsto in aumento da 10,40 dollari del 2015 a 12,15 del 2016 e 14,25 nel 2017.
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