Le borse europee seguono Wall Street e aprono la seduta in lieve calo. Sul fronte macroeconomico sono in arrivo stamane i dati sulla produzione industriale italiana a ottobre. Dopo la flessione più ampia delle attese del mese precedente (-0,9%), per ottobre gli economisti stimano un rimbalzo dello 0,3% congiunturale. Su base tendenziale è previsto un dato ancora in contrazione, -2,3%, dopo il -2,9% di settembre.
L'incertezza sulla situazione politica greca continua a tenere sotto pressione il mercato obbligazionario, compreso quello italiano. Il timore è che il voto presidenziale della prossima settimana possa aprire la strada ad elezioni anticipate anche per il parlamento, con un esito inconcludente o favorevole alle forze anti-austerity.
Uno scenario che fa intravedere la possibilità di una nuova ristruttuazione del debito del Paese. I Btp, che ieri hanno chiuso la seduta in calo ma sopra i minimi, dopo che in mattinata il tasso decennale italiano è risalito fino al 2,10% e lo spread su Bund sopra quota 140, per la prima volta dal 27 novembre, oggi scambiano in lieve rialzo rispetto alla chiusura di ieri al 2,08% (spread a 141 punti base).
C'è attesa per l'esito della seconda asta Tltro della Bce. Le principali banche italiane dovrebbero richiedere fondi per circa 26 miliardi, secondo gli importi già dichiarati dalle banche e le stime raccolte da fonti vicine agli istituti sulle 15 banche italiane che hanno partecipato all'asset quality review della Bce e che si aggiungono ai 23,3 miliardi chiesti nella prima asta di settembre.
Allora le richieste complessive di fondi dalle banche ammontarono a 82,602 miliardi di euro. L'ultimo sondaggio Reuters, pubblicato in settimana, indica per l'operazione di oggi richieste fino a 130 miliardi: la somma dei due finanziamenti sarà quindi probabilmente inferiore ai 400 miliardi potenzialmente offerti dalla Bce (75 per le banche italiane). Con tali numeri appare difficile per Francoforte raggiungere con le sole misure attualmente in campo (acquisti di covered bond e Abs, oltre ai Tltro) l'obiettivo dichiarato di espandere il proprio bilancio di circa mille miliardi.
Sul listino milanese, mentre l'indice Ftse Mib scende dello 0,07% a 19.203 punti, le banche viaggiano in calo: Unicredit cede lo 0,09% a 5,59 euro, Intesa Sanpaolo lo 0,48% a 2,47 euro e Mps lo 0,34% a 0,5795 euro. In rosso anche le popolari con Bpm (-0,98% a 0,556 euro), Bper (-0,37% a 5,44 euro), il Banco Popolare (-1,14% a 10,43 euro) e Ubi Banca (-0,42% a 5,965 euro).
In ripresa Saipem (+0,46% a 8,695 euro) il cui cda ieri ha stabilito che l'approvazione delle previsioni 2015 è fissata per febbraio, come da calendario finanziario. Questa mattina Hsbc ha tagliato il target price da 14 a 10 euro, confermando il giudizio neutral. Invece su Prysmian (-0,79% a 15 euro) è intervenuta JP Morgan, limando il prezzo obiettovo da 17 a 16 euro (rating neutral), e su Generali (-0,06% a 16,84 euro) Nomura, portando il target price da 16 a 17 euro, ma la raccomandazione resta reduce.
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