"Il 2015 è un anno unico per l'Italia e per le aziende del nostro Paese. Ci sono una serie di opportunità che devono essere colte per poter finalmente tornare a crescere e le banche, in questo senso, possono davvero giocare un ruolo fondamentale". E' quanto sostiene Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo , nel corso del suo intervento alla Biennale di Piccola Industria di Confindustria, in corso a Venezia.
"Questo è un anno potenzialmente straordinario per le aziende italiane ma se puntano sui mini bond non cresceranno. Solo le banche possono essere quel fattore abilitante per far crescere le imprese. Se le banche non sostengono le imprese, il Paese non riparte", ha detto Messina.
Nel suo intervento il top manager ha ricordato che Intesa Sanpaolo da giugno 2011 – anno in cui l'Italia era in piena crisi - ha erogato credito per 120 miliardi verso le pmi, le famiglie e le imprese italiane. L'anno scorso il credito erogato è stato di 27 miliardi e nel 2015 la previsione della banca è di 37 miliardi; una cifra, secondo Messina, "molto più alta della manovra espansiva del governo".
La decisione della banca di accelerare sull'erogazione del credito è dettata proprio dal fatto che il 2015 è un anno chiave per il Paese,"in cui ognuno deve fare la sua parte e bisogna tornare a fare gioco di squadra. Proprio perché si tratta di un anno unico, abbiamo deciso di accelerare sull'accesso al credito". Secondo Messina quello in corso deve essere l'anno in cui l'Italia deve "completare i compiti per poi cogliere tutte le opportunità di crescita che già sono presenti oggi".
"Dalla Bce", ha detto ancora il consigliere delegato, "abbiamo preso l'anno scorso 12,5 miliardi e 10 miliardi qualche settimana fa per un ammontare complessivo di 22,5 miliardi. Abbiamo erogato ai nostri clienti già la prima tranche da 12,5 miliardi e stiamo accelerando per erogare anche gli altri 10. Se riusciremo a erogare tutti i 37 mld previsti per il 2015, avremo la possibilità di prendere altri 10 miliardi. Se ci fosse una domanda incrementale, noi siamo pronti a sostenerla".
Parlando in generale del settore finanziario, il banchiere ritiene che il vero problema delle banche non siano le sofferenze ma gli incagli. Per questo "bisogna lavorare sugli incagli perché tornino in bonis e non diventino sofferenze".
Sotto il profilo dimensionale, Messina ha ricordato che la sua "è la banca più forte d'Europa, che è passata da una capitalizzazione di 26 miliardi nell'autunno 2013 a una di 53, superando colossi come Deutsche Bank ". In questo contesto Messina ha escluso che Intesa Sanpaolo possa giocare un ruolo nel processo di consolidamento del sistema bancario italiano; ma ritiene che in Italia esista un problema di dimensioni che non permette la creazione di un'economia di scala; e ciò può essere risolto solo attraverso delle concentrazioni. "Credo quindi credo che il settore sarà oggetto di M&A", ha detto il top manager ricordando che la riforma sulle popolari va esattamente in questa direzione ma "non bisogna dimenticare che l'ingresso di un privato nel capitale di una banca popolare deve avere come scopo la generazione di valore".
Infine il consigliere delegato ha criticato aspramente il giudizio delle agenzie di rating, definendole "incompetenti. La loro è una valutazione stupida perché non si può guardare al Paese solo dal punto di vista del debito pubblico. Il risparmio in Italia e l'export oriented - per esempio - sono da tripla A".
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