Di Francesca Gerosa
Il Governo ha varato ieri un decreto legge che prevede l'aumento dell'aliquota Iva dell'1%; la riduzione dell' aliquota personale Irpef dell'1% per i redditi più bassi. Inoltre è è stato introdotto un limite alle detrazioni di imposta e bloccati gli aumenti dei contratti per i dipendenti pubblici. La manovra per gli analisti di Intermonte rischia di essere ulteriormente negativa per i consumi in quanto il calo dell'Irpef per le fasce più deboli dovrebbe essere più che compensato dall'aumento dell'Iva.
"Non ci aspettiamo grossi impatti da questa manovra che conferma la volontà del governo italiano di restare focalizzato sulla riduzione del deficit e sul taglio delle spese piuttosto che sulla crescita", osservano alla sim, facendo presente che, oltre a queste misure, sono state varate anche delle misure fiscalmente penalizzanti per banche e assicurazioni.
In particolare, la legge di stabilità, come anticipato da MF, dovrebbe prevedere un allungamento da 9 anni a 14 anni dei termini per la deducibilità dei crediti fiscali rivenienti da affrancamento fiscale dell'avviamento compiuto dalle banche. Per quanto riguarda la tobin tax è invece prevista una generica introduzione solo nel momento in cui vi sia armonizzazione tra i Paesi europei: la tassazione sulle transazioni finanziarie lascerebbe comunque fuori i titoli di Stato sia italiani che esteri.
"L'eventuale introduzione di maggiori termini per la deducibilità fiscale dell'affrancamento avviamento avrebbe un effetto finanziario, legato agli allungamenti dei tempi, ma riteniamo sia complessivamente contenuto per il sistema", precisano a Intermonte. Anche Manuela Meroni, analista di Banca Imi, non si aspetta un impatto significativo sul bilancio delle banche.
Quanto al settore assicurativo la legge di stabilità prevede l'aumento dell'aliquota d'imposta anticipata sul business Vita delle compagnie operanti in Italia dallo 0,35% attuale allo 0,50% nel 2013 che calerà poi allo 0,45% nel 2014. Considerando un totale riserve Vita di 421,6 miliardi al primo semestre 2012 per il settore, l'anticipo per gli esperti di Intermonte dovrebbe attestarsi intorno ai 630 milioni di euro.
Sicuramente "l'aumento dell'aliquota d'imposta anticipata non aiuta il comparto Vita, che sta già registrando risultati in calo in termini di nuova produzione", commenta Elena perini di Banca Imi, ricordando che l'Ania stima un calo del 5% su base annua (-18% nel 2011) dei premi Vita.
"La notizia, sicuramente negativa per il settore, avrà comunque conseguenze limitate, considerando che, trattandosi di un anticipo, verrà pagato alla scadenza delle polizze dagli assicurati", spiegano a Intermonte. Impatto soltanto di liquidità quindi che, in termini di maggiori costi finanziari figurativi, "comporterà circa 40/50 milioni di euro pre-tasse per l'intero settore. Le più colpite saranno certamente Generali e Mediolanum con un impatto negativo di circa l'1% sull'utile per azione".
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