L'agenda di Monti per cambiare l'Italia

Written By Unknown on Kamis, 27 Desember 2012 | 15.11


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Venticinque pagine di riforme, rafforzamento dei vincoli europei, più tasse sui grandi patrimoni e alleggerimento fiscale sulle fasce deboli, idee per "cambiare l'Italia e riformare l'Europa". E' l'agenda di Mario Monti pubblicata dal premier sul web che da oggi è destinata a far discutere per tutta la campagna elettorale.

Ora starà a tutte le forze politiche decidere se promuovere o meno i punti riformisti del premier dimissionario. Ma Pd e Pdl hanno già preso le distanze dal suo programma, accolto invece positivamente dai centristi.


7 Commenti

Inviato il: 26/12/2012 19.39   
Da: zana

Inviato il: 26/12/2012 19.37   
Da: zana

Inviato il: 26/12/2012 19.35   
Da: zana

Inviato il: 26/12/2012 15.23   
Da: delaware

Inviato il: 26/12/2012 13.03   
Da: s.cannavale

Pomeriggio a "Porta a Porta" con intervista. "Natale magro con la crisi"
Gent.mo Dott. Bruno Vespa,

Ringrazio Lei e la brava giornalista Vittoriana Abate per la possibilità offertami il 19 dicembre 2012, in occasione del collegamento di "Porta a Porta" con la "Cartiera" di Pompei, di esprimere il mio pensiero.
Ovviamente il tempo concessomi era il massimo possibile nel contesto e nell'economia della interessante serata, ben organizzata con i suoi intelligenti collegamenti esterni ed utile a fotografare una situazione contingente italiana fatta di precarietà (lavoro, consumi, risparmio, investimenti) e di ansia per un futuro poco allettante per le sorti del nostro Paese e di noi cittadini, dei giovani innanzitutto.
Pur dando atto al Prof. Mario Monti di aver fatto molto per rasserenare il clima pre-fallimentare che attanagliava il nostro Paese a fine 2011, tra Dicembre 2011 e Marzo 2012 abbiamo perso in Italia un'occasione unica ed irripetibile.
Fidando sulla consistente ricchezza degli italiani - circa 8.500 miliardi di euro, pari al 6% di quella mondiale a fronte dell' 1% della nostra popolazione e del 3% del nostro Prodotto interno lordo (PIL), come si ricordava in trasmissione – e nonostante la decurtazione del 5.8% di cui ci ha informati di recente la Banca d'Italia, un'imposta patrimoniale del 5% pensata ed applicata nel primo trimestre del 2012 avrebbe ridotto il nostro debito pubblico da 1.950 a 1.600 miliardi di euro, con immediato abbassamento dei tassi d'interesse sui BTP in emissione e riduzione al minimo dello "spread" rispetto ad analoghi titoli tedeschi.
Si osserva: anche Confindustria, CGIL ed altri hanno proposto a suo tempo una misura del genere. E' vero. Ma la novità non stava nella misura in se, quanto nella capacità, richiesta e riconosciuta al Prof. Monti, di dialogare con gli italiani e spiegare, in particolare e con premura al 10% delle famiglie portatrici del 45% della ricchezza privata nazionale, la bontà ed efficacia di un tale momentaneo sacrificio aggiuntivo. Dialogo costruttivo e convincente che doveva interessare anche i tanti cittadini con un piede in Italia ed un'altro nella vicina Svizzera.
Momentaneo perché, attuato l'intervento fiscale di natura straordinaria, escludendo dal calcolo il valore della prima casa, la "borsa valori" avrebbe risposto con aumenti delle quotazioni del 50% e più, i titoli di Stato a lunga scadenza, all'epoca quotati intorno a 70-75, avrebbero riguadagnato il valore nominale con aumenti del 25-30%.
Dunque il sacrificio del 5% da parte dei cittadini possidenti si sarebbe tramutato in un guadagno netto sul restante 95% del patrimonio. Il "valore aggiunto" portato dal Prof. Monti avrebbe propiziato il buon esito dell'operazione.
A suo tempo ho anche prospettato per iscritto, in concomitanza con l'auspicata applicazione dell'imposta (o contributo) patrimoniale in Italia, di coinvolgere l'Unione Europea perché condividesse l'idea e decidesse un suo intervento aggiuntivo premiante, mediante acquisto tramite BCE di titoli di Stato italiani pari o rapportato alla somma incassata con la predetta imposta.
Ovviamente tale decisione premiante dell'UE doveva necessariamente essere estesa agli altri Stati dell'Unione con pari od analoghe difficoltà, per i quali noi potevamo essere "stella di riferimento" e modello da replicare.
Questo non si è realizzato ed è stata persa, a mio sommesso avviso, un'occasione unica ed irripetibile per il drastico abbattimento del debito pubblico nel nostro Paese. Probabilmente, pur volendo dar seguito all'idea, altri impedimenti erano considerati ostacoli insormontabili agli occhi del Governo.
Nel frattempo, senza saperlo, abbiamo comunque subito una quasi-patrimoniale dal momento che, come attesta la Banca d'Italia, i beni degli italiani hanno perso valore per il 5,8%: in particolare sono diminuiti i valori degli immobili, dei titoli azionari ed obbligazionari e dei fondi comuni d'investimento. Dunque abbiamo pagato una quasi-patrimoniale senza ricevere i benefici di un'imposta straordinaria sul patrimonio condivisa e presentata ufficialmente al vaglio della finanza internazionale che avrebbe premiato la coraggiosa iniziativa riducendo al minimo gli alti tassi d'interesse in precedenza richiesti per finanziarci e destinando capitali aggiuntivi a favore del nostro sistema produttivo.
Il Prof. Monti forse ipotizzava che il suo prestigio personale fosse bastato per azzerare lo "spread" e ridurre in maniera decisiva la spesa dello Stato. Sta di fatto che il debito pubblico, come sottolineato nel corso della sua trasmissione del 19 Dicembre, è balzato a 2.014 miliardi di euro e l'Italia pagherà nel 2013 circa 100 miliardi di euro - su indicazione del Viceministro presente - a solo titolo d'interessi sul debito accumulato ed in veloce crescita. Esborso che, per circa 50 miliardi, riempirà i portafogli degli investitori stranieri. Questi stanno lucrando da anni sulla nostra indolenza, cattiva volontà e spregio per l'onesta conduzione della cosa pubblica.
Di fatto dunque stiamo consumando i nostri risparmi accantonati in decenni di sacrifici, stiamo facendo crescere l'erba intorno ai capannoni industriali, stiamo pagando un miliardo di ore di cassa integrazione (con quali risorse?) e stiamo cancellando la possibilità di veder impegnati proficuamente i nostri figli dopo averli sostenuti ed istruiti.
Di seguito (*) riporto uno dei miei articoli che ripropongono l'idea dell'abbat-timento concordato e condiviso del nostro debito pubblico. Tutti gli scritti sono annotati sul sito personale: ***** .
Dottor Vespa, La ringrazio ancora per l'opportunità offertami, mi complimento con Lei per il suo programma televisivo e per la sua professionale, coinvolgente conduzione e colgo l'occasione per augurare Buon Natale e Buon 2013 a Lei ed a tutti i suoi collaboratori.

Sàntolo Cannavale

Salerno, 23 Dicembre 2012

(*) Imposta patrimoniale al 5% e replica per l'Italia dell'accordo Austria-Svizzera
17/07/2012 - Il debito pubblico italiano cresce a dismisura e Moody's ci declassa? Consideriamo il "lato stimolante" dell'evento.
*****

Inviato il: 24/12/2012 23.56   
Da: delaware

fate largo al governante, voialtri sudici servi della gleba
"Più tasse sui grandi patrimoni".
Veramente esilarante. PD,PDL e Monti non hanno fatto altro che alzare le tasse sugli immobili e sui redditi da risparmio di famiglie e persone comuni. Un piccolo azionista italiano oggi paga il 20% di pizzo allo stato sul suo risparmio.
I capitali finanziari delle aziende italiane invece sono al sicuro nelle casse aziendali, per le quali si applica una tassazione nulla (come regolato dalle norme di fiscalità aziendale sulla participation exemption).
Per il resto i grandi patrimoni personali italiani hanno preso la residenza in Svizzera da un bel pezzo (Agnelli, Marchionne, De Benedetti, ....). Per ripagare alle banche straniere i debiti di uno stato italiano corrotto e schifoso, naturalmente non rimane che depredare piccoli azionisti, risparmmiatori e possessori di case. Questo è il risparmio dei semplici cittadini, ed è quello che è stato fatto dall'ipocrita Monti.
E' "rassicurante" per i poveracci residenti in Italia sentire che Monti vuole proporre un altro giro di vite della sua "equità".
Naturalmente il buon Monti si guarda bene dal proporre l'eliminazione di vitalizi, di poltrone, di emolumenti stratosferici ai boiardi di stato. Si guarda bene dal pensare di tassare i capitali finanziari delle aziende dei suoi amici di confindustria che gli pagano milioni in "consulenze".
Ci mancherebbe. Il buon Monti è stato assunto da Napolitano e dalla casta per tutelare lobby e dignitari.
L' "equità" di Monti significa espropriare il risparmio dei cittadini italiani, depredare i diritti acquisiti di pensionati e lavoratori, precarizzare quanto possibile il mondo lavorativo, salvaguardare le rendite e i vitalizi dei dignitari di stato, proteggere le innumerevoli poltrone dentro e fuori dal parlamento, scudare gli interessi delle lobby e delle corporazioni, continuare con l'oscena mangiatoia della spesa pubblica.
In altre parole l'agenda di Monti equivale a rendere gli italiani ancora più schiavi e alla mercè della schifosa casta politica di stanza a Roma, a Bruxelles e nelle conventicole regionali.
Gli italiani dovrebbero svegliarsi dal sonno e rendersi conto che stanno veramente vivendo una deriva di tipo feudale. L'economia distrutta, l'asservimento dei cittadini, le leggi e un diritto totalmente contradditori, statalismo, propaganda di stato a livelli di saturazione, espropri dei beni delle persone, un sistema di riscossione tributi che richiama la santa inquisizione, sistemi elettorali porcellum a favore della casta, disgustosi personaggi e dignitari che governano per diritto divino, e investiti dall'endorsement di una chiesa che intelletualmente e storicamente altro non è che un rigurgito del medioevo.

Inviato il: 24/12/2012 23.54   
Da: delaware

ipocrisia condita con arroganza: fate largo al governante, servi della gleba
"Più tasse sui grandi patrimoni".
Veramente esilarante. PD,PDL e Monti non hanno fatto altro che alzare le tasse sugli immobili e sui redditi da risparmio di famiglie e persone comuni. Un piccolo azionista italiano oggi paga il 20% di pizzo allo stato sul suo risparmio.
I capitali finanziari delle aziende italiane invece sono al sicuro nelle casse aziendali, per le quali si applica una tassazione nulla (come regolato dalle norme di fiscalità aziendale sulla participation exemption).
Per il resto i grandi patrimoni personali italiani hanno preso la residenza in Svizzera da un bel pezzo (Agnelli, Marchionne, De Benedetti, ....). Per ripagare alle banche straniere i debiti di uno stato italiano corrotto e schifoso, naturalmente non rimane che depredare piccoli azionisti, risparmmiatori e possessori di case. Questo è il risparmio dei semplici cittadini, ed è quello che è stato fatto dall'ipocrita Monti.
E' "rassicurante" per i poveracci residenti in Italia sentire che Monti vuole proporre un altro giro di vite della sua "equità".
Naturalmente il buon Monti si guarda bene dal proporre l'eliminazione di vitalizi, di poltrone, di emolumenti stratosferici ai boiardi di stato. Si guarda bene dal pensare di tassare i capitali finanziari delle aziende dei suoi amici di confindustria che gli pagano milioni in "consulenze".
Ci mancherebbe. Il buon Monti è stato assunto da Napolitano e dalla casta per tutelare lobby e dignitari.
L' "equità" di Monti significa espropriare il risparmio dei cittadini italiani, depredare i diritti acquisiti di pensionati e lavoratori, precarizzare quanto possibile il mondo lavorativo, salvaguardare le rendite e i vitalizi dei dignitari di stato, proteggere le innumerevoli poltrone dentro e fuori dal parlamento, scudare gli interessi delle lobby e delle corporazioni, continuare con l'oscena mangiatoia della spesa pubblica.
In altre parole l'agenda di Monti equivale a rendere gli italiani ancora più schiavi e alla mercè della schifosa casta politica di stanza a Roma, a Bruxelles e nelle conventicole regionali.
Gli italiani dovrebbero svegliarsi dal sonno e rendersi conto che stanno veramente vivendo una deriva di tipo feudale. L'economia distrutta, l'asservimento dei cittadini, le leggi e un diritto totalmente contradditori, statalismo, propaganda di stato a livelli di saturazione, espropri dei beni delle persone, un sistema di riscossione tributi che richiama la santa inquisizione, sistemi elettorali porcellum a favore della casta, disgustosi personaggi e dignitari che governano per diritto divino, e investiti dall'endorsement di una chiesa che intelletualmente e storicamente altro non è che un rigurgito del medioevo.


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