Saras, il mercato specula: i russi potrebbero salire ancora

Written By Unknown on Selasa, 16 April 2013 | 15.11

Di Francesca Gerosa

Saras continua a salire a Piazza Affari (+1,83% a 1,06 euro) dopo che i russi di Rosneft hanno annunciato l'acquisto a 1,37 euro per azione del 13,7% della società dalla famiglia Moratti, che così scenderà al 50% del capitale. Rosneft promuoverà anche un'offerta pubblica volontaria sul 7,5% di Saras sempre a 1,37 euro, a cui i Moratti non aderiranno. Gli analisti si attendono che l'offerta venga lanciata a maggio, al termine dell'acquisto della quota dalla famiglia Moratti, attesa per il 23 aprile.

Il deal per gli analisti di Equita è market friendly, in quanto consente agli azionisti di minoranza di vendere a Rosneft azioni Saras allo stesso prezzo e nella stessa proporzione degli azionisti di controllo. Rosneft ritirerà almeno il 21% dei titoli consegnati in opa dal mercato o una percentuale superiori in caso di adesione parziale all'offerta.

Il prezzo offerto è attraente (46% di premio sulla media a un mese e 6% di premio sulla valutazione di Equita a 1,29 euro, rating buy). "Crediamo che questo premio sia dovuto al fatto che i russi sono desiderosi di avere gli asset della raffinazione nell'area del mediterraneo, al fine di aumentare il valore della loro materia prima", sostengono gli analisti di Banca Imi (hold e target price a 0,90 euro confermati su Saras).

Non solo. Il deal implica per gli esperti di Equita una valutazione della raffineria nella somma delle parti di 620 milioni di euro in uno scenario di margini ancora depresso. Tenendo conto di una posizione finanziaria netta normalizzata di 350 milioni di euro, dopo l'accordo di ieri Mediobanca (outperform e target price a 1,13 euro) valuta invece gli asset di raffinazione di Saras a 485 milioni, molto più di una valutazione basata sul confronto coi competitor (130 milioni).
Ora, assumendo un prezzo di mercato non disturbato di 0,95 euro, gli analisti di Equita  e di Mediobanca pensano che il titolo si collochi intorno a 1,05 durante il periodo dell'offerta (media ponderata tra il 21% dei titoli ritirati a 1,37 euro e 79% attesi trattare intorno a 0,95 euro al termine dell'offerta).

Infine, l'ingresso di Rosneft in Saras con una quota del 21,2% non solo supporta i negoziati tra le due società per la sigla di accordi commerciali strategici da chiudere nei prossimi mesi, ma mantiene l'appeal speculativo sul titolo nel medio termine. In effetti, sebbene non si sappia se Rosneft al momento abbia un'opzione per incrementare la sua quota in Saras, anche gli analisti di Societe Generale pensano che il produttore russo possa seguire il percorso di Lukoil-Erg per il controllo di Saras in futuro.

Lukoil aveva preso una partecipazione del 51% nell'impianto Isab a giugno 2008 e poi, usando le opzioni put, è arrivata a detenere l'80%. La valutazione di Societe Generale su Saras sulla base dei multipli e del discounted cash flow è pari a 0,84 euro, ma considerando che per gli esperti c'è una probabilità del 75% che Rosneft ottenga almeno il 49,98% delle azioni nei prossimi mesi/anni e ipotizzando che i russi paghino lo stesso prezzo offerto per il 21% (1,37 euro per azione), gli analisti applicano un premio del 47% alla valutazione, che sale così a 1,24 euro.

Ma quali potrebbero essere le potenziali sinergie tra le due società? Per Saras il legame con Rosneft può aprire alcuni canali per accedere al petrolio a termini favorevoli, spiegano gli analisti di Ubs (neutral e target price a 0,95 euro). In più entrambe le aziende possono trarre beneficio allineando la loro presenza sia nell'upstream sia nel downstream anche se questo è difficile da quantificare e i dettagli della potenziale joint venture rimangono riservati.

L'attività di raffinazione di Saras ha generato un ebitda negativo per 11 degli ultimi 15 trimestri (secondo trimestre 2009-quarto trimestre 2010 oltre 300 milioni di perdite) e il modello di business del raffinatore europeo è sempre più profondamente in discussione. "Fino a quando i benefici potenziali della futura jv non diventeranno più chiari rimaniamo convinti che questo business avrà difficoltà a tornare a essere profittevole su base sostenibile", concludono gli analisti di Ubs.



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