Stm affonda in borsa, ritorno all'utile atteso per la fine dell'anno

Written By Unknown on Selasa, 23 Juli 2013 | 15.12

Di Valentina Sorrenti

"Ci aspettiamo di tornare all'utile nel quarto trimestre 2013 e di arrivare vicini al breakeven nel terzo trimestre". Lo ha affermato il numero uno di Stm, Carlo Bozotti, nel corso della conference call di presentazione dei conti del secondo trimestre in cui la società ha registrato una perdita netta di 152 milioni di dollari (0,17 dollari per azione), in peggioramento rispetto ai 75 milioni del corrispondente periodo del 2012, ma in miglioramento rispetto ai 171 milioni persi nei primi tre mesi dell'anno.

I ricavi netti si sono attestati a 2,045 miliardi, in crescita dell'1,8% su base trimestrale ma in flessione del 4,8% annua. I risultati migliori sono stati riportati da Greater China & South Asia, con una crescita dei ricavi su base sequenziale del 6,0%, mentre le Americhe hanno fatto segnare un progresso del 5,6% e la regione Emea del 5,2%. La regione Giappone & Corea ha invece registrato una contrazione del 12,8%, dovuta alle dinamiche del business di alcuni importanti clienti.

L'utile lordo del secondo trimestre è stato pari a 672 milioni (736 milioni un anno fa) e il margine lordo al 32,8%, in miglioramento rispetto al 31,3% dei primi tre mesi ma in calo rispetto al 34,3% dello stesso periodo del 2012. Il free cash flow è stato negativo per 134 milioni di dollari, un dato riconducibile principalmente alle risorse liquide previste per il finanziamento di St-Ericsson, rispetto al valore negativo per 65 milioni di dollari fatto segnare nel trimestre precedente.

In linea con le previsioni, risulta in diminuzione nel secondo trimestre a 954 milioni la posizione finanziaria netta. Per quanto riguarda il primo semestre i ricavi netti sono diminuiti del 2,6% a 4,05 miliardi, a causa principalmente del calo delle vendite di St-Ericsson. Escludendo la linea di prodotti Wireless, sono invece progrediti del 2,5% a 3,62 miliardi di dollari. Il margine lordo è stato pari al 32,1% dei ricavi netti, da confrontare con il 32% del primo semestre del 2012. La perdita netta è stata di 322 milioni (0,36 dollari per azione), rispetto ai 252 milioni persi un anno fa (0,28 dollari per azione).

"Abbiamo fatto buoni progressi nei nostri tre obiettivi: crescita dei ricavi, miglioramento del margine lordo e riduzione delle spese", ha detto Bozotti. Non riescono però a calmare gli operatori le parole del presidente e ceo di Stm: il titolo a Piazza Affari sta perdendo il 5,32% a 7,12 euro. Per il terzo trimestre la società si attende un andamento stabile dei ricavi su base sequenziale, con una variazione positiva o negativa di 3,5 punti percentuali, mentre il margine lordo dovrebbe attestarsi intorno al 33,5%, con una variazione positiva o negativa di 2 punti percentuali.

Per quanto riguarda l'uscita dalla joint venture, Bozotti ha affermato che Stm è in linea con il piano per St-Ericsson, grazie all'ottimo lavoro fatto da Carlo Ferro", numero uno di St-Ericsson, "e dal suo team". Il manager ha spiegato che i costi previsti per l'uscita dalla jv sono pari a circa 300-350 milioni di dollari, sotto le stime originali tra 350 e 450 milioni. "Le tendenze a livello macroeconomico rimangono incerte ma, a parte St-Ericsson, abbiamo visto un progressivo miglioramento negli ordinativi del secondo trimestre, anche se, verso la fine del secondo trimestre abbiamo riscontrato un indebolimento del mercato degli smartphone il cui impatto ha interessato anche prodotti Stm", ha aggiunto.

Per la seconda metà dell'anno la società prevede una crescita per i prodotti chiave dei settori Mems, Automotive, Microcontrollori e Imaging, con un conseguente incremento sequenziale dei ricavi sia nel terzo sia nel quarto trimestre. Previste, inoltre, nuove riduzioni significative delle spese operative per conseguire l'obiettivo compreso tra 600 milioni di dollari e 650 milioni di dollari nel primo trimestre del 2014. "Guardando avanti", ha sottolineato Bozotti, "ci attendiamo un miglioramento progressivo del margine lordo".

In primo luogo, tramite l'utilizzo degli impianti a un livello più stabile e ottimizzato la società vuole espandere il business nei segmenti che ritiene trainanti per la crescita. In secondo luogo, è stata espressa l'intenzione di utilizzare al meglio il portafoglio di tecnologie per poi sfruttare la posizione attuale al fine di gestire più aggressivamente il mix di prodotti in modo da escludere dall'offerta quelli a margine più basso.

"Per riuscire in questo intento, apporteremo modifiche strutturali e graduali alla nostra struttura produttiva per renderla più confacente alle nostre esigenze, utilizzando in modo complementare le foundry. Di conseguenza, progettiamo di espandere gradualmente la nostra capacità nelle linee da 8 pollici, chiudendo progressivamente alcune linee di produzione da 6 pollici a Singapore e Catania e consolidando le nostre attività di back-end a Shenzhen (Cina)", ha concluso il top-manager.



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