Di Francesca Gerosa
I mercati europei aprono la seduta in cauto rialzo con l'evoluzione della crisi siriana destinata a catalizzare l'attenzione degli investitori. Ieri è stato raggiunto un accordo tra i leader dei due principali partiti americani in seno alla commissione Esteri del Senato federale sulla bozza di autorizzazione al presidente, Barack Obama, per l'impiego della forza contro il regime di Bashar al-Assad.
Prevede tra l'altro un termine di sessanta giorni per l'intervento militare in Siria, termine che potrà essere prorogato una sola volta di ulteriori trenta giorni, a condizione che cinque giorni prima della scadenza la Casa Bianca dimostri che l'estensione è indispensabile e che il Congresso non si pronunci in senso opposto. Il compromesso concordato esclude categoricamente il dispiegamento di forze terrestri.
Oggi il provvedimento sarà sottoposto al voto del plenum della commissione, mentre per quello dell'assemblea nel suo complesso occorrerà attendere la ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva, il 9 settembre. Intanto il presidente russo, Vladimir Putin, ha fatto sapere che, se fosse comprovato che il regime di Bashar al-Assad è effettivamente responsabile dell'impiego di armi chimiche, allora anche la Russia potrebbe approvare un eventuale intervento armato contro la Siria, che però dovrebbe comunque essere prima approvato dalle Nazioni Unite.
Sul fronte macro l'attività del settore dei servizi in Cina ad agosto è cresciuta ai massimi da cinque mesi a questa parte, fornendo un ulteriore segnale che la seconda economia mondiale potrebbe aver evitato un brusco rallentamento. L'indice Pmi di settore, elaborato da Hsbc, è infatti salito a 52,8 da 51,3 di luglio, consolidando il proprio posizionamento oltre la soglia dei 50 punti, spartiacque tra crescita e contrazione.
Ora si attendono i Pmi servizi europei di agosto, due giorni dopo la pubblicazione dei numeri del settore manifatturiero. Per quel che riguarda l'Italia le stime danno un indice ancora in area di contrazione, ma in ulteriore risalita a 49,4 punti dai 48,7 di luglio, a sua volta il dato migliore dal maggio 2011. Per la zona euro è prevista invece una conferma di quanto emerso con le stime flash, ovvero un Pmi servizi a quota 51,0 e un Pmi composito a 51,7.
Riparte dai 243 punti (tasso al 4,37%), in rialzo dai 240 punti di ieri, lo spread tra decennali Btp e Bund. Oggi la Germania offre titoli di stato a 5 anni per 5 miliardi di euro. Il Ftse Mib di Piazza Affari sale dello 0,14% a 16.964 punti, trascinato da alcune banche, in particolare Bpm (+1% a 0,3875 euro) che ha avviato formalmente l'approfondimento sullo sviluppo della governance della banca.
Frena invece Telecom Italia (-1,78% a 0,5505 euro), oggetto di forti acquisti nelle ultime sedute sulle speculazioni M&A. Oggi Ubs ha aggiunto l'azione alla sua European Key Call List come "high conviction sell". "Mentre Telecom Italia è scambiata a sconto rispetto al settore, i nostri analisti vedono motivi per un ulteriore declassamento data la mancanza di sostegno dei fondamenti e il profilo di rischio elevato", spiega Ubs nella nota.
A detta del broker, infatti, "un'estremamente bassa visibilità" interessa tutti gli aspetti della società: evoluzione degli utili; azioni per ridurre il debito, la struttura di controllo degli azionisti, il rinnovamento del management. Dopo un'attenta analisi, gli esperti di Ubs non hanno identificato alcun opzione rischio/rendimento convincente.
Tanto che per Ubs è possibile nei prossimi 6/12 mesi un aumento di capitale da parte di Telecom Italia, appare quasi inevitabile nel medio termine, a loro avviso. D'altra parte i fondamenti del gruppo sono "insostenibili" visto il mix 80/20 debito/equity, con un incremento previsto nel 2013, proporzionato al multiplo debito netto/ebitda di 3,02 volte da 2,91 volte e al tasso composto annuo medio di crescita del cash flow operativo del -8%.
Inoltre a Ubs appare strutturale un calo dell'utile di TI dal momento che il 95% del cash flow operativo proviene dalla divisione domestica del gruppo, compromessa da una situazione macro difficile, dalla saturazione del mercato e da una concorrenza agguerrita. Attualmente ci sono 12 titoli nella European Key Call List di Ubs. Le idee di acquisto comprendono Anheuser-Busch InBev, AstraZeneca, Clariant, Eads, Fresenius SE, Ing, Lvmh, Metro, Pearson e Vodafone. Scania e Telecom Italia sono invece "high conviction sell".
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