Morgan Stanley, dieci sell per il 2014

Written By Unknown on Selasa, 31 Desember 2013 | 15.12

Il 2013 si è rivelato un anno positivo per i mercati azionari, con gli Stati Uniti in rialzo del 21,6% ed Eurolandia del 19,6% (indice Msci in euro). Lo scenario favorevole dovrebbe rafforzarsi nei prossimi mesi, ma lo stock picking è ancora necessario per poter cogliere le occasioni al rialzo e al ribasso. Ecco dieci titoli che secondo gli analisti di Morgan Stanley è meglio evitare, dal momento la loro valutazione è inferiore (dal 20% al 40%) alle quotazioni attuali.  

1) Accenture. Il gigante Usa, che capitalizza 55,8 miliardi di dollari, ha un margine di ribasso dalle quotazioni recenti del 37%. Il target price è infatti 52 dollari, contro una quotazione recente di 82,5. Implica un p/e (prezzo/utile) di 13, che è basso rispetto ai competitor, perché risente dei problemi strutturali del gruppo e del calo del fatturato. Il titolo ha registrato una performance del 14,4% negli ultimi sei mesi e del 19,5% da inizio anno.

2) ARM. Il 2014 si preannuncia difficile per il gruppo di chip, che capitalizza 25,2 miliardi di dollari, perché le buone notizie, dopo il rally degli ultimi sei mesi che ha visto la quotazione salire del 37%, sono già scontate sul listino Londra (1.095p), mentre la concorrenza è destinata a crescere nei prossimi mesi. La valutazione del titolo che gli esperti ritengono adeguata (820p) implica un margine di ribasso del 25%.

3) Asus. Dopo un 2013 difficile il gruppo asiatico, che capitalizza 6,6 miliardi di dollari Usa, ha comunicato di recente gli obiettivi che si è prefisso per il 2014, che sembrano molto difficili da raggiungere tenendo conto soprattutto del peggioramento dello scenario competitivo. Il prezzo obiettivo di150 dollari di Taiwan corrisponde a un downside del 44% dalle quotazioni attuali. Da gennaio ha perso il 18,4%.

4) Atlas Copco. I deboli risultati comunicati da molte società collegate al business minerario (Metso, Orica, Sandvik, Atlas Copco e Cat) hanno messo in evidenza l'impatto negativo che deriverebbe da un ulteriore peggioramento dello scenario del settore. E la società svedese Atlas Copco, che capitalizza 25,5 miliardi di dollari, è una delle più esposte, visto che realizza il 40% dei ricavi nel comparto minerario. Le pressioni strutturali rendono quindi l'investimento nel titolo, che è salito negli ultimi sei mesi del 9,8%, ma che ha una performance negativa da gennaio del 2,2%, molto rischioso. Il prezzo obiettivo è 125 corone svedesi, con un margine di ribasso del 30%.

5) Belle International. Dopo il recente calo, che rappresenta una correzione del 23% da ottobre la società cinese, che capitalizza 9,7 miliardi di dollari, potrebbe deludere ancora gli investitori. Secondo gli analisti il titolo, che ha perso il 16% negli ultimi mesi e il 48,6% da gennaio, merita un prezzo obiettivo di 10,90 dollari di Hong Kong, che è inferiore di oltre il 22% dalle quotazioni attuali. Gli esperti hanno infatti tagliato dell'11% le stime sugli utili 2014, perché a causa della concorrenza dell'e-commerce, Belle potrebbe essere costretta a ridurre i prezzi, con conseguenze negative sui margini.

6) General Electric. La pressione sui margini reddituali maggiore delle attese, il rischio di minori dividendi da GECC e di una crescita inferiore ai competitor sono tre punti di debolezza che potrebbero pesare negativamente sulla mega-cap Usa, che capitalizza 280 miliardi di dollari, nei prossimi mesi. Il target price del titolo che è salito del 19% negli ultimi sei mesi, portando il rialzo da gennaio al 30,4%, è stato fissato a quota 22 dollari. che indica uno spazio di ribasso intorno al 20%.

7) Lululemon. La società Usa, che capitalizza 8,6 miliardi di dollari, ha un brand molto forte e un'ampia offerta di prodotti, che le ha consentito di dominare per qualche tempo il settore dell'abbigliamento per lo yoga in Nord America. Di recente i problemi sulla qualità dei prodotti e una disastrosa campagna promozionale, hanno però incrementato le pressioni al ribasso sul titolo, che è sceso del 9,6% negli ultimi sei mesi, portando la flessione da gennaio al 20%. Il prezzo obiettivo di 41 dollari è del 30% inferiore alle quotazioni attuali.

8) Mercadolibre. Il 2014 non sarà facile per il gruppo, che ha un'alta esposizione al Venezuela e all'Argentina, con i conseguenti problemi che derivano dallo scenario economico, dai cambi e dai rischi legati alla regolamentazione e all'inflazione. La sostenibilità della sua crescita è quindi messa in serio dubbio, tanto da indurre gli esperti a indicare per il titolo, che ha perso il 2% negli ultimi sei mesi, ma che ha una performance positiva da gennaio (+29%), un target di 75 dollari, che implica un downside del 29%.

9) Otsuka. Il gruppo It nipponico, che capitalizza 15,6 miliardi di dollari, ha quasi raddoppiato la quotazione nel giro di un anno, ma ai prezzi attuali (13410 yen) è sopravvalutato rispetto ai concorrenti del settore. Dopo un 2013 forte, adesso che la transizione a Windows è quasi completata, è infatti difficile trovare elementi che giustifichino una valutazione tanto elevata. Il consiglio è prendere profitto sul titolo, che è correttamente valutato 8200 yen (-39%).

10) Wendy's. Dopo il rialzo dell'87% da gennaio, il titolo è troppo caro rispetto ai competitor globali. Per la compagnia, che capitalizza 3,5 miliardi di dollari, sarà infatti molto arduo centrare l'obiettivo di una crescita annua del 2-3%, a mano a mano che svanirà l'effetto legato al lancio di alcuni prodotti (Pretzel burger), senza contare gli altri punti deboli, come la mancanza di free cash flow, le maggiori tasse e la singola esposizione geografica. Il target price, che è stato fissato a quota 6,50 dollari, è  inferiore (del 25%) dalle quotazioni attuali.


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