Banco Popolare, il rischio principale rimangono i crediti deteriorati

Written By Unknown on Rabu, 14 Mei 2014 | 15.11

Seduta pesante a Piazza Affari per il Banco Popolare che ha chiuso il primo trimestre con una perdita di 19 milioni, a fronte dell'utile di 92 milioni registrato nello stesso periodo del 2013 e delle aspettative del consenso di un utile netto di 15 milioni. "Ciò è dovuto principalmente al più basso net interest income e ai più elevati accantonamenti per perdite su crediti nonostante la forte pulizia di bilancio attuata nel quarto trimestre 2013", hanno spiegato stamani gli analisti di Citigroup (rating neutral confermto).

Nel trimestre hanno continuato a pesare i "concordati in continuità" che hanno richiesto 74 milioni di euro di accantonamenti (380 milioni nel 2013). Il risultato "normalizzato" è positivo per 14 milioni. Inoltre, nonostante i mega accantonamenti (un miliardo di euro), sono risultate in deciso e inaspettato aumento le rettifiche su crediti, pari a 328 milioni, contro i 228,8 milioni del primo trimestre 2013. La copertura sui crediti deteriorati è scesa al 26,5% dal 26,9% a causa dell'ingresso di nuovi crediti deteriorati e oggi il totale dei crediti deteriorati netti è pari al 16,9% del totale dei crediti netti.

"Lo stock dei crediti non performanti rimane superiore alla media del sistema, pari all'11%, e il mercato si attende notizie su eventuali cessioni di crediti in sofferenza, anche alla luce della prossima asset quality review della Bce", hanno sottolineato ancora gli analisti di Citigroup. Quanto ai proventi operativi sono scesi dell'1,3%, con un margine di interesse a 372,5 milioni (-8%) e commissioni nette a 371,7 milioni (+1,8%).

"La parte positiva dei risultati sono state le alte entrate da commissioni e lo sviluppo futuro dei costi", hanno precisato gli analisti di Citigroup che hanno tagliato le stime di eps 2014-2016 rispettivamente da 0,78 a 0,53 euro, da 0,83 a 0,75 euro e da 1,12 a 1,06 euro per azione, includendo anche l'effetto diluitivo derivante dal deal con il Creberg.

Anche gli analisti di Kepler Cheuvreux (reduce e target price a 9,40 euro) hanno abbssato le stime di utile netto 2014 da 114 milioni a una perdita netta di 40 milioni su ricavi in calo del 2,6% e accantonamenti in rialzo del 20% (151bps il costo del rischio), stime parzialmente addolcite dall'impatto delle fusioni con Creberg e Italease.

Invece le stime 2015-2016 di utile netto sono state tagliate del 5% (393 milioni nel 2016, ben al di sotto dell'obiettivo di 609 milioni), su ricavi in calo del 2,2%. Previsioni anche in questo caso addolcite da minori costi (-1,4%) e dalle minorities (-70%) derivanti dalla fusione con Creberg.

Un analista di una sim milanese ha addirittura tagliato le stime di utile 2014 del 72% e quelle dell'utile 2015 del 23% a causa dei maggiori accantonamenti. "Ci aspettiamo una reazione negativa del mercato ai risultati", ha detto l'analista, "e confermiamo la raccomandazione neutral sul titolo" che al momento perde il 2,08% a 12,73 euro in borsa.

Il Banco Popolare ha completato  l'aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro e il Core Tier 1 Basilea3 fully loaded è pari all'11,2%. "La redditività complessiva della banca rimane bassa, ma è esposta al potenziale recupero dell'economia italiana. Il rischio principale rimane la qualità dell'attivo dato l'alto livello di crediti deteriorati", hanno concluso gli analisti di Citigroup.

Solo Hsbc si discosta.


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