Sul risultato hanno influito positivamente minori ammortamenti, in conseguenza dell'uscita dalla raffinazione costiera, inferiori oneri finanziari netti e un minor tax rate a seguito della riduzione dell'addizionale Ires dal 10,5% al 6,5%. Mentre il secondo trimestre si è chiuso in nero per 20 milioni di euro (il consenso si aspettava un utile a 18 milioni) a fronte di una perdita di 2 milioni nel secondo trimestre 2013. L'ebitda rettificato è cresciuto del 10% su base proforma, a 132 milioni, di poco oltre le attese del consenso a 131 milioni.
Tuttavia i ricavi adjusted si sono dimezzati sia nel semestre sia nel secondo trimestre rispettivamente a 2,086 miliardi (4,763 miliardi nel primo semestre 2013) e a 1,048 miliardi (da 2.469 miliardi nel secondo trimestre 2013) a causa dell'uscita dal settore della raffinazione costiera. Positiva comunque la performance delle divisioni rinnovabili (+9%) e del downstream integrato (ebitda +12 milioni contro i -14 milioni del 2013). E' risultato invece ancora negativo l'andamento della divisione Power (-26%) a causa dei minori incentivi CIP6 e del peggior scenario di mercato.
Infine, l'indebitamento finanziario netto è aumentato a 1,041 miliardi di euro, 233 milioni in più rispetto a quello del 31 dicembre 2013 principalmente a seguito del pagamento dei dividendi da Erg (143 milioni di euro) e da ISAB Energy al socio di minoranza (22 milioni), dell'acquisizione della quota di minoranza di ISAB Energy e ISAB Energy Services (153 milioni di euro). L'indebitamento ha invece risentito positivamente dell'importo di 50 milioni conseguente all'ingresso di Unicredit nell'azionariato di Erg Renew. Il consenso degli analisti lo stimava a 1,3 miliardi.
"In un contesto di scenari energetici ancora complessi sia in Italia sia in Europa, la crescita del margine operativo lordo e del risultato netto del gruppo conferma la validità delle scelte strategiche effettuate con la definitiva uscita dalla raffinazione costiera e la significativa crescita nel settore eolico, dove continua la nostra espansione all'estero con la recente entrata nel mercato polacco", ha spiegato l'ad, Luca Bettonte, confermando le previsioni 2014: un margine operativo lordo a 470 milioni e un indebitamento finanziario netto di circa 800 milioni.
Nonostante la robusta crescita dell'utile nel semestre, il ritorno all'utile nel secondo trimestre e la conferma della guidance 2014, il titolo Erg a Piazza Affari cede l'1,18% a 10,86 euro dopo la pubblicazione dei risultati. Eppure gli analisti di Equita (rating hold e target price a 11,5 euro confermati sul titolo) questa mattina hanno espresso un giudizio complessivo positivo sui conti, ritenendo che Erg possa essere un titolo difensivo, considerato il suo profilo, in questo contesto di mercato.
Gli analisti di Banca Imi e di Kepler Cheuvreux continuano a consigliare l'acquisto (buy) dell'azione con prezzi obiettivo rispettivamente a 14,20 euro e a 13 euro, giudicando questa serie di risultati positivi. "La divisione delle rinnovabili ha performato bene grazie alla crescita della capacità all'estero. Escludendo il settore della raffinazione costiera, l'ebitda consolidato è sceso ma questo è attribuibile alla produzione termoelettrica di Isab Energy, che sarà deconsolidata dal secondo semestre. L'indebitamento finanziario netto è risultato leggermente sotto le nostre stime. Mentre consideriamo l'obiettivo di ebitda 2014 a 470 milioni di euro conservativo", hanno precisato gli analisti di Banca Imi.
Anche gli analisti di Kepler Cheuvreux ritengono che la guidance 2014 sia cauta, loro stimano un ebitda a 490 milioni, oltre il target della società a 470 milioni, perché la divisione rinnovabili crescerà quest'anno rispetto al 2013 (gli analisti si aspettano una crescita del 10% del margine operativo lordo di questa divisione). Inoltre, Erg si sta concentrando su un'ulteriore crescita della capacità installata, principalmente fuori d'Italia. Poi Isab Energy nel secondo semestre non sarà più consolidata, nel terzo trimestre arriverà parecchio cash grazie alla risoluzione anticipata del contratto CIP6 e l'ebitda del downstream integrato salirà su base annua.
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