Avvio di seduta con il segno positivo per le borse europee sulla scia dei listini asiatici e di Wall Street. Prosegue l'estrema debolezza del cambio con il cross euro/dollaro a un soffio da 1,18 a 1,18163. Sul fronte macro, gli ordini all'industria in Germania sono diminuiti del 2,4% su mese a novembre, un calo ben più pronunciato di quello dello 0,7% previsto dagli economisti.
La flessione è stata guidata da una contrazione del 4,7% degli ordini domestici mentre quelli dall'estero hanno rallentato dello 0,7%. Il dato di ottobre è stato rivisto al rialzo a +2,9% dal precedente +2,5%. Mattinata impegnativa dal lato dell'offerta, con le aste spagnola e francese sul tratto lungo ed extra-lungo. Madrid mette sul piatto 4,5-5 miliardi di nuova carta 2020, 2028 e 2037, mentre Parigi offre fino a 9,5 miliardi di titoli a scadenza 2024, 2030 e 2045.
Il Tesoro italiano ha comunicato ieri sera a mercato chiuso che lunedì prossimo 12 gennaio verranno offerti 8 miliardi di Bot a un anno contro i 9,3 miliardi in scadenza. Dopo le 17.30 di oggi arriverà l'annuncio sui dettagli dell'asta a medio-lungo di martedì 13, in cui dovrebbero essere riaperti i benchmark Btp a tre e sette anni eventualmente insieme al trentennale.
Tenendo in considerazione l'annullamento dell'appuntamento di metà dicembre, l'ultima asta sul segmento risale al 13 novembre. L'ufficio studi di Unicredit prevede che nel corso del primo trimestre di quest'anno il nuovo titolo di riferimento a sette anni 15 aprile 2022 e il decennale giugno 2025 vengano offerti entrambi a febbraio, rispettivamente a metà e a fine mese. Possibile anche, in base alle condizioni di mercato, un nuovo trent'anni.
Prosegue il clima di avversione al rischio in ragione dell'incertezza politica in Grecia, della lettura inferiore alle attese dell'inflazione europea a dicembre (primo tasso annuo negativo da ottobre 2009) insieme al sanguinoso attentato parigino alla sede di Charlie Hebdo. Riparte così da 142 punti base il differenziale di rendimento Btp/Bund e dall'1,91% il tasso del decennale.
A Piazza Affari l'indice Ftse Mib sale dell'1,39% a 18.375 punti. Con il prezzo del petrolio che si stabilizza, dopo un inaspettato calo delle riserve settimanali Usa: i future sul Wti Light crude avanzano di 7 centesimi a 48,72 dollari e quelli sul Brent cedono 14 centesimi a 51,01 dollari, Eni passa di mano a quota 13,90 euro e recupera il 2,06%. Saipem segna un +1,36% a 8,205 euro e Tenaris un +0,68% a 11,79 euro.
Tra gli altri energetici, occhio a Enel (+0,89% a 1,702 euro) perché, secondo fonti di stampa, la società energetica starebbe negoziando con un gruppo di banche italiane ed estere un maxi-finanziamento da 9,44 miliardi di euro per allungare dal 2018 al 2020 una linea di credito attuale.
Tra le banche, Intesa Sanpaolo guadagna l'1,42% a 2,28 euro e Unicredit l'1,90% a 5,05 euro anche se stamani JP Morgan ha limato il target price da 7,9 a 7,7 euro, ribadendo comunque il rating overweight. Bene anche Mps (+1,08% a 0,4681 euro) e le popolari, con il Banco Popolare in testa (+1,50% a 9,495 euro). Su Campari (+2,85% a 5,24 euro) è invece intervenuta Nomura alzando il giudizio da neutral a buy. Il target price sale da 5,5 a 6,2 euro.
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