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Giudizi discordi su A2A. Titolo cede l'1,35%

Written By Unknown on Kamis, 09 Mei 2013 | 15.11

Di Roberta Castellarin

A2A perde circa il 2% in apertura. Citigroup ha tagliato la raccomandazione a sell da neutral, ma alza il target price da 0,47 a 0,57. Scrivono gli analisti di Citigroup: "A2A è l'utility che ha avuto la migliore performance da inizio anno grazie alla riduzione dei tassi, all'impegno del management a ridurre i costi e la riduzione del debito hanno migliorato le prospettive del gruppo. Tuttavia stimiamo che la società raggiungerà un Roce solo del 3,7% nel 2013 in caso di normali condizioni idriche, non abbastanza per remunerare adeguatamente dipendenti, obbligazionisti e azionisti (con i prezzi a questi livelli), secondo noi". 

Secondo gli esperti di Citigroup la società dovrà ristruturarsi e ci potrà essere un deterioramento degli utili non scontato dai prezzi attuali. Da qui la scelta di dare un giudizio sell, pur alzando il target price per incoporare l'effetto benefico della riduzione dei tassi.

Il giudizio su A2A non è però univoco. Kepler ha confermato un Buy con prezzo obiettivo a 0,83 euro. Kepler apprezza la riduzione del debito più rapida delle attese che ha rafforzato la struttura finanziaria della società. Ciononostante l'agenzia di rating S&P ieri sera a mercati chiusi ha annunciato di aver mantenuto il giudizio BBB con outlook negativo sul debito di A2A .



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Telecom sale contro corrente, l'appeal del deal con 3 supera i deboli fondamentali

Di Francesca Gerosa

Telecom Italia è uno dei pochi temi positivi all'indomani dell'autorizzazione da parte del cda alla prosecuzione dello studio di un deal con Hutchison e dei conti del primo trimestre 2013. L'azione sale infatti dello 0,63% a 0,641 euro contro un mercato in calo dello 0,83%. Per Equita l'appeal del deal supera i deboli fondamentali, ovvero ricavi trimestrali a 6.796 milioni (-8,1% anno su anno) contro 6.799 milioni attesi, ebitda rettificato a 2699 mn (-9,3%) contro 2.687 attesi, utile netto a 364 milioni (-40,9%) contro 422 milioni attesi.

La posizione finanziaria netta è stata negativa per 28.767 milioni (-5,1% anno su anno) contro i -28.771 previsti. In più i ricavi domestici sono scesi del 10% (mobile -17,9% e wireline -7,5%) e l'ebitda domestico del -10,9%. Il management ha segnalato che il primo trimestre, in particolare sul mercato domestico, è stato caratterizzato da un inasprimento del livello competitivo e da una significativa pressione sui prezzi che hanno pesato sulle principali voci di bilancio.

Al 31 marzo il margine di liquidità era pari a 13,9 miliardi di euro e garantiva la copertura delle scadenze per oltre 24 mesi. Comunque il gruppo ha confermato la guidance 2013 (riduzione dell'ebitda a bassa singola cifra) e Kepler stamani ha quindi ribadito le attese di un ebitd aa fine anno a 11,6 miliardi di euro e di un debito netto a 26,7 miliardi.

Ma mentre Kepler parla di risultati in linea con le attese e mantiene il rating buy sul titolo, Intermonte ha confermato neutral. Mediobanca, che agisce in qualità di co-advisor finanziario per lo spin-off della rete del gruppo, ha rimarcato la debolezza del business domestico.

Lo stesso fa Ubs (sell e target price a 0,45 euro sull'ordinaria e a 0,36 euro sulla risparmio), precisando che i dati trimestrali sono stati leggermente inferiori (-1%) al consenso a livello di ebitda, mentre il risultato netto è risultato superiore alle previsioni della banca svizzera ma solo grazie alle tasse più basse.

Il board di Telecom Italia ha anche autorizzato la prosecuzione degli approfondimenti in merito alla possibile operazione con Hutchison non ravvisando impedimenti all'apertura di un tavolo di discussione. In un board del 23 maggio sarà discussa la scissione della rete. "Il deal con Hutch è sopravvissuto a due board, contrariamente a quello con Sawiris, a testimonianza del fatto che la soluzione prospettata è potenzialmente allettante", commentano gli analisti di Equita.

Gli stessi che nella nota dello scorso 18 aprile avevano evidenziato un possibile upside del 40% (a circa 0,90 euro) in caso di business combination con 3 (multiplo enterprise value/ebitda implicito di 4 volte) per semplificazione dell'arena competitiva, sinergie industriali, rafforzamento dell'azionariato.

Ma Ubs non è dello stesso parere. "Rimaniamo scettici sulla fattibilità di questo deal e sull'opportunità di creazione di valore per gli azionisti di minoranza". E anche per quanto riguarda lo scorporo della rete gli esperti di Ubs credono che l'operazione sia carente di logica industriale e finanziaria e che sia principalmente guidata da interesse politici sulla rete di accesso e dal disperato bisogno di ridurre il debito. Senza contare che la valutazione della rete potrebbe essere inferiore alle attese dell'azienda.

"Ci sono in effetti ancora molti ostacoli da superare e i fondamentali di Telecom Italia appaiono deboli e pertanto l'upgrade della raccomandazione a buy con un target price alzato del 12% a 0,75 euro è motivato dall'appeal speculativo relativo alla corporate action", ammettono gli analisti di Equita che, tra l'altro, hanno fatto entrare oggi il titolo TI nel loro portafoglio principale con un peso di 470 bps. Anche per gli esperti di Kepler gli investitori si focalizzeranno di più sull'operazione strategica con 3 Italia piuttosto che sulla debolezza degli utili di TI e il mercato sta dando loro ragione.



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Pace fatta tra Crédit Agricole e il Banco su Agos

Written By Unknown on Rabu, 08 Mei 2013 | 15.11

Di Anna Messia

Pace fatta, almeno per il momento, su Agos Ducato. Il primo gruppo italiano nel settore del credito al consumo che nelle scorse settimane è stato al centro di un braccio di ferro tra gli azionisti, ovvero il Crédit Agricole, con 61% e il Banco Popolare con il 39%, ritrova la pace. In ballo c'è un aumento di capitale richiesto dalla Banca d'Italia. Già ieri, come scritto da MF-Milano Finanza, erano arrivate parole distensive dal gruppo francese che aveva fatto sapere che Agos Ducato nel 2012 è stata in perdita, quest'anno il rosso sarà ridotto e per il 2014 è stato fissato l'obiettivo del pareggio.

Mentre per quanto riguarda il rapporto con gli azionisti il ceo dell'Agricole, Jean Paul Chifflet, aveva dichiarato che "i colloqui erano ancora in corso ei negoziati sono finalizzati a rafforzare il capitale di agos", evitando, "la riduzione della partecipazione del Banco Popolare. Non vogliamo cambiare quell'equilibrio", aveva aggiunto Chifflet. 

Oggi è arriva la conferma che il Banco Popolare ha raggiunto un accordo con il socio francese, finalizzato al ritorno della redditività della joint venture, nel quale sono stati definiti gli aspetti patrimoniali, finanziari e commerciali della partnership. "Agos Ducato", ha informato una nota, "ha poi tenuto un cda per l'approvazione del nuovo piano industriale, dell'impairment degli avviamenti e del progetto di bilancio 2012".



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Finmeccanica vola in borsa grazie ad Ansaldo Energia

Di MF-Dowjones

Forti acquisti in mattinata su Finmeccanica (+3,11% a 4,306 euro) grazie alle indiscrezioni riportate oggi da MF-Milano Finanza, secondo le quali Ansaldo Energia sarebbe sempre piu' vicina alla coreana Doosan. Secondo quanto risulta a MF, infatti, il colosso asiatico vorrebbe stringere sull'acquisto della controllata del gruppo italiano entro il termine delle negoziazioni in esclusiva, concesse a meta' aprile da Finmeccanica e in scadenza la prossima settimana.

Gli esperti di Banca Imi, che sulla holding dell'hi-tech hanno un rating hold con target price a 3,75 euro, evidenziano che secondo diverse indiscrezioni il potenziale valore per l'intera Ansaldo Energia potrebbe essere nell'ordine di 1,2-1,3 miliardi. Nel caso di conferma di queste cifre, concludono dalla banca, l'incasso per l'azienda potrebbe essere rilevante, supportando il calo del debito.



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Societé Générale lancia un piano di ristrutturazione

Written By Unknown on Selasa, 07 Mei 2013 | 15.11

Di Marcello Bussi

Societé Generale ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 364 milioni di euro, con un calo del 50% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso a causa dell'impatto della crisi del debito europea e di perdite legate a modifiche contabili sul valore del debito. Ma il risultato è migliore delle attese, al punto che il titolo alla borsa di Parigi sta guadagnando il 4%.

Merito anche del nuovo piano di ristrutturazione che mira a ridurre i costi di 900 milioni di euro entro il 2015. Il piano, ha spiegato alla Cnbc l'ad del gruppo, Severin Cabannes, costerà il posto di lavoro a un numero di dipendenti compreso tra le 600 e le 700 unità.

I ricavi di Societe Generale hanno subito una flessione del 19% a 5,09 miliardi, prevalentemente a causa dell'onere da 1 miliardo di euro legato all'aumento di valore del debito proprio, che ha costretto la società ad accantonare maggiori risorse per effettuare il suo eventuale riacquisto.

La banca francese ha concluso il trimestre con un Core Tier 1 (Basilea III) dell'8,7% e confermato di volerlo portare al 9,5% entro al fine dell'esercizio corrente.



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Banche italiane, il margine di interesse scenderà del 10%

Di Francesca Gerosa

Il circolo vizioso del contesto congiunturale sfavorevole e delle condizioni di credito difficili prosegue e continua a mettere in pericolo la redditività delle banche italiane, secondo gli analisti di Banca Akros che, in vista dei conti del primo trimestre degli istituti di crediti, dicono di aspettarsi risultati complessivamente deboli a livello di generazione di ricavi con alti impairrment sui prestiti

Le condizioni cicliche avverse, la doppia recessione in Italia e il rallentamento della crescita globale stanno minando le condizioni finanziarie delle imprese e i loro tassi di default sono peggiorati ulteriormente, raggiungendo nuovi massimi dal lancio dell'euro. Nel dicembre 2012 le sofferenze lorde sono state superiori al 7% (al 3,5% al netto degli accantonamenti).

Per l'aggregato dei crediti problematici (sofferenze, incagli, esposizioni ristrutturate ed esposizioni scadute), il ratio Npl si è attestato al 13,4% (all'8,7% al netto degli accantonamenti). Dati i crescenti crediti in sofferenza, la Banca d'Italia ha agito prima della pubblicazione dei risultati 2012 e ha chiesto di verificare l'adeguatezza dei rapporti di copertura. Di conseguenza, la copertura di tutti i crediti in sofferenza ha raggiunto il 38,8% a dicembre, circa 2 p.p. in più rispetto al mese di settembre, mentre la copertura delle sofferenze il 54,6%.

La Banca d'Italia ha inoltre ricalcolato questi rapporti con metodi in linea con quelli adottate da molte banche estere, cioè escludendo i prestiti interamente coperti da collateral e garanzie. In questo modo i crediti in sofferenza delle banche italiane sarebbero inferiori del 32% di quanto dichiarato, con un rapporto del 8,5% per i crediti dubbi a giugno 2012 (rispetto al 12,4% dichiarato) e un rapporto di copertura del 54,9% (contro il 37,4% dichiarato), superiore al 51,1% della media europea.

Il deterioramento della qualità del credito va in parallelo con la persistente frammentazione dei mercati del funding wholesale e la trasmissione della politica monetaria nella zona euro. Di conseguenza, le banche italiane hanno significativamente variato il prezzo dei loro prestiti. Queste azioni di repricing hanno avuto un devastante effetto sulla domanda di credito, sia per i prestiti alle imprese sia per i mutui residenziali.

Di conseguenza, i prestiti al settore privato non finanziario hanno continuato a contrarsi. La crescita dei depositi, al contrario, non è un problema per le banche italiane, diversamente da altri Paesi periferici della zona euro, anche se la situazione si sta normalizzando in alcuni di essi.

Per concludere, Banca Akros si aspetta un margine di interesse debole nel primo trimestre 2013 dalle banche italiane, in media in calo del  10% anno su anno e nel migliore dei casi (Credem) piatto e nel peggiore dei casi (Mps) in flessione del 40%. Le commissioni nette, al contrario, sono visti in crescita grazie al flusso positivo dell'asset management.

Dato l'inizio d'anno molto debole, gli esperti di Banca Akros hanno abbassato le stime di eps di Ubi Banca e tagliato il target price da 3,75 a 3,5 euro (hold ribadito). Hanno invece confermato la loro preferenza per Intesa Sanpaolo (accumulate) e Mediobanca (accumulate) data la loro efficienza superiore efficienza e i migliori coefficienti patrimoniali.

Visti i fondamenti molto deboli, i titoli bancari italiani hanno sottoperformato i titoli governativi italiani a marzo, a seguito dei risultati2012 inferiori alle attese, mentre la correlazione tra le due classi di asset si è ripresa nel mese di aprile. "Ora temiamo che i cattivi risultati del primo  trimestre possano rappresentare un'altra possibilità di prendere profitto sulle banche italiane", avvertono gli analisti di Banca Akros.



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Rally per Camfin sulle voci di opa

Written By Unknown on Senin, 06 Mei 2013 | 15.11

Di Paola Valentini

Rally per Camfin a piazza Affari. Il titolo dopo aver aperto in rialzo del 2,14%, ha accelerato il rimbalzo e segna un  rialzo del 5,82% a 0,787 euro. Clessidra con Intesa Sanpaolo e Unicredit, secondo indiscrezioni di stampa, starebbero esaminando di nuovo il dossier per l'accorciamento della catena di controllo.

Si tratterebbe di un'operazione strutturata tipo "club deal", cioè un accordo tra piu soci, e prevederebbe la nascita di una nuova società controllata da Clessidra insieme alle banche ed altri soci di minoranza la quale proporrà un'offerta su Camfin per ritirare la holding dal mercato.

"Confermiamo l'hold nonostante il downside in quanto riteniamo che l`appeal speculativo non possa essere trascurato", spiega Equita sim che dà un target price a 0,68 euro. Mentre Intermonte sottolinea che "riteniamo plausibile il lancio di un'opa. Camfin oggi tratta a sconto di circa il 10% rispetto al net asset value. Confermiamo su Pirelli la raccomandazione outperform"



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Italcementi, l'Italia continua a pesare sui conti e sulle prospettive

Di Francesca Gerosa

L'ebitda trimestrale inferiore alle attese e la guidance 2013 rivista al ribasso fanno scattare le vendite sul titolo Italcementi a Piazza Affari. L'azione scivola ddel 2,79% a quota 4,53 euro. Come atteso, il trimestre ha risentito negativamente dell'effetto meteo avverso che ha caratterizzato l'Europa e il Marocco.

Così Italcementi ha chiuso il primo trimestre dell'anno con un ebitda, inferiore alle attese, a 88,5 milioni di euro (-30%) prevalentemente a causa di Italia, Francia, Belgio, India e Thailandia che hanno più che compensato il contributo, leggermente più alto delle stime, proveniente da Egitto e Marocco. L'ebitda ha anche risentito dell'assenza del contributo della CO2 che invece era stato pari a 19 milioni nel primo trimestre 2012. Al netto della CO2 il calo anno su anno sarebbe stato quindi pari circa il -20%.

Sotto la linea operativa, minori ammortamenti e tasse spiegano la perdita a -78 milioni leggermente migliore delle stime degli analisti di Equita. Il management ha rivisto la guidance anticipando ora un ebitda 2013 sostanzialmente stabile sui livelli del 2012 (in precedenza la guidance prevedeva una crescita anno su anno), ovvero 632 milioni di euro.

Il modello di Equita sconta una crescita del +7% a 675 milioni. Il consenso è attualmente fissato a 650 milioni di euro. "Le nostre stime sono attualmente al di sopra di quelle del consenso", osservano gli analisti di Mediobanca. "La performance del mix geografico rimane debole a causa dell'esposizione all'Europa e al bacino del Mediterraneo. Il controllo del debito (2,11 miliardi di euro a fine marzo, ndr) resta a nostro avviso una priorità assoluta e una preoccupazione per il gruppo. Confermiamo il nostro rating neutral con un target price a 4,60 euro".

Nel complesso, gli esperti di Banca Imi (rating e target price in revisione) credono che i dati annunciati rendano particolarmente sfidante il raggiungimento delle previsioni di Italcementi per fine anno. Equita aspetta la conference call di oggi (ore 15.30) per effettuare un aggiornamento delle stime, intanto mantiene il rating hold e il target price a 4,49 euro sul titolo Italcementi. Anche gli analisti di Banca Akros, dal momento che non è prevista nessuna ripresa nel breve termine, hanno ribadito il rating hold e il target price a 4,50 euro.



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Disoccupazione in calo Wall Street tocca nuovi record

Written By Unknown on Minggu, 05 Mei 2013 | 15.11

Di Valerio Testi

Wall Street ha chiuso in rialzo la seduta spingendo l'indice Dow Jones e lo Standard & Poor's 500 ai massimi storici, grazie all'inattesa flessione della disoccupazione ad aprile. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,96% a quota 14.973,86, record storico, così come lo Standard & Poor's 500, cresciuto dello 1,05% a 1.614,42. In ascesa anche il Nasdaq: +1,14% a 3.378,63.

Il Dipartimento del Lavoro Usa ha reso noto che l'economia del Paese ha aggiunto 165.000 nuovi posti di lavoro, oltre le attese del mercato a +145.000 unità. I dati di marzo e febbraio sono stati rivisti fortemente al rialzo dalle precedenti letture. Il tasso di disoccupazione è sceso al 7,5%, quando invece il mercato si aspettava rimanesse invariato.

La lettura migliore della attese dei payroll non agricoli di aprile e la revisione al rialzo dei dati relativi al mese di febbraio e di marzo "placano i timori circa il rallentamento primaverile" dell'economia statunitense, sostiene Paul Ashworth, capo economista per gli Usa di Capital Economics.

I dati hanno sostenuto il sentiment su tutti i mercati. L'euro/usd è in calo a 1,3117 e diminuisce anche la domanda per i Treasury il cui rendimento è salito all'1,728%, ai massimi da due settimane.

Sul fronte corporate, LinkedIn in calo del 10% dopo aver presentato un outlook sui ricavi inferiore alle attese del mercato.



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Credit Suisse, la strategia dopo il taglio dei tassi

Di Ester Corvi

La decisione della Bce di tagliare il 2 maggio i tassi ufficiali di sconto dello 0,25% portandoli al minimo storico dello 0,50%, nonostante fosse ampliamente scontata dal mercato, ha lasciato la porta aperta per ulteriore revisioni. Che hanno indotto i money manager a rivedere le loro scelte di investimento. Ecco la strategia degli analisti Credit Suisse sui mercati azionari europei sintetizzata in cinque punti.

1) Ciclici in pole position. I segnali di ripresa del ciclo economico, per ora molto deboli, potrebbero rafforzarsi a partire dall'autunno. I titoli ciclici che sono stati finora più penalizzati nonostante i solidi fondamentali possono quindi realizzare performance molto elevate. Si può approfittare dei bassi prezzi per investire in società come Volkswagen, Siemens, Arcelormittal, Georg Fischer e Mediaset. 

2) Utility e spread. Se il calo degli spread dei titoli periferici dell'Eurozona dovesse continuare sarebbe una buona notizia per il settore delle utility e delle tlc di questi Paesi, grazie alla forte correlazione che presentano con i tassi. Meritano il rating outperform (performance superiore al mercato) i gruppi Edp, Terna e Iberdrola. Il parere è invece neutrale su Enel e Telecom Italia.

3) Puntare sugli esportatori. Le società europee che operano sui mercati esteri, e in particolare negli Stati Uniti, hanno secondo gli specialisti della banca d'affari elvetica maggiori chance di quelle focalizzate sui mercati interni. Fra i titoli consigliati con il rating outperform (performance superiore al mercato) ci sono Solvay, Azko Nobel, Actelion, Lafarge, Atos, Sap, Sonora e Bmw.

4) Occhio alle infrastrutture. Se si ipotizza un allentamento della pressione fiscale nell'Eurozona bisogna guardare con favore ai titoli del settore costruzioni e infrastrutture, perché saranno fra i primi a trarne vantaggio. Può essere allora una buona idea inserire in portafoglio azioni come Lafarge, Holcim R e Heidelbergcement.

5) Ritornare alle banche. I titoli del settore bancario scontano alle quotazioni attuali lo scenario peggiore di mercato. Ma a questo punto le possibilità di rialzo delle quotazioni sono maggiori dei rischi di ribasso. Gli analisti del Credi Suisse ritengono che potranno mettere a segno una performance migliore della media le azioni Intesa SanPaolo, Bnp Paribas, Societe Generale e Credit Agricole.



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Disoccupazione in calo Wall Street tocca nuovi record

Written By Unknown on Sabtu, 04 Mei 2013 | 15.11

Di Valerio Testi

Wall Street ha chiuso in rialzo la seduta spingendo l'indice Dow Jones e lo Standard & Poor's 500 ai massimi storici, grazie all'inattesa flessione della disoccupazione ad aprile. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,96% a quota 14.973,86, record storico, così come lo Standard & Poor's 500, cresciuto dello 1,05% a 1.614,42. In ascesa anche il Nasdaq: +1,14% a 3.378,63.

Il Dipartimento del Lavoro Usa ha reso noto che l'economia del Paese ha aggiunto 165.000 nuovi posti di lavoro, oltre le attese del mercato a +145.000 unità. I dati di marzo e febbraio sono stati rivisti fortemente al rialzo dalle precedenti letture. Il tasso di disoccupazione è sceso al 7,5%, quando invece il mercato si aspettava rimanesse invariato.

La lettura migliore della attese dei payroll non agricoli di aprile e la revisione al rialzo dei dati relativi al mese di febbraio e di marzo "placano i timori circa il rallentamento primaverile" dell'economia statunitense, sostiene Paul Ashworth, capo economista per gli Usa di Capital Economics.

I dati hanno sostenuto il sentiment su tutti i mercati. L'euro/usd è in calo a 1,3117 e diminuisce anche la domanda per i Treasury il cui rendimento è salito all'1,728%, ai massimi da due settimane.

Sul fronte corporate, LinkedIn in calo del 10% dopo aver presentato un outlook sui ricavi inferiore alle attese del mercato.



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Credit Suisse, la strategia dopo il taglio dei tassi

Di Ester Corvi

La decisione della Bce di tagliare il 2 maggio i tassi ufficiali di sconto dello 0,25% portandoli al minimo storico dello 0,50%, nonostante fosse ampliamente scontata dal mercato, ha lasciato la porta aperta per ulteriore revisioni. Che hanno indotto i money manager a rivedere le loro scelte di investimento. Ecco la strategia degli analisti Credit Suisse sui mercati azionari europei sintetizzata in cinque punti.

1) Ciclici in pole position. I segnali di ripresa del ciclo economico, per ora molto deboli, potrebbero rafforzarsi a partire dall'autunno. I titoli ciclici che sono stati finora più penalizzati nonostante i solidi fondamentali possono quindi realizzare performance molto elevate. Si può approfittare dei bassi prezzi per investire in società come Volkswagen, Siemens, Arcelormittal, Georg Fischer e Mediaset. 

2) Utility e spread. Se il calo degli spread dei titoli periferici dell'Eurozona dovesse continuare sarebbe una buona notizia per il settore delle utility e delle tlc di questi Paesi, grazie alla forte correlazione che presentano con i tassi. Meritano il rating outperform (performance superiore al mercato) i gruppi Edp, Terna e Iberdrola. Il parere è invece neutrale su Enel e Telecom Italia.

3) Puntare sugli esportatori. Le società europee che operano sui mercati esteri, e in particolare negli Stati Uniti, hanno secondo gli specialisti della banca d'affari elvetica maggiori chance di quelle focalizzate sui mercati interni. Fra i titoli consigliati con il rating outperform (performance superiore al mercato) ci sono Solvay, Azko Nobel, Actelion, Lafarge, Atos, Sap, Sonora e Bmw.

4) Occhio alle infrastrutture. Se si ipotizza un allentamento della pressione fiscale nell'Eurozona bisogna guardare con favore ai titoli del settore costruzioni e infrastrutture, perché saranno fra i primi a trarne vantaggio. Può essere allora una buona idea inserire in portafoglio azioni come Lafarge, Holcim R e Heidelbergcement.

5) Ritornare alle banche. I titoli del settore bancario scontano alle quotazioni attuali lo scenario peggiore di mercato. Ma a questo punto le possibilità di rialzo delle quotazioni sono maggiori dei rischi di ribasso. Gli analisti del Credi Suisse ritengono che potranno mettere a segno una performance migliore della media le azioni Intesa SanPaolo, Bnp Paribas, Societe Generale e Credit Agricole.



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L'investment banking fa cadere l'utile, tengono i ricavi di Bnp

Written By Unknown on Jumat, 03 Mei 2013 | 15.11

Di Francesca Gerosa

Utile trimestrale in calo, tengono i ricavi di Bnp Paribas. Nel primo trimestre del 2013 il gruppo bancario francese ha realizzato un utile netto pari a 1,584 miliardi di euro, in flessione del 44,8% rispetto al primo trimestre 2012, che aveva però beneficiato di una plusvalenza eccezionale di 829 milioni di euro legata in gran parte alla cessione della società di compravendita immobiliare Kelpierre.

Gli analisti si aspettavano profitti ancora più bassi a 1,38 miliardi di euro. La capacità della banca francese di generare utili è stata condizionata dalla diminuzione dei ricavi dell'Investment Banking e dai nuovi accantonamenti per le eventuali perdite prodotte dalla controllata italiana (+35% a 6,09 miliardi).

In una congiuntura economica europea poco dinamica, il margine di intermediazione è però salito dell'1,7% a 10,055 miliardi. Due gli elementi eccezionali, per un totale netto di 149 milioni di euro, che hanno contributo a questo dato: la rivalutazione del debito proprio per -215 milioni di euro e l'introduzione del Debit Value Adjustment in applicazione della nuova norma IFRS 13, per +364 milioni di euro.

I ricavi delle divisioni operative sono invece diminuiti del 5,9%, con una buona resistenza dellla divisione Retail Banking (+0,2%) e di quella delle soluzioni di investimento (+3,4%) e con un trimestre di transizione per la divisione Corporate & Investment Banking dopo la fine del piano di adeguamento (-20,2%).

I costi operativi, pari a 6.514 milioni di euro, sono diminuiti del 4,8%. Tale voce include l'impatto eccezionale sul trimestre dei costi di trasformazione generati dal programma "Simple & Efficient", pari a 155 milioni di euro. Più nello specifico, i costi operativi sono scesi dell'1,9% per il Retail Banking e del 15,2% per la divisione Corporate & Investment Banking, mentre sono aumentati dell'1,5% per l'Investment Solutions.

Positivo il risultato lordo di gestione cresciuto nel periodo del 16,4% a 3.541 milioni di euro, mentre è diminuito per le divisioni operative del 5,3%. E' invece aumentato del 3,5% il costo del rischio a 978 milioni di euro. La solvibilità di Bnp Paribas è comunque molto elevata con un Common Equity Tier 1 ratio che tiene conto delle regole di Basilea 2.5 pari all'11,7% e un Common Equity Tier 1 ratio conforme a Basilea 3 fully loaded3 pari al 10%, due indici che posizionano Bnp Paribas come una delle grandi banche con la migliore capitalizzazione a livello mondiale.

La banca non solo sta implementando rapidamente l'ambizioso programma "Simple & Efficient", destinato a semplificare il funzionamento del gruppo e a migliorarne la capacità operativa (nel trimestre i costi di trasformazione sono stati pari a 155 milioni di euro), ma si appresta a lanciare prossimamente la banca digitale europea.

Alla borsa di Parigi il titolo Bnp Paribas sale dell'1,12% a 43,35 euro. Per gli analisti di Ubs (rating neutral e target price a 43 euro confermati) il 2013 è partito bene per Bnp Paribas, considerato che l'utile netto ha battuto le attese e l'efficace gestione dei costi ha compensato il risultato non brillante dei ricavi. In più, gli accantonamenti per possibili perdite da prestiti sono risultati inferiori al previsto.



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Il costo del rischio aumenta, -42,9% l'utile di Bnl

Il costo del rischio pesa su Bnl banca commerciale. La controllata di Bnp Paribas ha chiuso il primo trimestre con un utile ante imposte pari a 84 milioni di euro, in calo del 42,9% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. La riduzione è legata all'aumento del costo del rischio in un contesto di recessione.

Sotto il profilo commerciale, Bnl ha registrato un aumento del 9,6% dei depositi e un calo del 2,5% degli impieghi, anche a causa di un rallentamento della domanda. Il margine di intermediazione è cresciuto dello 0,9% a 823 milioni di euro. Il margine d'interesse è invece arretrato leggermente (-0,4%) a causa della diminuzione dei volumi di impieghi. Le commissioni sono salite del 3,3% per la buona performance della raccolta indiretta e nonostante il calo dell'erogazione di nuovi prestiti e degli effetti dei cambiamenti normativi.

Grazie alle misure di riduzione dei costi, in particolare informatici e immobiliari, i costi operativi sono diminuiti dell'1,6% rispetto al primo trimestre 2012 a 438 milioni di euro. Ciò ha consentito a Bnl di conseguire un nuovo miglioramento del rapporto cost/income, che si è ridotto di 1,3 punti al 53,2%.

Il risultato lordo di gestione è cresciuto del 3,8% a 385 milioni di euro, a fronte di un costo del rischio aumentato del 35,2% rispetto al primo trimestre 2012 e del 4,6% rispetto al quarto trimestre 2012, a 145 punti base rispetto agli impieghi a clientela.



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Utili Siemens sotto le attese previsioni in calo sul 2013

Written By Unknown on Kamis, 02 Mei 2013 | 15.11

Di Manuel Follis

Avvio di contrattazioni complesso per Siemens, i cui conti del secondo trimestre (il bilancio annuale chiude a ottobre) non hanno convinto gli investitori. Il colosso dell'elettronica ha chiuso il periodo con ricavi in calo del 7% a 18,01 miliardi e un utile netto in crescita del 10% a 1,03 miliardi che tiene conto, spiega una nota del gruppo, del contributo di operazioni straordinarie. Nonostante la crescita, gli utili sono stati però inferiori alle stime degli analisti.

In crescita a doppia cifra gli ordini (+20% a 21,45 miliardi di euro). Per il 2013 Siemens conferma le sue attese di costi di ristrutturazione per 900 milioni. Il gruppo prevede una crescita organica moderata ma anche un lieve calo nei ricavi. Il gruppo tedesco, si legge sempre in una nota, prevede che l'utile si attesterà intorno a 4,4 miliardi, ovvero nella parte bassa delle originali stime di 4,5-5 miliardi.

"I risultati del secondo trimestre sono misti", ha spiegato l'amministratore delegato Peter Loescher: gli ordini sono buoni, mentre restano sotto pressione utili e fatturato. Per Loescher nel complesso la situazione economica non si sta sviluppando come previsto. L'ad ha anche confermato che la quotazione di Osram è prevista a inizio luglio.



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Boom di Chrysler e Ferrari aprile record per Fiat in Usa

I dati di aprile sulle immatricolazioni negli Stati Uniti sono positivi per Fiat, che vede la controllata Chrysler tornare a vendite in doppia cifra (il miglior aprile dal 2007) e Ferrari aumentare gli ordini dell'87%.  

La casa di Auburn Hills, secondo i dati comunicati ieri, ha venduto lo scorso mese 156.698 veicoli, con un aumento dell'11%, facendo meglio della media di mercato (+8,5%) anche se in linea con le attese. Bene i marchi Jeep, Dodge, Ram Truck e Fiat, che contribuiscono al 37esimo mese consecutivo di crescita per Chrysler

Quanto ad altri mercati dell'area Nafta, Chrysler Canada ha annunciato il quarantunesimo mese consecutivo di crescita delle vendite con ordini che ad aprile hanno riguardato 25.745 veicoli (+5%), mentre in Messico la crescita si è attestata al 15% a 7.558 unità.

Positivi anche i dati della divisione North America di Ferrari, che sempre ad aprile ha venduto 195 autovetture registrando una crescita dell'87,5% rispetto al corrispondente mese del 2012. Nel primo quadrimestre il Cavallino Rampante ha venduto 693 autovetture in Usa, con un incremento del 32,5% rispetto al 2012. In contrazione invece i dati di Maserati, le cui vendite sono calate del 12,1% a 204 autovetture, per un consuntivo annuo in flessione del 9,7% a 753 unità.



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Moody's taglia il rating alla Slovenia per il rischio di un salvataggio

Written By Unknown on Rabu, 01 Mei 2013 | 15.11

Di Valentina Sorrenti

Moody's taglia il rating sovrano della Slovenia e non esclude un salvataggio. L'agenzia di rating ha comunicato di aver rivisto al ribasso il merito creditizio del Paese da Baa2 a Ba1 (il livello "junk"), mantenendo un outlook negativo che potrebbe essere il preludio a un nuovo possibile declassamento.

Il downgrade è stato giustificato dalle condizioni del settore bancario sloveno, dal marcato peggioramento del bilancio del governo e dalle prospettive incerte di finanziamento che aumentano la probabilità di dover ricorrere a un aiuto esterno. Moody's prevede una contrazione dell'economia slovena dell'1,9% nel 2013, prima di una debole ripresa nel 2014 con un'espansione dello 0,2%.

La Slovenia è "vulnerabile a shock esterni, quali la crisi di Cipro, e questo potrebbe rendere difficile" per il paese finanziarsi a "tassi sostenibili. Il che aumenta la probabilità che le autorità avranno bisogno di richiedere aiuto esterno", ha scritto l'agenzia. Subito dopo il declassamento, il ministero delle Finanze di Lubiana ha rinviato un'asta da 2,2 miliardi di euro di titoli di stato a 5 e 10 anni.

La decisione di Moody's è giunta nel giorno in cui il fondo pensioni dello Stato ha cominciato a risarcire circa 26 mila pensionati sloveni per alcune decurtazioni sulle loro pensioni, determinate dalla legge sul pareggio di bilancio approvata dal governo Jansa. La restituzione si è resa necessaria dopo che la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale parte dell'articolo 143 della legge che parlava dei tagli alle pensioni.

Le spese per il fondo pensionistico, secondo le stime del governo, si calcolano in 28,5 milioni di euro. I pensionati, penalizzati dalla legge sul pareggio di bilancio, torneranno così a percepire la somma precedente all'approvazione della legge in questione. Il 20% del rimborso verrà effettuato a giungo, mentre per il restante 80% si dovrà probabilmente aspettare fino a maggio dell'anno prossimo.

Nel frattempo, il parlamento di Cipro ha approvato a risicata maggioranza il controverso piano di salvataggio concordato con i creditori internazionali per scongiurare la bancarotta. L'intesa con Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionali è stata sostenuta da ventinove parlamentari e osteggiata da ventisette, in un voto trasmesso in diretta televisiva.

Il piano prevede un contributo di 13 miliardi di euro e la prima erogazione è prevista per il mese prossimo. In cambio del piano di sostegno Nicosia dovrà ristrutturare il settore bancario del Paese e ridurre il deficit di bilancio del governo aumentando le imposte, riducendo i dipendenti della pubblica amministrazione e privatizzando alcune società pubbliche.



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Wall Street in lieve rialzo Apple guida i tecnologici

Di Valerio Testi

Chiusura di Wall Street in equilibrio con l'indice S&P 500 che ha ritoccato nuovamente il record storico a quota 1.597,54 (+0,25%), mentre il Dow Jones ha guadagnato lo 0,14% a 14.839,8 e il Nasdaq lo 0,66% a 3.328,79.

Da un lato ha pesato la deludente trimestrale di Pfizer e dell'indice Napm relativo all'andamento dell'attività manifatturiera della zona di Chicago, dall'altro il buon comportamento dei tecnologici, in particolare BlackBarry (+4,27%) e Apple (+2%) che ha annunciato il lancio della sua prima emissione obbligazionaria dal 1996.

Lettura negativa per l'indice Napm di Chicago, che si basa su un'indagine condotta sui direttori d'acquisto del settore manifatturiero, sceso ad aprile a 49 punti dai 52,4 punti di marzo. Non è bastato a controbilanciare il dato dell'indice manifatturiero il rimbalzo della fiducia dei consumatori ad aprile. Secondo quanto reso noto dal Conference Board statunitense, l'indicatore e' salito a 68,1 punti (60,3 punti il consenso), in aumento rispetto al dato rivisto al rialzo di marzo a 61,9 punti dai 59,7 punti comunicati in precedenza.

Notizie migliori dal settore immobiliare con l'indice S&P/Case-Shiller relativo ai prezzi delle case nelle 20 maggiori città degli Usa che a febbraio ha registrato un aumento del 9,3% a livello annuale (+9% a/a il consenso) e un incremento dello 0,3% su base mensile. L'indice riferito alle 10 maggiori città ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile e un incremento dell'8,6% a livello annuale.

Il costo dell'occupazione negli Stati Uniti nel primo trimestre di quest'anno è salito dello 0,3% a livello trimestrale (+0,5% t/t il consenso) e dell'1,8% su base annuale. I salari sono cresciuti dello 0,5% a livello trimestrale rispetto al +0,3% t/t dei tre mesi precedenti.

Sul listino in ribasso Pfizer (-3,5%). La casa farmaceutica ha mancato il consenso degli analisti sui profitti e sulle stime per i ricavi, rivedendo al ribasso l'outlook del 2013.



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