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Piazza Affari, attesa apertura in rialzo

Written By Unknown on Jumat, 31 Oktober 2014 | 15.11

Gli analisti si aspettano per questa mattina un avvio in deciso rialzo dei mercati europei alla luce dell'incremento del QE in Giappone, afferma un gestore. A Tokyo il Nikkei ha chiuso in rialzo del 4,8% grazie alla decisione della Bank of Japan di espandere gli acquisti annuali di asset da 50.000 mld a 80.000 mld yen.

Sul fronte dei dati macro, alle 10h00 verrà reso noto il tasso di disoccupazione in Italia (alle 11h00 il dato nell'area Euro). Dagli Usa alle 13h30 si attendono, tra gli altri dati, i redditi personali e le spese per consumi a settembre. A piazza Affari da seguire le banche, che dovrebbero beneficiare della riduzione dello spread. Focus sempre su B.Mps, con la stampa che sostiene che aumentino le possibilità di un aumento di capitale. Secondo MF, si farebbe largo l'ipotesi di un'aggregazione con una banca italiana di media dimensione.

Tra gli industriali non scema l'attenzione su Fca, sempre alla luce dell'annuncio della separazione di Ferrari, ed è sotto i riflettori anche Snam dopo la pubblicazione dei conti trimestrali. Attenzione infine ad Atlantia, in scia alla notizia che il Governo francese ha rescisso il contratto per l'ecotassa. L'indennità prevista dal contratto stesso è di 850 mln euro.


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Bnp non è interessata a Mps, possibile downgrade di Moody's

Bnp Paribas bolla come speculazioni le voci circa un suo interesse per Monte dei Paschi di Siena. Il Cfo dell banca francese, che in italia controlla Bnl, in un'intervista a Reuters Insider in occasione della presentazione dei risultati del terzo trimestre, ha spiegato che è "solo speculazione".

"Se si guarda al nostro piano, stiamo cercando acquisizioni mirate. Se le troviamo, che siano mirate e a un prezzo ragionevole, questo fa parte del nostro piano industriale", ha ricordato Lars Machenil. Sulle acquisizioni "mirate" ha precisato che intende operazioni che "diano a Bnp Paribas una maggiore quota di mercarto, vicinanza con i clienti, conoscenza del prodotto".

Lo stesso presidente di Mps, Alessandro Profumo, si è arreso all'evidenza, sostenendo che Rocca Salimbeni potrebbe diventare parte di una entità più grande, anche se ha puntualizzato che non ci sono stati contatti con potenziali compratori. Nessuno però sembra voler farsi avanti.

La scorsa settimana Ubi Banca si è già defilata dall'ipotesi di un'intergazione con Mps. Inoltre, secondo alcune voci, Bankitalia avrebbe sondato l'interesse di Intesa Sanpaolo ma la banca guidata da Carlo Messina avrebbe dato risposta negativa. Per MF-Milano Finanza lo scenario più plausibile vedrebbe il coinvolgimento di banche italiane di medie dimensioni, anche cooperative, uscite dai test Bce con larghe eccedenze di capitale.

Viene quindi rilanciata l'ipotesi di un intervento di una cordata capitanata dalla Fondazione Cariplo che investirebbe sulla parte sana del gruppo, facendo confluire gli asset problematici in una bad bank. Tuttavia, uno scenario del genere, ha spiegato MF-Milano Finanza, non è detto che si prospetti nell'immediato. Per questo c'è chi parla di un cda preallertato per mercoledì della prossima settimana e non esclude che una quota dello shortfall evidenziato dai test Bce possa essere coperta con un aumento di capitale.

"Con un aumento di capitale da 1,5 miliardi il tangible equity per azione 2015 di Mps scenderebbe a 1,28 e il Rote 2016 al 4,2%", hanno calcolato gli analisti di Equita (hold e target price a 0,9 euro confermati sul titolo). Ieri il titolo Mps ha perso il 7% e oggi recupera l'1,33% a 0,688 euro: la banca ora tratta a meno della metà del valore che aveva all'inizio di giugno, quando ha raccolto 5 miliardi di mezzi freschi.

Dalla pubblicazione dei risultati dello stress test, domenica scorsa, che hanno evidenziato 2,1 miliardi di euro di deficit di capitale da colmare, ha lasciato sul terreno il 37% circa nonostante la Consob abbia vietato le vendite allo scoperto fino al 10 novembre. Profumo ha spiegato si sta guardando a una gamma di soluzioni che includono anche un rinvio del programmato rimborso al Tesoro dei cosiddetti Monti bond.

Mps ha registrato 9,3 miliardi di perdite negli ultimi tre anni e ha ricevuto un aiuto pubblico da 4,1 miliardi di euro. Un ammontare pari a 1,1 miliardi dei 4,1 ricevuti deve ancora essere rimborsato e qualsiasi modifica al piano di rimborso già concordata con la Commissione europea deve nuovamente essere approvata da Bruxelles.

Esiste la possibilità di convertire i Monti bond in azioni in mano al Tesoro, che porterebbe a una nazionalizzazione della banca. Ma le autorità europee non vedono di buon occhio un rinvio del piano di rimborso dei Monti bond e quindi la soluzione alternativa potrebbe essere la vendita da parte del Tesoro dei Monti bond a investitori instituzionali che subentrerebbero come creditori della banca senese.

Nel frattempo, ieri sera a mercato chiuso Moody's ha avvertito che, in seguito al mancato superamento degli stress test della Bce, ha messo sotto osservazione per un possibile declassamento i rating di Mps e Carige (+1,79% a 0,0682 euro stamani in borsa).


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Le trimestrali sostengono Piazza Affari in attesa della Yellen

Written By Unknown on Kamis, 30 Oktober 2014 | 15.11

Apertura in rialzo della borse europee, mentre prosegue la pubblicazione delle trimestrali societarie. Ieri la Fed, come previsto, ha concluso il massiccio programma di quantitative easing e ha utilizzato toni più restrittivi delle attese. A segnalare una certa fiducia nel consolidamento della ripresa, nel comunicato pubblicato al termine del meeting, è stato eliminato l'aggettivo "significativa" riferito alla debolezza del mercato del lavoro.

La Federal Reserve inoltre ha minimizzato i rischi derivanti dalla recente volatilità dei mercati, dalla minore crescita in Europa e dalla prospettiva di bassa inflazione, ritenendoli non in grado di ostacolare il raggiungimento dei propri obiettivi su occupazione e prezzi. Ulteriori indicazioni potranno arrivare in occasione di un intervento di Janet Yellen, atteso nel primo pomeriggio, quando arriveranno anche le prime indicazioni sull'andamento del pil Usa nel terzo trimestre.

E' stabile lo spread tra Btp e Bund. Il differenziale tra il titolo decennale italiano e quello tedesco è a quota 3punti con un rendimento del 2,53%. Il Tesoro offre in mattinata tra 5,5 e 7,25 miliardi di euro ripartiti tra Btp quinquennali, decennali e Ccteu. In linea con quanto accaduto nei collocamenti dei giorni scorsi, si prospetta una risalita dei rendimenti: ieri in chiusura il rendimento del Btp 5 anni scambiava sul secondario all'1,27% dall'1,06% dell'ultimo collocamento, al massimo da giugno. Analogamente il tasso del 10 anni che verrà offerto oggi in asta scambiava al 2,50% dal 2,45% di settembre, al massimo da luglio.

A Piazza Affari l'indice Ftse Mib sale dello 0,95% a 19.339 punti. Sul listino milanese vengono premiate Luxottica (+3,46% a 40,36 euro) ed Eni (+2,08% a 16,67 euro) grazie ai conti trimestrali in crescita. Fca non ha pubblicato conti eccezionali, ma sale ancora dell'1,40% a 8,72 euro sulla scia dello scorporo della Ferrari. Pur alzando i rispettivi target price, i giudizi degli analisti restano discordanti su Fiat.

Exane Bnp Paribas ha alzato il target price del 27% a 8,1 euro, ma ha ribadito il rating underperform; Credit Suisse ha alzato il target price da 6 a 7,20 euro, ma mantiene underperform. Societe Generale ha invece alzato il rating da sell a hold e il prezzo obiettivo da 5,5 a 8,6 euro e Barclays ha confermato overweight ma ha portato il prezzo obiettivo da 9 a 10,50 euro. Post conti e guidance deludenti Ubs ha deciso di alzare la raccomandazione su STM (+1% a 5,05 euro) da sell a neutral. Mentre in attesa dei risultati Citigroup ha tagliato il prezzo obiettivo di Pirelli & C. (+1,25% a 10,52 euro) da 15 a 14,2 euro (outperform).


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Auto, -2,6% anno su anno la produzione Giapponese a settembre

La produzione di automobili, veicoli commerciali e autobus in Giappone a settembre è scesa per il terzo mese consecutivo con una contrazione del 2,6%.

Lo ha riferito la Japan Automobile Manufacturers Association, precisando che la produzione si è attestata a 851.051 veicoli, contro gli 873.744 dello stesso mese dell'anno scorso.

La domanda domestica ha riguardato 518.774 veicoli, con una flessione dello 0,8% a/a, mentre le esportazioni sono diminuite per il secondo mese consecutivo attestandosi a 410.181 unità il 3,3% in meno rispetto alle 424.194 di settembre 2013.


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Borse, oggi la Fed ruberà la scena alle banche stressate

Written By Unknown on Rabu, 29 Oktober 2014 | 15.12

Borse europee con il fiato sospeso in attesa della Fed e sostenute comunque dal buon andamento di Wall Street che ieri ha chiuso in territorio positivo seguita dai mercati asiatici. Stasera alle 19 è prevista la riunione del Fomc, il braccio operativo della banca centrale Usa, che dovrebbe sancire definitivamente la fine del tapering, ovvero del processo di graduale riduzione degli acquisti di titoli di Stato inziato a fine 2013.

Le indicazioni degli operatori propendono infatti per la fine degli acquisti di Treasury e Mbs, con un taglio finale di 15 miliardi di dollari che porterà a termine il Quantitative easing numero 3. Ma le attese indicano che i Fed funds resteranno comunque invariati allo 0,25%.

Inoltre, gli analisti sottolineano che il meeting non sarà accompagnato né dall'aggiornamento delle stime economiche né dalla conferenza stampa del presidente della Fed, Janet Yellen, quindi gli investitori dovranno intuire la guidance sulla politica monetaria dal comunicato, in attesa di maggiori dettagli nelle minute del 19 novembre.
 
Intanto sul fronte delle singole società di Piazza Affari riflettori puntati oltre che sui titoli delle banche stressate, dopo il rimbalzo di ieri seguito al crollo di lunedì, anche sui gruppi che riuniscono il cda per i conti del terzo trimestre. E' entrata infatti nel vivo la stagione dei bilanci trimestrali delle quotate italiane. E oggi si tengono i cda per l'approvazione dei conti di big del calibro di Eni (che comunicherà i conti però domani mattina) e Fca che renderà noto il primo bilancio dopo la nascita di Fiat Chrysler e la conseguente quotazione del titolo a Wall Street.

Oltre ai conti del terzo trimestre, il board di Fca dovrà valutare se confermare o meno i target 2014, che prevedono un fatturato pari a 80 miliardi, un ebit tra 3,6 e 4 miliardi, un utile netto tra 2,3-2,5 miliardi e un indebitamento tra 9,8 e 10,3 miliardi, e se il gruppo ha necessità di un rafforzamento patrimoniale

Gli altri cda per la trimestrale in agenda oggi sono quelli di Indesit Company, Luxottica Group e Carraro. In calendario anche la presentazione dei risultati relativi al terzo trimestre 2014 di STMicroelectronics.

Focus anche su Saipem che ieri ha pagato duramente ma sopra i minimi di giornata la revisione al ribasso delle previsioni per l'esercizio 2014 con il titolo che ha chiuso in calo del 5,8% a 13,48 euro.

Tra i dati macro oggi alle 8,45 la Francia pubblica l'indice di fiducia dei consumatori di ottobre e alle 9.00 la Bce rende noto l'Euro area Bank Lending Survey del terzo trimestre 2014. Mentre negli Usa alle ore 12.00 saranno resi noti l'indice settimanale richieste mutui, i dati sulle scorte settimanali petrolio e sulle scorte settimanali di benzina e di carburante distillato (ore 15.30).

Da tenere sotto occhio anche lo spread tra Btp e Bund che ieri ha chiuso a 166 punti base e il tasso del decennale domestico al 2,54%, mentre per stamani è prevista un'asta Bot a sei mesi per 6,5 miliardi.


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Fininvest avvia trust per le quote oltre 9,9% di Mediolanum

Fininvest ha avviato le procedure per conferire a un trust la quota che supera il 9,9% del capitale detenuto in Mediolanum da Silvio Berlusconi (il pacchetto complessivo è poco più del 30%). Quota che  Bankitalia e Ivass hanno imposto a Fininvest di dismettere in seguito al processo di trasformazione in atto di Mediolanum in banca.

Fininvest ha tre mesi di tempo dal ricevimento della notifica di Bankitalia, avvenuto il 9 ottobre scorso, per istituire un trust cui conferire la quota eccedente e successivamente altri 30 mesi per cederla a terzi. Nei giorni scorsi Berlusconi ha negato qualunque possibilità di effettuare una donazione agli eredi.

Parallelamente il consiglio di amministrazione di Fininvest ha dato mandato all'amministratore delegato di concordare lo scioglimento del patto di sindacato Mediolanum con la Finprog di Ennio Doris. Nel frattempo, il titolo Mediolanum, che il 9 ottobre scorso, giorno della pubblicazione del provvedimento, aveva ricevuto uno scossone dal mercato, è passato da 5,31 euro a 5,355 euro, dimostrando di reggere bene la notizia. Anche perché il presidente e fondatore, Ennio Doris, si è reso subito disponibile ad acquisire almeno un parte delle azioni eccedenti del socio Berlusconi.

Alla luce del provvedimento, si legge in una nota di Fininvest, "con il quale la Banca d'Italia ha, tra l'altro, ritenuto compatibile con la normativa applicabile l'ipotizzato trasferimento della sopracitata partecipazione in Mediolanum spa a un trust", Fininvest "ha dato mandato all'amministratore delegato di riscontrare il suddetto provvedimento e di proseguire, nel rispetto dei termini ivi previsti, le necessarie interlocuzioni con l'autorità, ferma restando la competenza del consiglio stesso per le deliberazioni che si renderanno opportune e necessarie".


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Mediobanca batte le stime nella prima trimestrale da banca pura

Written By Unknown on Selasa, 28 Oktober 2014 | 15.12

Mediobanca si presenta per la prima volta al mercato con una trimestrale puramente basata sull'intermediazione creditizia, che ha visto triplicare i risultati. Piazzetta Cuccia archivia il primo trimestre dell'esercizio 2014/2015, avviato il primo luglio, battendo le stime degli analisti. L'utile netto è stato di 160 milioni di euro, a fronte dei 171,2 milioni registrati nel corrispondente periodo dell'anno precedente, che includeva però utili da cessioni per 79,5 milioni, contro i soli 4 del periodo luglio-settembre 2014. Banca Akros si aspettava 105 milioni. I ricavi sono cresciuti del 24,5% a 525 milioni di euro (444 milioni le attese degli analisti).

In corsa il credito wholesale, positivo per 73,5 milioni (a fronte dei 7,2 milioni dello scorso anno), stabile il private banking, mentre nel retail Chebanca! ha registrato una perdita netta di 4,3 milioni, in crescita rispetto al rosso di 2,6 milioni del corrispondente periodo dell'esercizio precedente. Invariato il margine di interesse (da 270,5 milioni a 267,1 milioni), vicine al raddoppio, invece le commissioni (da 84,4 milioni a 147,2 milioni) grazie all'attività di capital market. Le rettifiche di valore sui crediti sono diminuite del 6,5%, da 128,9 milioni a 120,5 milioni di euro.

Nel trimestre la divisione 'principal investing' ha registrato un utile di 53,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 137,2 milioni dello scorso anno, per il minor apporto di Generali (da 63,4 milioni a 55 milioni) e la quasi assenza di utili da cessione (4 milioni contro 79,5 milioni) peraltro assorbiti dalle svalutazioni (6,5 milioni contro 1 milione). I 160 milioni di euro di utile del trimestre fotografano quindi, per la prima volta dalla presentazione del piano industriale nel giugno 2013, l'attività bancaria pura dell'istituto. La svolta era stata annunciata in concomitanza del piano triennale, con un target di 1,6 miliardi al 2016. Mediobanca aveva chiuso l'esercizio 2013/2014 con cessioni per oltre 843 milioni di euro, pari a oltre il  50% dell'obiettivo di piano.

Mediobanca tornerà a cedere partecipazioni non più strategiche nel secondo semestre dell'esercizio 2014/2015, a partire da gennaio prossimo, dopo la frenata registrata nei primi tre mesi dell'anno. Lo ha spiegato l'amministratore delegato, Alberto Nagel. "Non abbiamo avuto nel primo trimestre nessun provento straordinario da vendita di partecipazioni,  ma questo non significa che quest'anno non continueremo a cederle. Lo faremo, ma verosimilmente avverrà nella seconda metà dell'anno".


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Giappone, +2,3% su base annua vendite dettaglio settembre

Le vendite al dettaglio in Giappone sono salite del 2,3% su base annua a settembre, in rialzo rispetto al consenso degli economisti su un +0,8% anno su anno.

Lo ha reso noto il Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria, aggiungendo che le vendite al dettaglio nella grande distribuzione si sono attestate a +0,5% anno su anno.


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Carige, slitta la decisione di Apollo dopo test Bce

Written By Unknown on Senin, 27 Oktober 2014 | 15.11

Dopo l'esito degli stress test Apollo vuole maggiori garanzie. Secondo le ultime indiscrezioni, l'accordo tra il fondo Usa e l'istituto ligure per la vendita delle compagnie assicurative, che sarebbe dovuto concludersi entro ieri, slitterà invece di qualche giorno. Apollo avrebbe infatti chiesto al management della banca maggiori garanzie sulla stabilità futura di Carige, nonché sulla rete commerciale, visto che alla cessione delle assicurazioni e, in particolare, di Carige Vita Nuova, sarà associato un accordo distributivo con gli sportelli della Banca Carige per la vendita delle polizze.

Le trattative in ogni caso restano in fase molto avanzata e dovrebbero essere concluse nei prossimi giorni per un prezzo che, secondo indiscrezioni, è compreso tra i 310 e i 320 milioni di euro, anche se non tutta la cifrà conterà per compensare lo shortfall evidenziato dagli stress test della Bce. Anche per questo il fondo Apollo, seppur intenzionato a chiudere un negoziato che si prolunga da tempo, preferirebbe avere una visibilità completa sulle misure che prenderà la banca per affrontare la nuova situazione dopo il responso arrivato da Francoforte.

Carige ha evidenzia uno shortfall di 952 milioni dall'asset quality review, più che compensato però dal rafforzamento patrimoniale da oltre un miliardo di euro effettuato nel corso dell'anno costituito dall'aumento di capitale da 800 milioni e dalle rivalutazioni delle quote di Bankitalia per 220 milioni. Nello stress test il gap è invece rimasto negativo per 813 milioni, per cui il cda ha già deliberato un nuovo aumento di capitale e altre dismissioni.

"Ipotizzando un aumento di capitale da 600 milioni il tangible book per azione scende a 12 centesimi e il nostro target price da 11 a 8 centesimi di euro. Carige è evidentemente destinata a un'aggregazione, ma in vista dell'aumento di capitale manteniamo una visione cauta", hanno commentato stamani gli analisti di Equita, confermato la raccomandazione hold.

La banca guidata da Piero Montani e presieduta da Cesare Castelbarco Albani ha chiuso il primo semestre con un common equity phased-in pro-forma pari al 9,9%, grazie all'aumento di capitale da 800 milioni di euro chiuso all'inizio dell'estate. Lo scorso venerdì il titolo Banca Carige ha chiuso la seduta in rialzo del 3,91% a 0,0931 euro.


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Piazza Affari festeggia test Bce, Mps e Carige non aprono

L'indice Ftse Mib di Piazza Affari reagisce con un +1,20% a 19.729 punti alla valutazione complessiva dello stato di salute dei bilanci dei principali istituti europei da parte della Bce. Nella fotografia scattata a fine 2013, secondo i risultati diffusi ieri, è emerso che circa una banca su cinque non ha superato gli stress test, ma la maggior parte ha già posto rimedio. I problemi più consistenti sono stati riscontrati in Italia, a Cipro e in Grecia. Comunque mancano all'appello soltanto 10 miliardi di euro.

Il settore finanziario italiano è quello che più preoccupa con nove banche bocciate a fine 2013 e, due Mps e Banca Carige, chiamate a nuove azioni per colmare la carenza di capitale. Mps in particolare conta il più alto deficit di capitale pari a 2,1 miliardi di euro, nonostante gli sforzi per raccogliere altri fondi quest'anno, sui circa 10 miliardi di shortfall complessivi del sistema.

Comunque il vice direttore generale di Bankitalia, Panetta, ha definito rassicurante e ampiamente attesa la performance agli stress test delle banche italiane, imputando l'esito al minor sostegno pubblico ricevuto dagli istituti di credito e alla prolungata recessione dell'economia italiana. Sul risultato di Mps, Panetta ha riconosciuto come un fattore significativo sia stata l'ampia esposizione ai titoli pubblici italiani.

Anche Ignazio Angeloni, membro del consiglio di vigilanza Bce, ha sottolineato come, nonostante le difficili condizioni di partenza, legate alla difficoltà dell'economia, le banche italiane abbiano operato un rafforzamento cospicuo. Tuttavia la Consob stamani non ha vietato le vendite allo scopertro su Mps, come si pensava, e il titolo Mps non apre per eccesso di ribasso, segnando un teorico -13%.

La banca ha superato l'aqr con un CET1 fully phased dell'8,7% ma ha riportato un deficit di 2,1 miliardi nello scenario avverso dello stress test. La Bce non ha permesso di incorporare i benefici del piano di ristrutturazione approvato dalla Ue e ha imposto di ipotizzare il rimborso di 750 milioni di Monti bond. Per gli analisti emerge una moral suasion evidente per considerare a breve ipotesi di aggregazione. Il cda della banca ha giù dato mandato agli advisor di valutare opzioni strategiche. Mps ha due settimane di tempo per sottoporre una piano di rientro.

Invece Banca Carige (teorico -17,29%) ha evidenziato uno shortfall di -952 milioni dell'aqr più che compensato però da un miliardo di rafforzamento patrimoniale effettuato nel 2014 (aumento di capitale più quota Bankitalia). Nello stress test il gap è però rimasto negativo per 813 milioni per cui il cda ha già deliberato un aumento di capitale e altre dismissioni.

Migliora invece lo spread tra il Btp e il Bund tedesco dopo l'esito degli stress test. Il differenziale scende sotto quota 160 a 158 punti per effetto di acquisti sul Btp decennale che mostra un rendimento in calo al 2,48% mentre qualche presa di beneficio sul Bund che torna a un rendimento dello 0,90%. Venerdì a mercati chiusi, Fitch si è pronunciata sull'Italia lasciando invariato il rating a BBB+ con l'outlook stabile. Per l'agenzia, il pil italiano dovrebbe contrarsi dello 0,2% quest'anno e crescere dello 0,6% nel 2015. Analogo il pronunciamento sulla Spagna, con l'agenzia che ha lasciato immutato a BBB+ il rating e a stabile l'outlook.

Dopo la pubblicazione dell'Indice Gfk sulla fiducia dei consumatori tedeschi relativo a novembre, risultato in miglioramento e superiore alle stime, è in arrivo la pubblicazione dell'indice Ifo sul sentiment delle imprese tedesche in ottobre. Le aspettative sono per un calo a 104,3 dal precedente 104,7. A mercato chiuso il Tesoro annuncerà tipologie e quantitavi del collocamento di giovedì 30 ottobre sul comparto medio lungo. Venerdì intanto il Tesoro ha detto che nell'asta del Bot a 6 mesi di mercoledì verranno offerti 6,5 miliardi a fronte di 7,7 miliardi in scadenza. Domani verranno invece proposti fra 2,5 e 3,5 miliardi tra Ctz e Btpei a 10 e a 15 anni.


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Morgan Stanley, 6 buy in Europa

Written By Unknown on Minggu, 26 Oktober 2014 | 15.12

La maggior parte degli esperti è più ottimista sulle potenzialità di Wall Street che su quelle dell'Eurozona. Ma fra le blue chip globali ci sono valide occasioni anche nel Vecchio Continente. Ecco, secondo Morgan Stanley, quelle che hanno un potenziale di rialzo fino al 36,8%.

1) Danone. Alla multinazionale del food, guidata da Emmanuel Faber, gli specialisti della banca d'affari Usa hanno assegnato il prezzo obiettivo di 63 euro, che implica un margine di rialzo del 24,5%. Il p/e (prezzo/utile) è stimato 15,8 nel 2014, mentre il rendimento della cedola (dividend yield) è intorno al 3% sia in questo esercizio che nel prossimo. Il titolo, che capitalizza 31,2 miliardi di euro, negli ultimi 12 mesi ha registrato un total return negativo (-5%).

2) Mark & Spencer. Il gigante inglese della distribuzione merita il target price di 490 pence, superiore del 18,3% alle quotazioni recenti. Il titolo, che capitalizza 6,7 miliardi di sterline, tratta 11,4 gli utili 2014 e 10,3 quelli del 2015, mentre il dividend yield sale dal 4 al 5%.

3) Lloyds Banking. Prezzo obiettivo di 95 pence, che lascia spazio a un incremento del 23,8%,per il gruppo finanziario inglese, che capitalizza 54,8 miliardi di sterline. Il p/e è stimato 8,9 nel 2014 e 8,8 nel 2015, mentre il rendimento della cedola fa un balzo dall'1% del 2014 al 3% del 2015.

4) Ryanair. Target di 9,10 euro, che implica un potenziale del 24,8%, per il leader europeo dei voli low cost, che capitalizza 10,3 miliardi di euro. Il gruppo irlandese guidato da Michael O'Larry viene scambiato 12,9 volte l'utile 2014 e 11 quello del 2015. Il dividend yield è nullo.

5) Sonova holding. Alla compagnia elvetica specializzata nelle attrezzature mediche (impianti per l'udito) è stato attribuito il prezzo obiettivo di 161 franchi svizzeri, del 12,5% superiore alle quotazioni attuali. Il p/e del titolo, che capitalizza 9,6 miliardi di franchi, è stimato 22,8 nel 2014 e 19,5 nel 2014, mentre il rendimento della cedola è trascurabile (rispettivamente 1 e 2%).

6) Tui Travel. Giudizio positivo anche sul colosso internazionale dei viaggi, che vanta una posizione finanziaria solida. Il target price è 500 pence (+36,8% dai prezzi attuali). Il titolo, che capitalizza 4,8 miliardi di sterline, tratta 13,5 volte l'utile 2014 e 10,5 quello del 2015. Interessante anche il dividend yield (4% nel 2014 e 5% nel 2015).


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Squinzi: bene la manovra ma ora ricostruiamo l'Italia

"Non credo francamente che in questo momento di grave crisi, manifestazioni o scioperi siano la migliore delle soluzioni". Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, chiude la due giorni del convegno dei Giovani industriali a Napoli mentre a Roma la Cgil e la sinistra Pd hanno portato in piazza San Giovanni un milione di persone (è la stima degli organizzatori) contro il Jobs Act. Il segretario del sindacato di Corso d'Italia minaccia lo sciopero generale, il leader degli industriali le risponde quasi ripetendo le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: " I cambiamenti in atto ci chiamano a nuove responsabilità, giovani e meno giovani, tutti insieme. Questa responsabilità significa ricostruire la solidarietà tra generazioni e tradurla in un nuovo modello di società e di economia".

"La questione cruciale", sottolinea Squinzi, è "far ripartire il lavoro e la domanda interna". A questo proposito, il numero uno di viale dell'Astronomia rivolge lo sguardo da Roma a Firenze, dove è invece in corso il secondo giorno della Leopolda, il meeting del Pd di Matteo Renzi. Al premier Squinzi riconosce che quella varata è una "manovra finanziaria che dà speranza" ma, è il suo appello, ora bisogna cominciare a far girare i dischi della crescita. Come? Con "un robusto impulso del governo sugli investimenti in infrastrutture". Lo Sblocca Italia, in questo senso non basta. "La profondità e la durata di questa crisi, che sembra non finire mai, richiedono una terapia più robusta", sottolinea Squinzi che guarda invece con "fiducia" al Jobs Act perché ciò che serve sono "politiche attive che facilitino un migliore incontro tra domanda e offerta, un sistema di protezioni più razionale e moderno, servizi effettivamente in grado di servire cittadini e lavoratori durante l'intera vita attiva".

Alla neo conflittualità strisciante che sembra riemergere dal palco di San Giovanni, Squinzi antepone una "buona politica e un paese in cui i diversi soggetti e poteri ritrovino ruoli, responsabilità e spirito di collaborazione in ordine all'obiettivo del bene comune". E qui sembra mutuare dalle parole dello stesso premier: "Dalla crisi o si esce tutti insieme o non ci saranno vincitori". Squinzi da Napoli propone la sua visione e lancia le sue sfide "contro la difesa di una realtà passata – dice - di cui non abbiamo alcuna nostalgia". "Il mondo è cambiato, piaccia o meno" e gli imprenditori si dicono pronti a coglierne le opportunità, abbandonando "certezze consolidate". Anche altri, però, devono uscire "una volta per tutte dalla sterile difesa di diritti formali che oggi sono di pochi".  


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Wall Street sale dello 0,7%, una settimana di rialzi

Written By Unknown on Sabtu, 25 Oktober 2014 | 15.11

Wall Street in rialzo nonostante i dati piuttosto deludenti sul mercato immobiliare. L'indice Dow Jones è salito dello 0,76%, l'S&P 500 dello 0,7% e il Nasdaq dello 0,69%. In controtendenza il titolo Ford che ha perso il 4,3% dopo aver chiuso il terzo trimestre con ricavi e utili in calo.

Comunque la settimana appena chiusa presenta con un bilancio positivo per le borse mondiali, che hanno recuperato dopo le violente discese di metà ottobre. Le voci su possibili acquisti di corporate bond da parte della Bce, dopo i dati migliori delle attese arrivati dalle trimestrali Usa, hanno consentito un ritorno della propensione al rischio.

La prossima settimana l'attenzione dei mercati si concentrerà principalmente sul meeting della Federal Reserve che culminerà mercoledì 29 con le decisioni di politica monetaria del Fomc. Metabolizzata la cessazione del piano di acquisto asset, attualmente pari a 15 miliardi di dollari al mese, le attenzioni saranno rivolte a ogni eventuale riferimento al rialzo dei tassi di interesse.

L'impatto della riunione Fed potrebbe comunque essere stemperato dai dati preliminari sul Pil Usa del terzo trimestre, in agenda per giovedì 30. Secondo Ig market, "alla luce dei recenti dati, la sensazione è che il Pil dovrebbe mostrare ancora un rialzo notevole".

Il rendimento del Treasury è sui livelli di chiusura di ieri al 2,27% e il cambio euro/dollaro intorno a 1,266 dopo essersi avvicinato a quota 1,27 con un massimo intraday a 1,2695.


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Morgan Stanley, 6 buy in Europa

La maggior parte degli esperti è più ottimista sulle potenzialità di Wall Street che su quelle dell'Eurozona. Ma fra le blue chip globali ci sono valide occasioni anche nel Vecchio Continente. Ecco, secondo Morgan Stanley, quelle che hanno un potenziale di rialzo fino al 36,8%.

1) Danone. Alla multinazionale del food, guidata da Emmanuel Faber, gli specialisti della banca d'affari Usa hanno assegnato il prezzo obiettivo di 63 euro, che implica un margine di rialzo del 24,5%. Il p/e (prezzo/utile) è stimato 15,8 nel 2014, mentre il rendimento della cedola (dividend yield) è intorno al 3% sia in questo esercizio che nel prossimo. Il titolo, che capitalizza 31,2 miliardi di euro, negli ultimi 12 mesi ha registrato un total return negativo (-5%).

2) Mark & Spencer. Il gigante inglese della distribuzione merita il target price di 490 pence, superiore del 18,3% alle quotazioni recenti. Il titolo, che capitalizza 6,7 miliardi di sterline, tratta 11,4 gli utili 2014 e 10,3 quelli del 2015, mentre il dividend yield sale dal 4 al 5%.

3) Lloyds Banking. Prezzo obiettivo di 95 pence, che lascia spazio a un incremento del 23,8%,per il gruppo finanziario inglese, che capitalizza 54,8 miliardi di sterline. Il p/e è stimato 8,9 nel 2014 e 8,8 nel 2015, mentre il rendimento della cedola fa un balzo dall'1% del 2014 al 3% del 2015.

4) Ryanair. Target di 9,10 euro, che implica un potenziale del 24,8%, per il leader europeo dei voli low cost, che capitalizza 10,3 miliardi di euro. Il gruppo irlandese guidato da Michael O'Larry viene scambiato 12,9 volte l'utile 2014 e 11 quello del 2015. Il dividend yield è nullo.

5) Sonova holding. Alla compagnia elvetica specializzata nelle attrezzature mediche (impianti per l'udito) è stato attribuito il prezzo obiettivo di 161 franchi svizzeri, del 12,5% superiore alle quotazioni attuali. Il p/e del titolo, che capitalizza 9,6 miliardi di franchi, è stimato 22,8 nel 2014 e 19,5 nel 2014, mentre il rendimento della cedola è trascurabile (rispettivamente 1 e 2%).

6) Tui Travel. Giudizio positivo anche sul colosso internazionale dei viaggi, che vanta una posizione finanziaria solida. Il target price è 500 pence (+36,8% dai prezzi attuali). Il titolo, che capitalizza 4,8 miliardi di sterline, tratta 13,5 volte l'utile 2014 e 10,5 quello del 2015. Interessante anche il dividend yield (4% nel 2014 e 5% nel 2015).


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Saipem, il mercato non specula su ingresso Rosneft

Written By Unknown on Jumat, 24 Oktober 2014 | 15.12

Rosneft studia un possibile ingresso o collaborazione con Saipem. In un'intervista il presidente e ceo del colosso petrolifero russo, Igor Sechin, in merito alla possibile vendita da parte di Eni della sua partecipazione del 43% in Saipem, ha detto che "non esiste una proposta del genere sul mercato, quando questa si presenterà avremo la possibilità di pensarci".

Rosneft valuterebbe anche una collaborazione con Saipem, dato che oggi è ritenuto uno degli operatori più forti nel mercato delle perforazioni in mare e la società russa ha bisogno di quel tipo di attività. Già nei mesi scorsi erano circolati rumor circa un possibile interesse di Rosneft per Saipem. E' comunque difficile che la cessione da parte di Eni si chiuda prima del 2015.

Gli analisti di Equita ritengono che l'interesse per Saipem possa essere legato alla volontà di Rosneft di cercare un player con esperienza e know-how nello sviluppo dei giacimenti deep-water nell'Artico. Tuttavia al momento Rosneft è tra le società colpite dalle sanzioni Ue/Usa alla Russia che, secondo gli esperti della sim, rendono poco probabile l'acquisto dell'intera partecipazione detenuta da Eni (l'attuale capitalizzazione di mercato di Saipem è pari a 6,775 miliardi di euro).

Eventualmente l'acquisto potrebbe riguardare una piccola partecipazione in Saipem che però ridurrebbe l'appeal speculativo sul titolo, "scenario che riteniamo comunque poco probabile", aggiungono gli analisti di Equita. Tenuto conto dell'ingente piano di sviluppo di Rosneft nell'Artico, anche per gli analisti di Intermonte Saipem rappresenterebbe sicuramente un target interessante per i russi.

"Crediamo tuttavia che le sanzioni attualmente in vigore nei confronti del Cremlino, finalizzate in particolare a limitare lo sviluppo di attività nell'estrazione e produzione, possano rappresentare un chiaro ostacolo a un'eventuale operazione nel breve termine", precisano gli analisti di quest'altra sim, ricordando a tal proposito che il governo britannico ha recentemente bloccato la cessione degli asset E&P di Rwe Dea nell'offshore inglese al miliardario russo, Mikhail Fridman.

Quindi sia Equita sia Intermonte mantengono un giudizio neutrale sul titolo anche perché, nonostante il buon trend di raccolta ordini, l'ammontare di contratti legacy in portafoglio resta elevato. Inoltre l'inchiesta in Algeria resta un rischio e la recente pressione sul prezzo del petrolio potrebbe spingere le compagnie petrolifere ad abbassare e/o ritardare i piani d'investimento sul 2015.

Motivi per cui oggi Banca Akros ha tagliato il target price di Saipem da 24,10 a 17,50 euro , pur ribadendo il rating accumulate in quanto l'azienda sta migliorando i suoi fondamentale e l'M&A può aggiungere un po' di appeal speculativo. Lo stesso mercato non specula sul potenziale ingresso di Rosneft: l'azione stamani scivola in borsa dello 0,84% a quota 15,37 euro.


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Fondi Ue, oggi Delrio a Palermo per la verifica dell'attuazione

Fondi Ue, oggi Delrio a Palermo per la verifica dell'attuazione - MilanoFinanza.it

politica

Fondi Ue, oggi Delrio a Palermo per la verifica dell'attuazione




Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Coesione territoriale Graziano Delrio sarà oggi a Palermo per una ricognizione e verifica sullo stato di attuazione della programmazione dei fondi europei 2007/2013, relativa ai tempi di avanzamento delle opere e dei livelli di spesa raggiunti, anche in considerazione dell'avvio della nuova programmazione 2014/2020. Lo ha reso noto ieri sera Palazzo Chigi. Questa mattina Delrio incontrerà il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta.




 
 


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Luxottica, mercato plaude a nuovo co-ceo ma dubbi su governance restano

Written By Unknown on Kamis, 23 Oktober 2014 | 15.11

Il mercato promuove il nuovo co-ceo di Luxottica. Il gruppo dell'occhialeria ha annunciato che Amil Mehboob-Khan, manager di Procter&Gamble dal 1987 e a capo della divisione Global Salon e Presidente di Wella, verrà proposto come co-amministratore delegato con responsabilità per i mercati a partire dal primo gennaio 2015. Nel cda in agenda il 29 ottobre Mehboob-Khan sarà nominato consigliere non esecutivo. Massimo Vian come previsto è stato nominato co-amministratore delegato per Operations e Products.

Questa mattina il titolo in borsa sale dell'1,86% e raggiunge quota 38,84 euro. In generale, per gli analisti la notizia è positiva perché riempie un vuoto dopo l'inaspettata uscita di scena prima dell'ad, Andrea Guerra, e poi del successore Enrico Cavatorta. Tuttavia, rimane da verificare l'effettiva efficacia di questa forma di governance con due ad.

"Questa notizia, così come la definizione della governance nella holding Delfin, è positiva ma riteniamo che il gruppo possa avere comunque qualche ripercussione negativa nei prossimi mesi dall'implementazione di una governance sub-ottimale e da un ricambio così traumatico del top management", si legge nella nota di Equita (rating hold e target price a 40 euro confermati sul titolo).

Per gli analisti di Banca Akros (hold e target price a 44 euro) finalmente le cose sono più chiare di prima. "Ci fidiamo della scelta del presidente, Leonardo Del Vecchio, sul top manager, così come è stato per Guerra. Ovviamente, la chiarezza sulla strategia e sull'efficacia della nuova corporate governance restano punti interrogativi aperti".

I più dubbiosi sono gli analisti di Kepler Cheuvreux che hanno apprezzato la velocità di Del Vecchio nel scegliere il co-ceo ma non sono convinti che questa sia la soluzione giusta. Tanto che per loro la fase di transizione della governance di Luxottica continua. "Crediamo che la visibilità non sia migliorata e per diversi motivi", spiegano gli esperti della banca d'affari.

In primo luogo, secondo Kepler Cheuvreux, il nuovo co-ceo è sconosciuto alla comunità finanziaria, per cui il suo operato sarà fondamentale per lui per rappresentare un catalizzatore per l'azione e comunque ci vorrà del tempo. In secondo luogo, sì è un manager giovane, ma il suo background nel settore dei beni di consumo deve essere testato nel settore dell'occhialeria dove una parte della gamma di prodotti è composta da beni di lusso (vale a dire le licenze e Luxottica detiene un portafoglio consistente con quasi tutte le migliori marche).

Peraltro, ricordano gli analisti di Kepler Cheuvreux, anche l'ad di Safilo, Delgado, ha trascorso parte della sua carriera in P&G. In terzo luogo, gli analisti non sono convinti che una struttura di governance con due amministratori delegati sia una buona soluzione (un membro del consiglio di amministrazione si è dimesso per questo motivo). In quarto luogo, gli esperti ritengono che il rischio che altri dirigenti con responsabilità strategiche di Luxottica possano lasciare la società non sia scemato e la decisione di assumere un nuovo ceo con questo profilo di certo non aiuta.

Insomma, "la credibilità del nuovo team manageriale deve essere completamente ricostruita. E visto che il titolo rimane piuttosto costoso: tratta a 23 volte il multiplo prezzo/utile 2015 e 14 volte l'enterprise value/ebit, anche se ora è del 5% più economico rispetto ai suoi multipli storici (ev/ebit degli ultimi 10 anni di 15 volte), gli analisti di Kepler Cheuvreux mantengono il rating hold e il target price a 38 euro in attesa dei conti del terzo trimestre (29 ottobre). "Nel settore dell'occhialeria, preferiamo Essilor coperta con un rating buy".

Graficamente, il movimento del titolo è da tempo in congestione tra 35/37 e 40/43 euro. Ciò porta, da un paio di anni, a una strutturale sottoperformance anche se non si traduce in perdite vere e proprie in termini assoluti. "Finché il prezzo resta all'interno dell'area di congestione riteniamo premiante l'operatività in controtendenza in prossimità degli estremi 35/37 e 40/43 euro", affermano gli esperti di Websim-Intermonte che, in occasione del recente crollo a quota 36/35 euro, hanno  suggerito una strategia long con target a 38,5 euro, raggiunto con lo strappo di ieri/oggi. "Pertanto si prende profitto. Prevediamo nuovi acquisti verso 36/35 euro. Vendite short in caso di ulteriori allunghi in area 41/41,5 euro".


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Morte ceo Total, Mosca mette agli arresti altre 4 persone

Le autorità russe hanno arrestato quattro persone che sarebbero implicate nel disastro aereo in cui, nella notte ta lunedì e martedì, ha perso la vita il numero uno di Total Christophe de Margerie. Secondo il portavoce del Comitato di Inchiesta Vladimir Markin sono stati messi agli arresti l'ingegnere capo dello scalo di Vnukovo-Mosca Vladimir Ledenev, il responsabile dei voli dell'aeroporto Roma Dunaev, la controllore di volo tirocinante Svetlana Krivsun, il controllore di volo Alexander Kruglov.

Al momento del disastro Ledenev dirigeva i lavori della rimozione della neve, Krivsun e Kruglov erano al controllo del traffico aereo. In precedenza era stato fermato Vladimir Martynenko, 60 anni, conducente dello spazzaneve contro il quale è andato a sbattere il Falcon 50 di de Margerie. Gli inquirenti avevano detto inizialmente che il conducente era ubriaco, ma Martynenko parlava chiaramente e sembrava calmo in un video, apparentemente girato da un cellulare e trasmesso dal Primo canale.


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Ftse Mib sul filo di 19.000 punti, Luxottica in lieve rialzo

Written By Unknown on Rabu, 22 Oktober 2014 | 15.12

Le borse europee sono poco mosse in avvio nonostante la brillante seduta a Wall Street. Riparte dai 165 punti base di ieri lo spread Btp/Bund (tasso del decennale italiano al 2,51%), ristrettosi ieri di una ventina di punti base dopo che diverse fonti hanno riferito a Reuters che la Bce sta valutando la possibilità di acquistare corporate bond sul mercato secondario e che una decisione in tal senso potrebbe arrivare già a dicembre, in modo da poter far partire gli acquisti all'inizio del prossimo anno.
 
Dopo aver raccolto nei primi due giorni richieste complessive per 4,036 miliardi (2,955 miliardi lunedì e 1,081 miliardi ieri), il libro ordini della settima emissione del Btp Italia affronta l'ultima giornata di raccolta per gli investitori retail. Il Tesoro infatti non ha comunicato l'intenzione di chiudere anticipatamente la sottoscrizione degli ordini provenienti dai piccoli risparmiatori. L'offerta proseguirà domani mattina con le richieste da parte degli investitori istituzionali. Mentre Berlino metterà all'asta 2 miliardi di titoli trentennali.

A Piazza Affari l'indice Ftse Mib scende dello 0,33% a 18.994 punti. Occhi puntati su Luxottica (+0,16% a 37,27 euro) perché la scelta del nuovo co-ceo, che andrà ad affiancare Massimo Vian, potrebbe avvenire oggi, giorno in cui è stato convocato un cda straordinario per la ricostituzione del comitato risorse umane dopo le dimissioni di Roger Abravanel. Secondo le ultime indiscrezioni il patron Leonardo Del Vecchio avrebbe scelto un manager che attualmente ha un ruolo di primo piano in Procter & Gamble.

La nomina potrebbe dunque arrivare prima del previsto, ovvero prima del cda del 29 ottobre, convocato per approvare i risultati del terzo trimestre. "La nomina di un nuovo co-ceo per i mercati e la messa a punto della corporate governance, con il top management che ha responsabilità chiare, è positiva. Questo potrebbe permettere agli investitori di concentrarsi meglio sulla performance operativa del gruppo e sui risultati trimestrali", affermano in una nota di oggi gli analisti di Mediobanca Securities (rating neutral e target price a 42 euro).

Ben impostate le banche tra cui Intesa Sanpaolo (+0,26% a 2,28 euro) che è nella posizione di poter essere un polo aggregante in Europa ma non ha nessuna opzione di questo tipo sul tavolo e guarda piuttosto a opportunità di crescita in specifici settori come il private banking o l'asset management. Lo ha detto ieri l'ad, Carlo Messina, ribadendo che la banca non sarà coinvolta nel probabile consolidamento del mercato domestico, dove vede possibili integrazioni tra istituti di media dimensione.

Invece Axa non è interessata ad aumentare la propria quota nella joint venture assicurativa con Mps (+1,08% a 0,887 euro). mentre Ubi Banca (+0,49% a 6,13 euro) sta studiando possibili aggiornamenti del modello duale, scrive MF-Milano Finanza, riferendosi alla circolare 285 di Bankitalia che potrebbe richiedere alcune messe a punto dello statuto, imponendo ad alcuni istituti di credito di aggiornare i modelli di governance.

E se Mediobanca sale dello 0,75% a 6,68 euro con la People's Bank of China, la banca centrale cinese, che detiene una partecipazione del 2,001% di Piazzetta Cuccia in diretta proprietà, Banca Carige si apprezza dello 0,53% a 0,0945 euro dopo che ieri il cda ha dato il via libera alla cessione del proprio polo assicurativo al fondo statunitense Apollo Global Management. La cessione dovrebbe avvenire a un prezzo vicino ai 300 milioni di euro.

Tra gli assicurativi è pressoché stabile Generali (+0,06% a 15,51 euro) dopo aver preso l'impegno di aumentare il dividendo e dal prossimo anno lo farà, portandolo a livello della media degli altri competitor. Deboli gli industriali, solo Finmeccanica (+0,43% a 7,075 euro) si distingue, mentre Salini Impregilo (+2,02% a 2,62 euro), tramite Copenhagen Metro Team, ha firmato un accordo aggiuntivo con la Metroselskabet I/S, col quale il gruppo si è aggiudicato lavori supplementari per un importo di circa 240 milioni di euro per il completamento della nuova metropolitana di Copenhagen, Cityringen.


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Generali verso l'aumento del dividendo e una nuova partnership

L'amministratore delegato di Generali, Mario Greco, è positivo sull'andamento dell'integrazione delle attività in Italia progetto che stima di completare al 90% entro fine 2015. Inoltre ieri ha sottolineato che il dividendo aumenterà a partire da quest'anno per colmare il distacco nei confronti delle maggiori compagnie assicurative europee, data la posizione di capitalepiù forte della società triestina.

Nella conference call sui risultati del secondo trimestre Greco aveva già affermato che il target di Solvency I a oltre il 160%, raggiunto con un anno di anticipo, dovrebbe lasciare spazio a dividendi più generosi, ma non aveva fornito alcuna nuova guidance specifica rispetto al payout del 40% annunciato a gennaio.

Infine, il gruppo a breve lancerà nuovi prodotti vita innovativi in Europa in collaborazione con un partner internazionale. "La partnership per creare e distribuire una nuova serie di prodotti innovativi è la vera novità. Crediamo che ulteriori dettagli verranno rilasciati in vista dell'investitor day del 19 novembre", sostengono gli analisti di Banca Akros.

Indicazioni dunque positive che tuttavia questa mattina non sostengono il titolo Generali a Piazza Affari (-0,26% a 15,46 euro). "Le nostre stime prevedono un dividendo 2014 a 0,55 euro e in crescita a 0,70 nel 2015 con rendimenti impliciti del 3,5% e del 4,5% ancora leggermente al di sotto della media europea che supera il 5%", sottolinea un analista di una sim milanese.

Gli analisti di Banca Imi si aspettano sul bilancio di quest'anno un dividendo di 0,55 euro, di 0,72 per il 2015 e di 0,80 euro per il 2016, con un payout in aumento al 46%, al 48% e al 49%, rispettivamente. Mentre gli esperti di Banca Akros scontano un dividendo di circa0,54euronel 2014(+20% anno su anno),corrispondente a unpayout ratiodel40%ea un rendimentodel dividendo dicircail 3,5%,stima che,dopole dichiarazioni di Greco, potrebbe essere aumentata. E' Kepler Cheuvreux ad avere la stima più alta con una cedola 2014 attesa a 0,60 euro e a 0,80 euro nel 2015, corrispondente a un rendimento del 3,9% e del 5,2%, rispettivamente, in linea con la media del settore del 5,3%.

"Giudichiamo positivamente anche il lancio di nuovi prodotti vita che ridurrebbero l'assorbimento di capitale aumentando, inoltre, il valore della raccolta", aggiunge l'analista della sim milanese. "Rimaniamo positivi sul titolo in attesa dei risultati del terzo trimestre e dell'investor day del 19 novembre. La nostra raccomandazione è outperform". Anche Banca Imi ha un rating buy e un target price a 19,35 euro, mentre Banca Akros accumulate e un target price a 18,50 euro.

Invece Kepler Cheuvreux ha ribadito hold con un target price a 16,2 euro perché, sebbene Generali abbia ridotto in modo consistente il suo profilo di rischio grazie al miglioramento del capitale, in scia alle cessioni e alla ripresa del valore delle obbligazioni italiane, "non vediamo un potenziale di rialzo in borsa dal momento che le azioni scambiano in linea con il settore".


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La vendita delle radio entra nel vivo, Banca Akros promuove Rcs

Written By Unknown on Selasa, 21 Oktober 2014 | 15.11

Il titolo Rcs sale del 3,94% a quota 0,936 euro in scia alle indiscrezioni secondo cui sarebbero iniziati colloqui con gruppi media inglesi (Global Radio) e spagnoli (Kiss Fm, Atresmedia) per la cessione della partecipazione di Rcs Mediagroup (44,5%) in Finelco, la holding che detiene le partecipazioni in Radio Monte Carlo, R105 e Virgin Radio. Questi gruppi sarebbero interessati a rilevare il controllo della holding dalla famiglia Hazan, che detiene il restante 55%. Comunque i tempi per l'operazione non sarebbero rapidi. A oggi la quota di Rcs nel settore radio è registrata a bilancio per 35 milioni di euro.

"Da tempo le attività nel settore radio rientrano nel piano di cessioni pari a 100 milioni di euro da realizzare entro il 2015. Ci aspettiamo che la vendita della quota di Rcs avvenga a un prezzo superiore a 35 milioni di euro, portando una plusvalenza", afferma un analista di una sim milanese che sul titolo conferma la raccomandazione outperform, raccomandazione che questa mattina Banca Akros, in vista dei conti del terzo trimestre e dei primi 9 mesi dell'anno (13 novembre), ha migliorato da accumulate a buy, anche se il target price scende da 1,85 a 1,50 euro.

Gli analisti di Banca Akros osservano che la capitalizzazione di mercatodella società èorasotto l'immissione di capitale fresco derivante dall'aumento di capitaledello scorso anno(400 milioni di euro)conla conversionedelle azioni di risparmio(45 milioni di euro). Quindi si è di fronte a un buon punto d'ingresso sul titolo con la performance di Rcs che ha rispecchiato finoraquella degli altri editoriali e media italiani che riflettele peggiorate prospettivemacro economiche.


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Premier iracheno in visita in Iran per discutere offensiva Isis

Il premier iracheno Haidar al-Abadi è arrivato nella tarda serata di ieri a Teheran per coordinare la risposta all'offensiva lanciata in Iraq dai jihadisti dello Stato islamico, ma anche per rafforzare i rapporti di cooperazione tra i due Paesi. Si tratta della prima visita di Abadi in Iran da quando è stato designato premier.

Stando a quanto riferito dai media iraniani, il premier iracheno incontrerà il presidente Hassan Rohani, il primo vicepresidente Eshaq Jahangiri, il presidente del parlamento Ali Larijani e altri alti funzionari, con cui discuterà dell'offensiva lanciata dall'Isis in Iraq, che ha indotto gli Stati uniti e altri Paesi alleati a lanciare raid aerei.

Teheran non fa parte della coalizione internazionale, ma ha inviato a Baghdad armi e consiglieri militari per respingere l'Isis. I jihadisti controllano città situate a pochi chilometri dalla frontiera iraniana. Nella sua visita, che durerà solo un giorno, il premier iracheno è accompagnato dai ministri del Petrolio, dell'Elettricità, del Commercio, delle Risorse idriche, e da membri del parlamento.


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BoJ, continua recupero moderato economia

Written By Unknown on Senin, 20 Oktober 2014 | 15.11

BoJ, continua recupero moderato economia - MilanoFinanza.it

banche e assicurazioni

BoJ, continua recupero moderato economia




"L'economia giapponese ha continuato a riprendersi in maniera moderata anche se è stata osservata un po' di debolezza sul fronte della produzione" a causa dell'impatto del rialzo dell'Iva avvenuto ad aprile.

Lo ha affermato il governatore della Banca centrale nipponica Haruhiko Kuroda aprendo il meeting trimestrale dei manager delle filiali della BoJ.

Il linguaggio di Kuroda sulla ripresa non è cambiato rispetto a quello utilizzato due settimane fa nella valutazione sull'economia domestica. Secondo il governatore infatti l'impatto del rialzo dell'Iva si allenterà gradualmente andando avanti.

Quanto alla politica monetaria il numero uno della BoJ ha ribadito che l'attuale allentamento introdotto ad aprile dello scorso anno sta avendo gli "effetti desiderati" sull'economia e continuerà fino a quando non sarà raggiunto il target di inflazione al 2%.




 
 


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Acea accelera il piano per crescere nel settore acqua

Acea sta studiando un piano per aggregare e consolidare le municipalizzate di gestione idrica in Toscana, e potenzialmente in Umbria e in Campania, nelle quali il gruppo possiede una quota inferiore al 50%. Secondo alcune indiscrezioni i Comuni toscani potrebbero salire al 10% circa del gruppo in cambio delle loro quote mentre, se si dovessero aggregare anche le gestioni umbre, la quota dei Comuni salirebbe al 15% circa.

Il progetto sfrutterebbe anche gli incentivi ai Comuni sulle cessioni delle municipalizzate e avrebbe l'appoggio politico del segretario toscano del Pd, Dario Parrini, e dei sindaci come il pisano, Marco Filippeschi, mentre non è ben chiara quale sarà la posizione del sindaco di Roma, Ignazio Marino.

"Come già discusso in passato crediamo che il processo di crescita per aggregazioni nel settore dell'acqua rappresenti un'interessante opportunità di sviluppo per il gruppo", afferma stamani un analista di una sim milanese. Come sempre in operazioni di questo tipo, nel caso in cui si proceda a un pagamento ai Comuni in azioni, "bisognerà capire se vi sarà o meno un rischio overhang (eccesso di vendita di azioni sul mercato, ndr)".

L'operazione, se confermata, "implica cheilprincipale azionista diAcea, il Comune diRoma,potrebbe accettare unadiluizionedellasua partecipazione", osservano gli analisti di Mediobanca Securities (rating outperform e target price a 12 euro confermati sul titolo), citando indiscrezioni di stampa secondo cui la partecipazionein Toscanae in Umbriapotrebbe valere circa 14%diAcea,cosa chepotrebbe portareil Comune diRomaa detenereil 36%diAceadal 51% attuale."Sarebbe quindi un'operazione moltopositivaper gli azionistidi minoranza diAcea".

Nel frattempo, "confermiamo la raccomandazione outperform con un target price a 13,50 euro su Acea. Rimaniamo positivi in quanto ci aspettiamo un buon risultato dal settore acqua e un miglioramento del capitale circolante", conclude l'analista della sim milanese. Tuttavia in borsa questa mattina il titolo Acea perde lo 0,97% e scivola a quota 9,21 euro.


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Wall Street rimbalza (+1,6%), petrolio in lieve rialzo

Written By Unknown on Minggu, 19 Oktober 2014 | 15.11

Dopo i rimbalzi delle borse europee, anche alla borsa di New York gli investitori hanno recuperato fiducia dopo i cali delle scorse sedute. A preoccupare è la scarsa crescita dell'economia globale, soprattutto quella europea. L'indice  Dow Jones è salito dell'1,63% e l'S&P 500 dell'1,29%, ma la loro settimana si conclude in calo di circa l'1%. L'indice Nasdaq ha guadagnato lo 0,97%.

I dati macroeconomici americani  hanno offerto spunti incoraggianti, con la fiducia dei consumatori a ottobre sui massimi del luglio 2007 e l'avvio di nuovi cantieri a settembre cresciuto più delle stime. Anche le trimestrali societarie hanno restituito una luce favorevole alla corporate America, a cominciare da quelle di General Electric, Honeywell e Morgan Stanley.

Il prezzo del petrolio ha chiuso in lieve rialzo a New York: light crude Wti in salita di 5 cent a 82,75 dollari al barile, Brent attorno a 86 dollari. il presidente russo Vladimir Putin, in un briefing a conclusione del vertice Asem di Milano, si è detto poco preoccupato per l'attuale prezzo del gas, anche se il bilancio russo è agganciato al barile a 96 dollari e potrebbe essere necessaria una correzione. Ritiene che ci sarà un aumento perché nessuno "tra i player seri sul mercato petrolifero" è interessato a tenere il prezzo sugli 80 dollari. In caso contrario, ha detto, "l'economia mondiale collasserà".


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L’impatto del calo del Brent su 7 petroliferi

Il crollo del prezzo del greggio, che da metà giugno ha perso più del 20%, ha indotto gli analisti di Morgan Stanley a rivedere i target price dei maggiori gruppi petroliferi. Il calo della quotazione ha ridotto infatti le attese in termini di utili e cash flow, ma dall'altro porterà ad accelerare il taglio degli investimenti. A seconda delle caratteristiche del business, alcuni titoli sono quindi meglio posizionati rispetto ad altri.

1) BG Group. Il gruppo anglossassone, che capitalizza 55 miliardi di dollari a fronte di un valore d'impresa di 66 miliardi (considerando 11 miliardi di indebitamento netto), merita un prezzo obiettivo di 1.180 pence, che implica un potenziale di rialzo del 10,7% dalle quotazioni attuali con rating neutrale (equalweight). Il target price è stato tagliato del 9% perché gli esperti ritengono che la compagnia abbia grandi potenzialità di crescita nei prossimi tre anni, soprattutto grazie ai progetti in Australia e Brasile. L'esperienza recente ha dimostrato però che in uno scenario incerto sono alti i rischi di dover rivedere al ribasso le previsioni durante l'esecuzione dei piani di sviluppo. Il rendimento atteso della cedola nel 2015 è basso (2,2%).

2) BP. Giudizio negativo (underweight) per il colosso petrolifero, che capitalizza 124 miliardi di dollari a fronte di un valore d'impresa di 150. Il target price è 455 pence, dopo essere stato ribassato dell'8%, contro una quotazione attuale di 428,5. Le prospettive di crescita di Bp sono infatti inferiori a quelle dei competitor secondo gli specialisti della banca d'affari, perchè in molti casi hanno maggiore spazio per ridurre i costi e gli investimenti. Il titolo, che tratta 9,85 volte l'utile 2014 e 9,42 quello del prossimo esercizio, offre un attraente dividend yield 2015 (6%).

3) Eni. Rating neutrale (equalweight) per la compagnia italiana, alla quale è stato assegnato un prezzo obiettivo di 17,6 euro che lascia un margine di rialzo del 7,6%. Il target price è stato tagliato del 10%. Il giudizio molto prudente è motivato dal fatto che le sfide che dovrà affrontare sul piano gestionale e di mercato ritarderanno gli incrementi attesi della redditività, a fronte di un rendimento della cedola 2015 (intorno al 7%) che è decisamente interessante, anche se le pressioni sul free cash flow restano. Il titolo tratta 14,3 volte l'utile 2014 e 11,3 quello del 2015, mentre il p/bv (prezzo/valore di libro) è intorno all'unità.

4) Galp EnergiaLa crescita in Brasile resta robusta, ma il segmento downstream e l'alto quoziente di indebitamento ostacolano il potenziale del titolo, che è correttamente valutato 13,4 euro contro una quotazione attuale di 11 (+20%), con rating neutrale (equalweight). Il titolo capitalizza solo 9 miliardi di euro, inferiore al valore d'impresa pari a 11. La storia di crescita a lungo termine dell'upstream è ancora valida, ma la redditività del downstream potrebbe deludere. Il p/e scende da 33,2 nel 2914 a 24,8 nel 2015. Infine il rendimento della cedola è 3,7%.

5) OMV. Prezzo obiettivo di 26,3 euro contro una quotazione attuale di 23,8 (+10,5%) per il gruppo austriaco, che capitalizza 7,6 miliardi di euro a cui si deve aggiungere un debito netto di 4,2, per arrivare al valore d'impresa di 11,8 miliardi. Il rating è negativo (underweight) perché la debolezza del free cash flow e ulteriori rischi sul fronte degli investimenti limitano il potenziale di rialzo del titolo, che viene scambiato 7,57 volte l'utile 2014 e 6,35 quelli del 2015. Le acquisizioni nel Mare del Nord e il focus sull'esplorazione dovrebbero migliorare lo scenario a lungo termine di OMV, ma gli elevati investimenti  e la situazione in Libia creano un quadro non favorevole. Interessante il rendimento della cedola (5,3%).

6) Repsol. Alla compagnia spagnola è stato assegnato il giudizio neutrale (equalweight) con target price 18,5 euro (dopo essere stato tagliato del 12%), che si confronta con una quotazione attuale di 16,9 (+9,5%). Il rendimento della cedola è 5,9%. Il titolo, che capitalizza 22 miliardi di euro (32 il valore d'impresa), viene scambiato con un p/e di 12,68 che scende a 11,49 nel 2015. Le attese di una crescita più forte della produzione e degli utili rispetto alle altre major giustificano una valutazione a premio rispetto ai concorrenti. Il p/e 2016 di 11, che è calcolato in base al target price, è infatti del 10% circa superiore alla media del settore. La situazione in Argentina crea inoltre opportunità in termini di share buy-back (riacquisto di azioni proprie) oppure di acquisizioni.

7) Royal Dutch Oil. Il migliorato scenario del free cash flow genera più chance al rialzo che al ribasso per il titolo, che merita un prezzo obiettivo di 2.475 pence (corretto dell'8%) contro una quotazione attuale di 2.240,5 pence (+10,5%) con rating overweight. Nello scenario più ottimista il target price sale infatti a 3.180 pence (+42%). Gli interventi che sta realizzando (dalle cessioni per un valore di 12 miliardi di dollari da gennaio, allo spin-off delle strutture pipeline) stanno incrementando la credibilità della strategia del management, focalizzata sull'incremento dell'efficienza del capitale. Il dividend yield è del 5,7%.


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Wall Street rimbalza (+1,6%), petrolio in lieve rialzo

Written By Unknown on Sabtu, 18 Oktober 2014 | 15.11

Dopo i rimbalzi delle borse europee, anche alla borsa di New York gli investitori hanno recuperato fiducia dopo i cali delle scorse sedute. A preoccupare è la scarsa crescita dell'economia globale, soprattutto quella europea. L'indice  Dow Jones è salito dell'1,63% e l'S&P 500 dell'1,29%, ma la loro settimana si conclude in calo di circa l'1%. L'indice Nasdaq ha guadagnato lo 0,97%.

I dati macroeconomici americani  hanno offerto spunti incoraggianti, con la fiducia dei consumatori a ottobre sui massimi del luglio 2007 e l'avvio di nuovi cantieri a settembre cresciuto più delle stime. Anche le trimestrali societarie hanno restituito una luce favorevole alla corporate America, a cominciare da quelle di General Electric, Honeywell e Morgan Stanley.

Il prezzo del petrolio ha chiuso in lieve rialzo a New York: light crude Wti in salita di 5 cent a 82,75 dollari al barile, Brent attorno a 86 dollari. il presidente russo Vladimir Putin, in un briefing a conclusione del vertice Asem di Milano, si è detto poco preoccupato per l'attuale prezzo del gas, anche se il bilancio russo è agganciato al barile a 96 dollari e potrebbe essere necessaria una correzione. Ritiene che ci sarà un aumento perché nessuno "tra i player seri sul mercato petrolifero" è interessato a tenere il prezzo sugli 80 dollari. In caso contrario, ha detto, "l'economia mondiale collasserà".


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L’impatto del calo del Brent su 7 petroliferi

Il crollo del prezzo del greggio, che da metà giugno ha perso più del 20%, ha indotto gli analisti di Morgan Stanley a rivedere i target price dei maggiori gruppi petroliferi. Il calo della quotazione ha ridotto infatti le attese in termini di utili e cash flow, ma dall'altro porterà ad accelerare il taglio degli investimenti. A seconda delle caratteristiche del business, alcuni titoli sono quindi meglio posizionati rispetto ad altri.

1) BG Group. Il gruppo anglossassone, che capitalizza 55 miliardi di dollari a fronte di un valore d'impresa di 66 miliardi (considerando 11 miliardi di indebitamento netto), merita un prezzo obiettivo di 1.180 pence, che implica un potenziale di rialzo del 10,7% dalle quotazioni attuali con rating neutrale (equalweight). Il target price è stato tagliato del 9% perché gli esperti ritengono che la compagnia abbia grandi potenzialità di crescita nei prossimi tre anni, soprattutto grazie ai progetti in Australia e Brasile. L'esperienza recente ha dimostrato però che in uno scenario incerto sono alti i rischi di dover rivedere al ribasso le previsioni durante l'esecuzione dei piani di sviluppo. Il rendimento atteso della cedola nel 2015 è basso (2,2%).

2) BP. Giudizio negativo (underweight) per il colosso petrolifero, che capitalizza 124 miliardi di dollari a fronte di un valore d'impresa di 150. Il target price è 455 pence, dopo essere stato ribassato dell'8%, contro una quotazione attuale di 428,5. Le prospettive di crescita di Bp sono infatti inferiori a quelle dei competitor secondo gli specialisti della banca d'affari, perchè in molti casi hanno maggiore spazio per ridurre i costi e gli investimenti. Il titolo, che tratta 9,85 volte l'utile 2014 e 9,42 quello del prossimo esercizio, offre un attraente dividend yield 2015 (6%).

3) Eni. Rating neutrale (equalweight) per la compagnia italiana, alla quale è stato assegnato un prezzo obiettivo di 17,6 euro che lascia un margine di rialzo del 7,6%. Il target price è stato tagliato del 10%. Il giudizio molto prudente è motivato dal fatto che le sfide che dovrà affrontare sul piano gestionale e di mercato ritarderanno gli incrementi attesi della redditività, a fronte di un rendimento della cedola 2015 (intorno al 7%) che è decisamente interessante, anche se le pressioni sul free cash flow restano. Il titolo tratta 14,3 volte l'utile 2014 e 11,3 quello del 2015, mentre il p/bv (prezzo/valore di libro) è intorno all'unità.

4) Galp EnergiaLa crescita in Brasile resta robusta, ma il segmento downstream e l'alto quoziente di indebitamento ostacolano il potenziale del titolo, che è correttamente valutato 13,4 euro contro una quotazione attuale di 11 (+20%), con rating neutrale (equalweight). Il titolo capitalizza solo 9 miliardi di euro, inferiore al valore d'impresa pari a 11. La storia di crescita a lungo termine dell'upstream è ancora valida, ma la redditività del downstream potrebbe deludere. Il p/e scende da 33,2 nel 2914 a 24,8 nel 2015. Infine il rendimento della cedola è 3,7%.

5) OMV. Prezzo obiettivo di 26,3 euro contro una quotazione attuale di 23,8 (+10,5%) per il gruppo austriaco, che capitalizza 7,6 miliardi di euro a cui si deve aggiungere un debito netto di 4,2, per arrivare al valore d'impresa di 11,8 miliardi. Il rating è negativo (underweight) perché la debolezza del free cash flow e ulteriori rischi sul fronte degli investimenti limitano il potenziale di rialzo del titolo, che viene scambiato 7,57 volte l'utile 2014 e 6,35 quelli del 2015. Le acquisizioni nel Mare del Nord e il focus sull'esplorazione dovrebbero migliorare lo scenario a lungo termine di OMV, ma gli elevati investimenti  e la situazione in Libia creano un quadro non favorevole. Interessante il rendimento della cedola (5,3%).

6) Repsol. Alla compagnia spagnola è stato assegnato il giudizio neutrale (equalweight) con target price 18,5 euro (dopo essere stato tagliato del 12%), che si confronta con una quotazione attuale di 16,9 (+9,5%). Il rendimento della cedola è 5,9%. Il titolo, che capitalizza 22 miliardi di euro (32 il valore d'impresa), viene scambiato con un p/e di 12,68 che scende a 11,49 nel 2015. Le attese di una crescita più forte della produzione e degli utili rispetto alle altre major giustificano una valutazione a premio rispetto ai concorrenti. Il p/e 2016 di 11, che è calcolato in base al target price, è infatti del 10% circa superiore alla media del settore. La situazione in Argentina crea inoltre opportunità in termini di share buy-back (riacquisto di azioni proprie) oppure di acquisizioni.

7) Royal Dutch Oil. Il migliorato scenario del free cash flow genera più chance al rialzo che al ribasso per il titolo, che merita un prezzo obiettivo di 2.475 pence (corretto dell'8%) contro una quotazione attuale di 2.240,5 pence (+10,5%) con rating overweight. Nello scenario più ottimista il target price sale infatti a 3.180 pence (+42%). Gli interventi che sta realizzando (dalle cessioni per un valore di 12 miliardi di dollari da gennaio, allo spin-off delle strutture pipeline) stanno incrementando la credibilità della strategia del management, focalizzata sull'incremento dell'efficienza del capitale. Il dividend yield è del 5,7%.


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Giappone, l'indagine mensile Tankan scivola al minimo di un anno e mezzo

Written By Unknown on Jumat, 17 Oktober 2014 | 15.11

Giappone, l'indagine mensile Tankan scivola al minimo di un anno e mezzo - MilanoFinanza.it

MF Online

Giappone, l'indagine mensile Tankan scivola al minimo di un anno e mezzo




L'indagine mensile Tankan a cura di Reuters è scesa a ottobre a 8 da 10 di settembre, scivolando al minimo di un anno e mezzo. L'indice si è attestato a livello più basso dal maggio 2013 e a gennaio, secondo le attese, dovrebbe risultare piatta.




 
 


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Google, un trimestre a luci e ombre

Google non soddisfa le aspettative del mercato e crolla di oltre il 3% nell'after-hours a Wall Street. Nei tre mesi terminati lo scorso settembre il colosso di Mountain View ha messo a segno un utile di 2,8 miliardi di dollari (4,09 dollari per azione), in calo del 5% rispetto allo stesso periodo del 2013. Al netto delle voci straordinarie, l'utile per azione è stato pari a 6,35 dollari, in aumento da 5,63 dell'anno prima ma sotto le stime del consenso a 6,53 dollari.

I crescenti investimenti in data center, nel real estate e nel personale hanno controbilanciato il rialzo dei ricavi. Il giro d'affari, pur cresciuto del 20% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, si è infatti fermato a 16,52 miliardi di dollari contro attese per 16,57 miliardi. Il tutto a fronte di spese operative lievitate a 6,1 miliardi, il 37% dei ricavi, dai 4,58 miliardi, il 33% dei ricavi, dello stesso periodo del 2013.

Nel terzo trimestre il colosso Internet ha effettuato 9 acquisizioni e ha assunto circa 3.000 dipendenti in più, arrivando a quota 55.030 impiegati. Giovedì Google ha nominato Omid Kordestani nuovo chief business officer, sostituendo Nikesh Arora, che è stato assunto dalla giapponese Softbank Corp. Il chief business officer è una posizione chiave, in quanto supervisiona tutte le attività che generano ricavi e serve da collegamento per gli investitori a Wall Street.

A deludere gli analisti è stato anche il rallentamento dei click da parte degli utenti sulle pubblicità: sono aumentati del 17% rispetto allo stesso periodo del 2013, ma hanno subito una battuta d'arresto rispetto al +26% e al +25% del primo e del secondo trimestre di quest'anno.

Il rallentamento è anche la conseguenza dello spostamento delle preferenze dei consumatori verso tablet e smartphone. Il crescente utilizzo dei telefonini intelligenti ha, infatti, generalmente alimentato un continuo aumento dei click nei risultati di ricerca, ma gli investitori pubblicitari sono disposti a pagare di meno per le inserzioni su dispositivi mobili rispetto a quelle su personal computer.

Google ha comunque continuato a ricevere sempre minori introiti nonostante l'aumento del numero dei click. I ricavi per click sono infatti calati del 2% nel trimestre, un tasso comunque in miglioramento rispetto al -9% e al -6% subito rispettivamente del primo e del secondo trimestre. "Il calo del costo per click si è placato.Questo è ungrande segnale positivo per il gruppo",ha commentato ColinGillis, analista di BGCPartners.


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Rimbalzo fallito, Ftse Mib e spread sotto pressione

Written By Unknown on Kamis, 16 Oktober 2014 | 15.11

Il rimbalzo delle borse europee è durato poco. L'indice Ftse Mib di Piazza Affari, dopo un primo tentativo di ripresa, si è inabissato in territorio negativo. Ora perde lo 0,70% a 18.177 punti. Stessa sorte avversa per il Cac40 (-0,58%) e l'Ibex (-1,39%). Resistono il Dax (+0,20%) e il Ftse 100 (+0,47%).  "La volatilità è sempre impressionante, le preoccupazioni restano e il sentiment si è tanto deteriorato che anche gli investitori con posizioni di lungo termine a mio avviso le stanno rivedendo. I volumi infatti sono molto alti", commenta un trader.

I rendimenti dei titoli di Stato dell'Eurozona sono in rialzo dopo i forti movimenti di ieri dettati dalle voci secondo cui Atene intende abbandonare il piano di salvataggio prima del previsto. Oggi il differenziale tra Btp e Bund sale al picco di ieri a 173 punti base, con rendimenti rispettivamente al 2,49% e allo 0,76%. Va sottolineato però che il livello è ancora contenuto e che lo spread ha allargato in maniera evidente a causa del crollo dei rendimenti dei Bund che hanno aggiornato il minimo storico allo 0,719%.

Lo spread spagnolo quota 140 punti base (2,16%). Resta sotto pressione anche la Grecia, dove il decennale per la prima volta da febbraio è tornato sopra l'8%. Ieri era volato al 7,85% sulla scia delle difficoltà di finanziamento e per le voci che il Paese avrebbe deciso un'uscita anticipata dal piano di salvataggio internazionale. Gli investitori temono anche le elezioni del 2015 che potrebbero portare al potere Syriza, il partito degli anti-europei.

Il focus di oggi sarà anche sull'inflazione dell'Eurozona a settembre. Secondo uno strategist interpellato dall'agenzia MF-DowJones, una lettura ancora più bassa rispetto alla stima flash (+0,3% anno su anno, core a +0,7%) potrebbe intensificare la corsa verso il comparto governativo dell'Eurozona. Potrebbero beneficiarne anche i titoli periferici. "I toni di contagio da Atene vanno un po' smorzati anche perché gli stress test promuoveranno o bocceranno i singoli istituti e l'esito positivo di alcune banche italiane sarà accolto con favore dai mercati", sottolinea l'esperto.


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Euro18, Tesoro Usa, Paesi core stimolino crescita

Il Tesoro statunitense ha criticato la Germania e altri Paesi core della zona euro e ha chiesto che gli Stati in surplus facciano di più per sostenere la crescita.

E' quanto emerge dal rapporto semestrale del Tesoro Usa sulle politiche sui tassi di cambio dei principali partner commerciali degli Stati Uniti.

Secondo Washington è necessario che i Paesi con spazio di manovra a livello fiscale rafforzino la spesa dei consumatori e sostengano l'economia globale. Nel documento l'Amministrazione Obama chiede poi a Cina e Corea del Sud di occuparsi delle politiche valutarie che minacciano le prospettive di crescita in altre economie.

Il Giappone invece dovrebbe da una parte calibrare attentamente il consolidamento di bilancio per evitare di ridurre la crescita e dall'altra non rimanere troppo dipendente dagli stimoli monetari della Banca centrale.

Nel complesso, si legge nel comunicato diffuso insieme al rapporto, "la crescita globale e la creazione di posti di lavoro continua a deludere principalmente a causa della debolezza cronica della domanda globale".


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Francia, Fitch minaccia un declassamento

Written By Unknown on Rabu, 15 Oktober 2014 | 15.11

L'agenzia di rating Fitch ha posto il merito di credito della Francia AA+ in rating con watch negativo a causa dell'indebolimento della situazione finanziaria. La mossa, che indica quindi un possibile downgrade, segue quella di Standard & Poor's che venerdì ha tagliato l'outlook sul rating del Paese da stabile a negativo, mettendo in guardia Parigi sul deterioramento delle finanze.

Fitch avrebbe dovuto effettuare la revisione sul merito di credito francese a dicembre, ma è intervenuta in anticipo a causa del disegno di bilancio del 2015 reso noto a inizio ottobre. Secondo l'agenzia di rating, l'impatto quantitativo delle recenti riforme strutturali sarebbe incerto e sembrerebbe insufficiente a sostenere la crescita di lungo termine e la competitività.

L'economia francese non è inoltre riuscita a centrare le previsioni del governo nella prima metà dell'anno, ha osservato Fitch, che ora si aspetta una crescita del pil dello 0,4% quest'anno e dello 0,8% nel 2015, in calo rispetto al +0,7% e al +1,2% previsto in precedenza.

Il ministro delle Finanze francese, Emmanuel Macron, ha confermato che la debole crescita economica e la bassa inflazione hanno minacciato i piani di bilancio del Paese, ma ha annunciato che il governo non aumenterà le tasse o taglierà ulteriormente la spesa per far fronte a questa situazione. Per quanto riguarda il debito pubblico di Parigi, gli esperti di Fitch prevedono che raggiungerà un picco al 99,7% del pil nel 2017, per poi scendere lentamente al 94,9% nel 2020. Il governo francese prevede invece un picco al 98% nel 2016.


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Telecom, Credit Suisse vede scivolare ancora l'ebitda domestico

I risultati del terzo trimestre delle tlc europee dovrebbero mostrare un ulteriore miglioramento del trend dei ricavi dei servizi di telefonia mobile rispetto al -6,6% registrato nel secondo trimestre e al -6,9% nel primo trimestre, soprattutto nel Regno Unito e nell'Europa continentale. E' quanto prevedono gli analisti di Credit Suisse in un report di oggi sulle tlc europee.

L'erosione dei prezzi è stata smorzata nella maggior parte dei mercati europei durante l'estate e le tariffe di terminazione (MTRs) e il roaming saranno meno di peso. I ricavi da traffico dati sui dispositivi mobili potrebbero anche accelerare con l'adozione del 4G. Mentre il trend della rete fissa dovrebbe rimanere stabile con una crescente domanda di banda larga ad alta velocità. Ciò favorirà sia i produttori di cavi sia gli operatori telefonici incumbent.

Gli analisti della banca d'affari aggiungono che in questa fase non si aspettano un effetto significativo dal peggioramento della crescita economica dell'eurozona. Per quanto riguarda il terzo trimestre di Telecom Italia (conti in uscita il 6 novembre), titolo coperta da Credit Suisse con un rating neutral e un prezzo obiettivo a 0,85 euro (-2,32% a 0,82 euro oggi in borsa l'azione), gli analisti prevedono ricavi wireline domestici in calo del 7,4% anno su anno (-7,9% nel secondo trimestre) a causa della continua perdita di linee e del calo dei ricavi sulle chiamate eccedenti.


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Equita, con taglio Irap l'utile delle società salirà in media del 2%

Written By Unknown on Selasa, 14 Oktober 2014 | 15.11

Ieri il premier, Matteo Renzi, ha annunciato che è allo studio una riduzione dell'Irap di 6,5 miliardi di euro attraverso l'esclusione (parziale?) del costo del lavoro dalla base imponibile. Non è ancora chiaro come questo gap sarà coperto. La notizia sarebbe molto positiva per l'economia in generale grazie alla riduzione del costo effettivo del lavoro.

Per quanto riguarda l'impatto sulle aziende quotate non è chiaro se tutti i settori saranno beneficiati o solo il settore non-finanziario. Volendo fare un calcolo approssimativo ma verosimile un minor gettito di 6,5 miliardi di euro, secondo un'analisi di Equita, significa un maggior utile per le società quotate del 2% circa.

I benefici saranno più che proporzionali per le aziende a elevato utilizzo di lavoro in Italia, quali utilities, soprattutto municipalizzate +7/8%, società di telecomunicazioni (Telecom Italia +4%), banche, soprattutto popolari e Monte dei Paschi di Siena (+4/5%), società di servizi (sgr o società di consulenza).

Il governo starebbe anche valutando di alzare l'imposta sui giochi (PREU) per finanziare gli sgravi fiscali. Indiscrezioni di stampa indicano addirittura un incremento di 5 punti percentuali, un livello irrealistico considerando che già con il prelievo attuale (5% delle giocate per le videolotterie e 12,7% per le slot machines) il governo trattiene circa il 50% della spesa di gioco (che va calcolata al netto delle vincite, fissate per legge ad almeno l'85% per le videolotterie e 74% per le slot machines).

Inoltre gli ultimi incrementi di PREU non hanno portato a incrementi di gettito erariale per effetto dell'elasticità della domanda. Infine, diversi concessionari non paiono nelle condizioni finanziarie per sostenere un peggioramento della redditività nel settore. Gli analisti di Equita sono quindi scettici sulla realizzabilità di questa manovra.

"Se ipotizziamo un incremento del PREU dell'1% su slot machines e videolotterie, con 500 milioni di euro di incasso per lo Stato a parità di raccolta, e ipotizzassimo che i concessionari distribuiscano il maggiore prelievo anche su giocatori, 50%, e rete di raccolta, 25%, avremmo un impatto negativo per Gtech di circa 25 milioni di euro, pari al 2% dell'ebitda del gruppo, e per Snai di 7 milioni di euro (6% dell'ebitda del gruppo). In borsa stamani il titolo Gtech flette dello 0,16% a 18,33 euro. Snai perde ancora di più: -2,57% a 1,29 euro. Equita mantiene un rating hold su entrambe le azioni con target price, rispettivamente, a 22,3 euro e a 2 euro.


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Cina, la banca centrale cinese taglia tasso repo al 3,4%

Cina, la banca centrale cinese taglia tasso repo al 3,4% - MilanoFinanza.it

politica

Cina, la banca centrale cinese taglia tasso repo al 3,4%




La Banca centrale cinese taglia per la seconda volta in un mese il tasso sulle operazioni di rifinanziamento a 14 giorni. Il tasso repo scende dal 3,4 al 3,5% dopo la decisione di metà settembre di abbassare il tasso dal 3,7%. La decisione della People Bank of China è finalizzata a ridurre il costo del denaro nell'ambito della strategia di allentare il credito soprattutto per le piccole e medie imprese.




 
 


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Analisti positivi su Salini Impregilo, che tratta a multipli interessanti

Written By Unknown on Senin, 13 Oktober 2014 | 15.11

Analisti positivi questa mattina sul Salini Impregilo dopo la commessa da 239 milioni di euro in Polonia. Il titolo è fra i migliori a Piazza Affari, segna infatti un rialzo del 2,43% a 2,698 euro.

Kepler Cheuvreux conferma il rating buy e il target price a 4,2 euro dopo aver calcolato che il monte ordini dall'inizio del 2014 si sta avvicinando a 4 miliardi di euro, che rende del tutto raggiungibile l'obiettivo per gli ordini annuali fissato a 5,5/6 miliardi di euro (piatto anno su anno). Gli analisti ritengono che le previsioni per il 2014 a questo punto saranno confermate, compresi i ricavi per l'intero anno, in salita del 10% rispetto al 2013, e i margini ebit, sopra il 5% (per il primo semestre, 5,4%).

In considerazione, poi, della recente correzione del titolo, l'azione oggi viene scambiata a multipli che gli esperti ritengono molto interessanti. Ovvero a 3,5 volte il valore dell'impresa (enterprise value) raffrontato al margine operativo lordo (ev/ebitda) per il 2014.

Anche Banca Imi conferma oggi il giudizio buy e il target price di 4,5 euro su Salini Impregilo grazie alle buone commesse realizzate fino ad oggi.


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Brasile, Silva appoggia Neves a ballottaggio 26 ottobre

La leader socialista Marina Silva, arrivata terza al primo turno delle presidenziali in Brasile, ha appoggiato il candidato socialdemocratico Aecio Neves in vista del ballottaggio del 26 ottobre.

Parlando durante una conferenza stampa a San Paolo, Silva ha affermato che il Paese ha bisogno di una leadership nuova e che Neves è il candidato migliore. "Un cambio di potere sarà positivo per il Brasile. Voterò per Aecio Neves", ha detto Silva.

Il leader dei socialdemocratici si scontrerà con l'attuale presidente del Brasile Dilma Rousseff al ballottaggio, dopo essere arrivato secondo al primo turno con il 34% dei consensi.


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Al limite dell’usura

Written By Unknown on Minggu, 12 Oktober 2014 | 15.11

In Italia finanziarsi allo sportello costa ancora troppo, nonostante l'Euribor a tre mesi sia sotto lo 0,1%. Una recentissima analisi di Banca d'Italia rivela che ad agosto il tasso medio applicato, per esempio, alle famiglie che hanno fatto ricorso al credito al consumo si è attestato al 9,34%. Mentre per chi va in rosso sul conto il tasso medio è stato del 4,89%. Ancora, per le imprese non finanziarie che hanno chiesto prestiti fino a un milione di euro il tasso medio è risultato del 3,97%.

Insomma, non sorprende che non ci sia la corsa di famiglie e imprese per chiedere i 23 miliardi di euro erogati alle banche dalla Bce di Mario Draghi in occasione della prima asta Tltro dello scorso settembre. Peraltro si tratta di finanziamenti concessi agli istituti di credito a tassi quasi nulli (0,15%) proprio per essere impiegati nell'economia reale. Logico quindi attendersi che i costi applicati a loro volta dalle banche ai clienti non siano alti. E invece no. D'altronde i tassi fissati per legge (a partire dai tassi effettivi medi di mercato, Tegm, rilevati trimestralmente dalla Banca d'Italia presso i singoli intermediari finanziari) al di sopra dei quali scatta l'usura arrivano ancora a superare il 24%.

È il caso per esempio degli scoperti senza affidamento fino a 1.500 euro, che per il quarto trimestre prevedono un tasso-soglia del 24,18% annuo. Ciò vuol dire che una banca potrebbe arrivare ad applicare tale costo del denaro senza ricadere nell'usura. Nei crediti personali i tassi massimi arrivano al 19,15%. E non va meglio a chi va in rosso con il fido. Le aperture di credito in conto corrente possono arrivare a costare il 18,525% fino a 5 mila euro, il 16,6% oltre 5 mila euro. Su livelli simili sono gli altri finanziamenti per famiglie e imprese: qui il tasso-soglia è fissato al 17,36%. Per gli sconti commerciali delle fatture si può andare oltre il 15%. I tassi medi applicati effettivamente sul mercato sono inferiori, ma restano comunque molto spesso a doppia cifra.

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Sorpresa, ora i venture capital evitano le ipo

Il mercato delle ipo sta esplodendo e Alibaba ha avuto il maggior esordio della storia dei mercati. Ma altre società di valore elevato stanno decidendo che non vale la pena di precipitarsi alla quotazione. Dall'inizio della settimana si contano almeno 49 società partecipate da venture capital statunitensi del valore superiore al miliardo, il più alto numero registrato, secondo i dati di Dow Jones VentureSource.

Tra quelle che stanno aspettando a quotarsi c'è la società software per le imprese AppDynamics, che in luglio ha raccolto 70 milioni di dollari di capitale dagli investitori per una quota del capitale che porta la valutazione totale della società a più di un miliardo di dollari. Jyoti Bansal, fondatore e ceo di AppDynamics, afferma di non sentire la pressione dei venture capital per monetizzare l'investimento effettuato, in quanto si aspettano che il valore della sua compagnia continui a salire. "A nessuno interessa la liquidità," dichiara Bansal, aggiungendo che finché le rendite crescono, ai suoi investitori sta bene aspettare.

Per le società come AppDynamics, che ha sede a San Francisco, il flusso di capitale dagli investitori è talmente forte che possono aspettare e evitare i costi e i controlli che comporta un'ipo. Per gli investitori, invece, questo trend implica minori possibilità di investire in società promettenti in fase iniziale. "In questo caso chi ci perde è il piccolo risparmiatore," afferma Scott Kupor, managing partner della società di venture capital Andreessen Horowitz di Menlo Park, in California, "La maggior parte della valorizzazione dei queste società sta avendo luogo nei mercati privati. Se si riesce ad avere accesso a questi affari, si ottiene la maggior parte della creazione di valore".

Sebbene la quantità di società private dal valore di miliardi di dollari si sia impennata, il numero di quelle che sono state quotate non è salito. Quest'anno sono state quotate sette società partecipate da venture capital con una capitalizzazione di mercato iniziale di un miliardo di dollari o più, inclusa Alibaba, valutata 168 miliardi di dollari al suo prezzo di ipo. Tale andamento è praticamente lo stesso degli ultimi anni: il numero di queste super ipo ha raggiunto il massimo con la bolla delle dot-com, con 38 nel 2000. Allo stesso tempo, il mercato delle ipo in generale sta raggiungendo livelli record. Secondo Dealogic, la prima metà di quest'anno ha visto più compagnie di varie dimensioni quotarsi e raccogliere maggior capitale negli scambi statunitensi di ogni altro periodo simile dal 2000.

Visto che i finanziatori ricercano un ritorno dei propri investimenti, ci si aspetta che la maggior parte delle società private di primo piano alla fine si quoti. Ma molti non hanno problemi a ritardare tali progetti. Ragy Thomas, fondatore e ceo della startup newyorkese Sprinklr, che supporta i marchi nella promozione della propria presenza sui social-media, recentemente ha inaugurato un ciclo di venture funding che ha portato il valore della società a più di 500 milioni di dollari. In passato, un'impresa come questa avrebbe tracciato il percorso per un'ipo, ma Thomas non ha progetti di questo genere. "Non voglio avere a che fare con road show, adeguamenti e affari normativi, e tutte le altre spese generali che comporta essere una public company," ha affermato. La società ha invece optato per un ciclo di venture funding di 40 milioni di dollari all'inizio di quest'anno condotto dalla Iconiq Capital con sede a San Francisco.

Le società hanno varie ragioni per guardarsi dai mercati, oltre ai controlli stringenti delle autorità di vigilanza. Kupor di Andreessen Horowitz ammette che essere una small cap è diventato sempre meno appetibile per una società, in parte perché ci sono meno soggetti istituzionali che operano in questa sezione, il che causa una maggiore volatilità del titolo. Allo stesso tempo, più investitori stanno lottando per entrare in società private promettenti. Gli investitori tradizionali dei mercati regolamentati, come gli hedge fund e i mutual fund, hanno riversato denaro in società private per agguantare una quota prima che le valutazioni si inpennino, spinte da crescenti valori nel mercato azionario e anche da prezzi elevati per le acquisizioni di startup come WhatsApp, comprata da Facebook per quasi 19 miliardi di dollari.

Secondo VentureSource gli investitori hanno pompato 15,59 miliardi di dollari nell'ultima fase del ciclo di finanziamento, un ritmo capace di surclassare il primato di 28,43 miliardi di dollari nel 2000. VentureSource, una società di ricerca che traccia i dati del mercato dei capitale di rischio, è di proprietà di Dow Jones & Co, l'editore del Wall Street Journal.

I gestori dei fondi comuni di investimento a capitale variabile Fidelity Investments, Wellington Management e BlackRock hanno condotto un ciclo di finanziamento di 1,2 miliardi di dollari per Uber Technologies, che ha portato la società a un valore di 18,2 miliardi di dollari. All'inizio dell'anno l'hedge fund Dragoneer Investment Group e la società di mutual-fund T. Rowe Price Group hanno gestito un ciclo di finanziamento di 475 milioni di dollari in Airbnb, che ha portato la società per trasformare una stanza di casa in un d'albergo a 10 miliardi di dollari.

Siccome gli investitori si buttano sulle società private di primo piano, con valutazioni elevate, si alza anche la soglia di prezzo necessaria per consentire loro di uscire con forti guadagni. A questi livelli, il sistema più probabile di ottenere tali prezzi sarebbe quotarsi.

Mentre prima gli investitori si aspettavano, e generalmente ottenevano, un prezzo più elevato quando una società veniva quotata, alcuni casi negli ultimi anni hanno visto affievolirsi l'entusiasmo al momento dell'ipo. Quelli che hanno investito in Zynga a 14 dollari quando la società di videogame era ancora privata, hanno dovuto scontrarsi poi un'ipo al prezzo di 10 dollari. Attualmente Zynga viene scambiato a meno di 3 dollari.

Kupor di Andreessen Horowitz ha affermato che molte società hanno bisogno di entrare nel mercato azionario per ottenere fondi sufficienti per comprare altre società. La quotazione in borsa aiuta anche a ricompensare i dipendenti, aggiunge Kupor, i quali possono incassare le stock option ricevute come incentivo quando la società era in fase di avviamento.

Altri investitori asseriscono che la quotazione non sia affatto necessaria. Bill Maris, fondatore e managing partner di Google Ventures, il cui portafoglio include Uber e altre società private di primo piano, sostiene che riesce a immaginare uno scenario in cui le società di private equity o le entità come Berkshire Hathaway acquistano società hi-tech già profittevoli e in rapida crescita, dando agli investitori di venture capital un'uscita positiva, lasciando al tempo stesso gli imprenditori liberi da tutti gli obblighi che comporta essere una società quotata.


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